Numeri ufficiali Covid-19 del 21 marzo 2021. Personale sanitario Italiano ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2021
“Sono ormai quasi 5 mesi che abbiamo un coprifuoco introdotto per fermare un virus. Lo ricordo, perché mi sembra che molti si siano abituati troppo facilmente” (Alessandro Ricci @alessandricci – Twitter, 21 marzo 2021).
“Dopo le 18 i supermercati non possono più vendere vino. Questa non è più lotta al covid ma oppressione, per di più moralistica, del cittadino” (GiordanoBrunoGuerri @GBGuerri – Twitter, 21 marzo 2021).
“Un essere che si abitua a tutto: ecco, penso sia la migliore definizione che si possa dare dell’uomo” (Fëdor Dostoevskij, L’idiota, 1869).
Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.
I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi domenica 21 marzo 2021
Ricoverati con sintomi: 27.484 (+423) (+1,56%) [Superata soglia del 41% di allarme, al 41%]
In terapia intensiva: 3.448 (+61) (+1,80%) [con 232 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata soglia del 30% di allarme, al 38%]
Deceduti: 104.942 (+300) (+0,29%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 21 marzo 2021 Ore 18:31) 2.483.191 (4,16% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)
La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI .
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 266 (-).
Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.
Il punto della situazione a cura di Lab24
Gli effetti negativi della variante inglese diventano sempre più visibili: i dati degli ultimi 30 giorni mobili (Iss, 20 marzo 2021) mostrano un chiaro incremento dei casi con manifestazioni cliniche o comunque sintomatiche della Covid-19. La differenza è immediatamente visibile analizzando i dati relativi ai soggetti asintomatici, che a metà febbraio (variante poco diffusa) erano ancora nettamente al di sopra del 50% in tutte le fasce di età; in linea con inizio dicembre (variante non ancora rilevata) quando il valore più basso (53%) si riscontrava nella fascia di età 70-79 anni. Nello stesso periodo si registravano picchi del 75% di asintomatici in quella 2-6 anni e del 65% per gli ultranovantenni, che esprimevano valori simili a quelli dei 30-40enni. Negli ultimi 30 giorni gli asintomatici sono tornati sotto al 50% in tutte le fasce di età oltre i 30 anni, e anche in quella 2-6 anni il valore ha ripiegato verso quota 70%. Le forme sintomatiche severe, fino a inizio anno praticamente non rilevabili al di sotto dei 50 anni, nell’ultimo mese di rilevazione stanno esprimendo valori statisticamente significativi già a partire dalla fascia di età 30-39 anni (1,3%). Importante anche il confronto con il dato degli asintomatici da inizio epidemia che in tutte le fasce di età, senza esclusione, sono al di sopra del 50%. Nel peggioramento repentino degli ultimi 30 giorni di questo indicatore troviamo dunque ulteriore conferma della maggiore gravità della Covid-19 generata dalla variante del Kent rispetto a quella legata al ceppo originario di Wuhan. Ne vedremo il dettaglio, insieme ad altri parametri che stanno subendo importanti modifiche proprio per effetto della maggiore circolazione della variante, nel corso della prossima analisi settimanale (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).
Gimbe: “Da 3-4 giorni primi segnali che l’epidemia rallenta”
Secondo l’organizzazione indipendente c’è un lievissimo miglioramento della situazione negli ospedali: “È l’inizio degli effetti delle nuove misure restrittive, che saranno ben visibili dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione”.
I sacrifici a cui si è costretti cominciano ad avere conseguenze positive nella diminuzione dei contagi da Covid. Secondo la Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente senza fini di lucro che ha l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche, negli ultimi 3-4 giorni s’intravedono “piccoli segnali di rallentamento” dell’andamento dell’epidemia in Italia. Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, analizza in particolare la situazione negli ospedali e dice che questi primi segnali “potrebbero rappresentare l’inizio degli effetti delle nuove misure restrittive, che saranno ben visibili dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione”.
I dati portati a sostegno del rallentamento indicano che al 20 marzo in area medica il dato nazionale (41%) supera il livello di allerta del 40% con Lombardia (51%), Emilia Romagna (54%) e Piemonte (58%), che vanno oltre il 50%, e le Marche che arrivano al 64%. Nelle terapie intensive il dato nazionale (37%) è ben oltre il livello di allerta del 30% con 6 regioni che superano il 50%: Emilia Romagna, Piemonte e Umbria (53%), Lombardia (56%), Marche e Prov. aut di Trento (58%). “Questi livelli di sovraccarico, oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid – dice Caltabellotta – aumentano lo stress di personale e servizi ospedalieri e impongono di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid”.
