La messa del papa a Lourdes. L’invito ai giovani: seguite la vostra vocazione

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Benedetto XVI presiede la messa nella Prairie del santuario di Lourdes, alla presenza di 200mila fedeli. E’ il momento più significativo delle celebrazioni per i 150 anni delle apparizioni mariane. Il papa ricorda il significato profondo dell’anniversario, con un pensiero particolare ai giovani, invitati ad accogliere la propria vocazione come Maria. “Cari amici, – ha detto – quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio”.

LE PAROLE DEL PAPA. “Nessuno di voi è indifferente per Dio”, ha spiegato. “Egli posa il suo sguardo amoroso su ciascuno di voi e vi chiama ad una vita felice e piena di senso. Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà!”. Così come Maria, che pronunciò il suo ‘sì’, “a vostra volta, cari giovani, non abbiate paura di dire ‘sì’ alle chiamate del Signore, quando Egli vi invita a seguirlo. Rispondete generosamente al Signore! Egli solo può appagare le aspirazioni più profonde del vostro cuore”. “Siete in molti a venire a Lourdes per un servizio attento e generoso accanto ai malati o ad altri pellegrini, mettendovi così sulle orme di Cristo servo. Il servizio reso ai fratelli e alle sorelle – ha aggiunto – apre il cuore e rende disponibili. Nel silenzio della preghiera, sia Maria la vostra confidente, lei che ha saputo parlare a Bernadette rispettandola e fidandosi di lei. Maria aiuti coloro che sono chiamati al matrimonio a scoprire la bellezza di un amore vero e profondo, vissuto come dono reciproco e fedele! A coloro tra voi che Egli chiama a seguirlo nella vocazione sacerdotale o religiosa, vorrei ridire tutta la felicità che vi è nel donare totalmente la propria vita a servizio di Dio e degli uomini. Siano le famiglie e le comunità cristiane luoghi nei quali possano nascere e maturare solide vocazioni a servizio della Chiesa e del mondo!”.

Del resto, spiega il papa, solo seguendo “completamente Dio” l’uomo trova le “libertà vera”. “Volgendosi a Dio, l’uomo diventa se stesso. Ritrova la sua vocazione originaria di persona creata a sua immagine e somiglianza”. In questo senso, il santuario di Lourdes è un “luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono”. “Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie – sottolinea – Maria è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato”.

Nelle parole del papa, anche la riflessione sul Vangelo dell’Esaltazione della Croce per evidenziare che “è per mezzo della Croce” di Cristo “che siamo stati salvati”. “E’ su questo legno – dice – che Gesù ci rivela la sua sovrana maestà”. “Gesù ha preso su di sè il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo”.

LA CELEBRAZIONE. Ad ascoltare il papa, una folla attenta, ma anche festante, che si è raccolta nella grande spianata a partire dalla notte. Numerosi i giovani, che hanno portato sull’altare la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù. Benedetto XVI è stato accolto dal vescovo di Tarbes-Lourdes, monsignor Jacques Perrier, che ha sottolineato il profilo spirituale di Lourdes, “segno di vita e di speranza”. “In questo anno giubilare – ha detto – dieci milioni di pellegrini, venuto da tutti i paesi del mondo, sono venuti a Lourdes per cercare le ragioni della vita e della speranza. Santità, benvenuto”. Il vescovo Perrier ha ricordato che “in un mondo in crisi di valori la missione della Chiesa è di annunciare al mondo che è amato e che nonostante le sue ferite è benedetto”. Durante la celebrazione, si è pregato anche in arabo, cinese, in tamil e in mòoré (lingua parlata principalmente in Burkina Faso, in Benin, Costa d’Avorio, Ghana, Mali e Togo). “Signore Gesù, che la croce gloriosa sia un segno di riconciliazione e di pace”, ha detto il giovane che ha letto la preghiera in arabo. Si è poi pregato per la missione della Chiesa, per i giovani, i malati e per le nuove vocazioni. Preghiere anche in portoghese e polacco.

L’ANGELUS. La messa si è conclusa con la recita dell’Angelus, un’occasione per riflettere ancora sulla figura di Maria, “infinitamente prossima ai nostri cuori, attenta a ciascuno di noi e desiderosa del nostro vero bene”. Per questo, “folle immense accorrono ai piedi di Maria per confidarle ciò che ciascuno ha di più intimo, ciò che a ciascuno sta particolarmente a cuore”. “Maria – ha detto il pontefice – ci mostra così la giusta maniera di avanzare verso il Signore. Ci insegna ad avvicinarci a Lui nella verità e nella semplicità”. Ci mostra, soprattutto, che “la fede cristiana non è un peso, ma è come un’ala che ci permette di volare più in alto per rifugiarci tra le braccia del Signore”. Infine, il saluto ai pellegrini italiani: “La Madonna vegli sempre su di voi, sulle vostre famiglie, specialmente sui malati e i sofferenti, e sull’intera nazione italiana”.

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