Il Papa: il male è subdolo e tenta di spacciarsi per bene
“Grazie di essere venuti così numerosi! Anche questo è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in questi giorni! Ai cinquanta mila di Piazza San Pietro Benedetto XVI dice il suo grazie con semplicità e pudore. Saluta il Sindaco e la Giunta presente in piazza con il Gonfalone della città, “questa amata Città” dice, e tutti gli altri fedeli presenti nelle diverse lingue, come al solito. In Piazza c’è fermento, ma non molti si fanno il segno della croce al momento della benedizione. Sembra che molti siano presenti più per scattare una foto da condividere su un social network che per ascoltare le riflessioni di Papa Benedetto sul passo del Vangelo che oggi la liturgia propone. É la prima domenica di Quaresima e per il Papa questo è il fatto che conta. E, quasi una risposta a certi atteggiamenti che si vanno diffondendo nel Popolo di Dio parla del combattimento spirituale, “perché lo spirito del male naturalmente si oppone alla nostra santificazione e cerca di farci deviare dalla via di Dio.”
E’ il vero, forte, centrale tema del pontificato: riportare l’uomo a Dio. Al Dio vero, non alle immagini che ci costruiamo noi. Così come ha fatto Gesù che al momento di iniziare il suo ministero pubblico deve “smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva. Ma queste tentazioni sono anche false immagini di uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone.” Come non leggere riferimenti ai tanti tentativi dei manipolatori dell’opinione pubblica di allontanare l’uomo dal Vangelo? Basterebbe questo per capire qual è la difficoltà per un Papa anziano, perchè decide di lasciare il passo a qualcuno che abbia più energia. Perchè la lotta contro la indifferenza è strenua. Come la lotta di Gesù contro le tentazioni del Maligno. “Il loro nucleo centrale- ha detto il Ppaa- consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?”
Saranno di certo queste le domande che anche Benedetto XVI si è posto prima della decisione di rinunciare. Una decisione che però ora gli ha portato serenità. Nel pomeriggio iniziano gli esercizi della Curia Romana. I suoi più stretti collaboratori vedono la serenità del Papa e nascondono la loro naturale tristezza. Giorni di intense emozioni, ma anche della certezza della guida del Signore, perchè ha detto il Papa nei giorni scorsi, la Chiesa è di Cristo. Niente personalismi quindi. Ma del resto le tentazioni ha detto il Papa sono state prese per noi da Gesù “per donare a noi la sua vittoria. Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore.” E Maria, se la invochiamo nell’ora della prova, “ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino,per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita.”
Nel pomeriggio iniziano le prediche per gli esercizi che saranno predicati dal Cardinale Gianfranco Ravasi e dedicati ai salmi. Per una settimana avremo quasi un assaggio di come Benedetto XVI vivrà dopo il 28 febbraio: in preghiera e nascosto al mondo. Il prossimo appuntamento pubblico di Benedetto XVI è per sabato in tarda mattinata con l’udienza a Giorgio Napolitano, poi la’ Angelus del 24 febbraio. In Vaticano prevedono una grande affluenza di folla, decisamente maggiore di quella di oggi.