La terza ondata si è “innestata” nella fase discendente della seconda, continua Cartabellotta, partendo da un “altopiano” con oltre 382 mila casi attualmente positivi, 17.725 pazienti ricoverati in reparti di area medica e 2.082 in terapia intensiva. “In circa 4 settimane, questi numeri sono schizzati rispettivamente a oltre 565 mila, 27.061 e 3.387. Di conseguenza, nelle Regioni che hanno sperimentato una maggiore circolazione del virus si è presto arrivati ad una saturazione dei posti letto” (Fonte Repubblica.it).
Personale sanitario Italiano ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2021
Oslo ha dato il suo benestare alla candidatura al Nobel per la Pace 2021 – riferito all’emergenza sanitaria del 2020 – con la seguente motivazione: “Il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro”.
Non è mai accaduto che il personale sanitario di una Nazione ricevesse una candidatura al Nobel per la pace. È la vittoria del coraggio e del sacrificio del personale sanitario italiano, mandato a combattere a mani nude nella nostra sanità malridotta e calpestata da tagli e tangenti e la politica ignobile degli ultimi anni.
Il Premio Nobel per la Pace viene conferito ogni anno dal 1901, per volere del suo fondatore, Alfred Nobel. È il più prestigioso dei Nobel. Cinque membri della commissione Norvegese scelgono poi tra le candidature giunte. Già che la commissione abbia scelto di candidare il personale sanitario italiano è un grande motivo di orgoglio. Lisa Clark, Premio Nobel per la Pace 2017, che ha appoggiato la candidatura del corpo sanitario Italiano al Nobel 2021 ha dichiarato: “La sua abnegazione nell’emergenza del 2020 è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario italiano non ha più pensato a sé stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze”.
Vaccini, nelle Regioni una babele di regole e in Lombardia prenotazioni in tilt
“Per ora in Italia poco di nuovo su vaccini. Credo sarebbe urgente una riflessione su dispersione regole regionali. In calamità mondiale serve un vero piano nazionale non follie locali” (Gianni Riotta @riotta – Twitter, 21 marzo 2021).
“A Cesare quel che è di Cesare.
Complimenti alla senatrice Licia Ronzulli per aver depositato un disegno di legge non giusto, ma sacrosanto: quello sull’obbligatorietà vaccinale per il personale sanitario.
È infatti di pochi giorni fa la notizia di un focolaio scoppiato in un ospedale ligure a causa di un’infermiera para no-vax, e molti altri casi analoghi rischiano di verificarsi nei prossimi mesi. Sono episodi intollerabili perché a chi lavora con persone fragili, malati o anziani, è chiesta una responsabilità maggiore, oltre che di base una fiducia nella scienza medica che se viene a mancare questiona il percorso lavorativo stesso della persona.
Per tali motivi, questa legge è giustissima. Accoglierla con lo spirito giusto, superando le divisioni politiche (la senatrice è di Fi), un obbligo morale” (Paola Saccu – Facebook, 21 marzo 2021).
Sputnik V
L’anti-Covid-19 russo annunciato da Vladimir Putin l’11 agosto 2020 è ormai utilizzato in oltre 50 Stati al mondo. L’Europa ancora frena, ma a fare da apripista ci sono già Ungheria, Slovacchia e San Marino. Intanto anche lo Spallanzani di Roma ha dato il via alle sperimentazioni.
Il Commissario europeo incaricato della campagna dei vaccini, Thierry Breton, ha detto stasera al Tg di TF1, in Francia, che l’Europa non avrà bisogno del vaccino russo: “Priorità ai vaccini fabbricati sul territorio europeo”, ha sottolineato Breton. “Non avremo assolutamente bisogno del vaccino Sputnik V. I russi hanno grandi difficoltà a produrlo e noi li aiuteremo nel secondo semestre se ne avranno bisogno”, ha aggiunto (Fonte SkyTG24).
La superbia è uno dei sette peccati capitali (la pretesa di meritare per se stessi, con ogni mezzo, una posizione di privilegio sempre maggiore rispetto agli altri. Essi devono riconoscere e dimostrare di accettare la loro inferiorità correlata alla superiorità indiscutibile e schiacciante del superbo).
«Un tweet surreale. Surreale. “Aria”, responsabile dell’ultimo caos vaccini in Lombardia, non è una società piovuta dal cielo: è la società voluta dalla Lega di Salvini e da Fontana. La stessa Lega e lo stesso Fontana che governano assieme a Moratti la Lombardia, che però ora gioca a fare lo scaricabarile. Ci sono 10 milioni di italiane e italiani ostaggi di questa imbarazzante gestione. Vadano a casa prima che sia troppo tardi. E si affidi a un commissario la gestione della campagna vaccinale, che in gioco c’è la salute delle persone» (Marco Furfaro – Facebook, 21 marzo 2021).
«Siete tutti invitati. Fino alla libertà»: la festa in zona rossa (e senza mascherine) organizzata a Varese dall’ex Forza Nuova Tomasella
Creatore della chat Telegram «Varese Libera», l’uomo era già noto alle autorità: in passato ha pubblicato indicazioni su come prenotare nei ristoranti chiusi, violando le regole anti Covid
Open.online, 21 marzo 2021
Una festa clandestina a Varese, con 40 invitati, in barba alle norme di contenimento contro il Coronavirus. A organizzarla, Francesco Tomasella, creatore e amministratore della chat su Telegram «Varese Libera». L’uomo, ex militante di Forza Nuova e attualmente referente del partito Vox Italia, fondato da Diego Fusaro, è un volto noto alle autorità: in passato ha pubblicato più volte indicazioni su come prenotare nei ristoranti chiusi, violando così le regole anti Covid. Nella notte tra ieri e oggi, ha dato vita a una festa aperta a tutti, nonostante in Lombardia sia attiva la zona rossa. Alla fine erano presenti 40 persone, tutte senza mascherina.
L’intervento delle forze dell’ordine
«Siete tutti invitati alla festa che ho organizzato per il mio compleanno dalle ore 19! – scriveva fino a qualche giorno fa nei suoi messaggi -. Musica, balli, cibo e bevande uniche! Chi vuole partecipare mi scriva in privato entro martedì! Qui è meglio non pubblicare l’indirizzo, non sia mai lo veda qualche Sceriffo/Spione di Regime che ci voglia rovinare la festa. Grazie a tutti! Fino alla libertà!». Alla fine i festeggiamenti sono stati interrotti da un’inviata di Striscia la Notizia, Valeria Deste, che è riuscita a riprendere la scena. Aveva infatti risposto all’invito di Tomasella, presentandosi al party. Dopo aver documentato la cosa, ha segnalato le violazioni alle forze dell’ordine, che si sono presentate sul luogo della festa, identificando tutti i presenti.
«I giornalisti? Servi di regime»
Tomasella s’è poi scagliato a mezzo social contro Valeria Deste, pubblicando un post sulla sua pagina Facebook in cui definisce la giornalista una «talpa infiltrata». «Come vedete – si legge nel post – questa Valeria Deste lavora per Striscia. Che dire… Mai fidarsi dei giornalisti… Nella stragrande maggioranza dei casi servi di regime».
Scanzi, l’ex negazionista, si vaccina grazie a una lista riservata
di Francesco Giubilei
Nicolaporro.it, 21 marzo 2021
La Toscana a guida Pd è l’ultima regione in Italia per numero di vaccinati con più di 80 anni di età. Solo il 27,8% è stato vaccinato (a fronte del 65,6% di Bolzano) ma in compenso è la regione in cui si è vaccinato Andrea Scanzi accedendo a una lista di riserva che fino a ieri la Asl Toscana non aveva reso pubblica. I dubbi sulle modalità con cui Scanzi ha avuto accesso al vaccino sono molteplici come sottolinea il sito Tpi: “Sembra assai strano che tra i pochi vaccini AstraZeneca avanzati ieri ad Arezzo (lo ha detto Scanzi), con tutte quelle priorità si sia arrivati a un giornalista di 46 anni in buona salute con genitori molto fragili, dunque presumibilmente già vaccinati”.
È lui stesso a raccontare in un post le modalità con cui ha avuto accesso al vaccino parlando “di un responsabile vaccinale che lo ha chiamato al telefono per invitarlo ad andare a vaccinarsi”. Si chiede sempre Tpi: “Chi sarebbe questo responsabile e perché esistono liste di riserva che i comuni cittadini non conoscono, a cui non hanno accesso? Perché non sono pubbliche?”. Dopo le polemiche scaturite dalla sua vaccinazione, l’azienda sanitaria si è affrettata a diffondere le modalità di accesso alla cosiddetta “lista dei panchinari” ma è lecito chiedersi: se non ci fosse vaccinato Scanzi la Asl Toscana avrebbe reso pubblica questa lista?
Fa discutere non solo l’opportunità di accedere alla lista di riserva con modalità poco chiare (specie quando quasi il 70% degli over ottanta non si è vaccinato) ma anche la sfacciataggine con cui si è pavoneggiato pubblicamente. D’altro canto Scanzi non è nuovo a rumorose cadute di stile, ormai (tristemente) celebre il suo video dello scorso anno in cui affermava: “È solo un raffreddore, ma quale pandemia?”.
Salvo poi pubblicare un libro (forse autobiografico) intitolato I cazzari del virus. Al giornalista aretino non manca la faccia tosta, emblematico il caso del suv parcheggiato occupando due parcheggi per i disabili.