Il papa a Lourdes. La sosta a Massabielle e la preghiera per le vittime di ogni violenza

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E’ freddo a Lourdes, ma le fiamme delle migliaia di candele dei fedeli che attendono il papa fin dal pomeriggio sono riscaldati dalla fede e dalla gioia di poter essere pellegrini con lui, davanti alla grotta della fonte miracolosa. Benedetto XVI percorre un tratto dell’itinerario giubilare del 150mo anniversario delle apparizioni: arriva in macchina alla chiesa del Sacro Cuore dove è stata battezzata Bernadette, poi al Chacot, l’ex prigione divenuta casa per i Soubiros, e infine alla grotta.

All’arrivo del papa i fedeli applaudono. Piove. Il papa in mozzetta entra in silenzio, una giovane in costume locale gli porge un bicchiere di acqua della fonte. Benedetto XVI prega con le parole dell’Ave Maria, poi si sofferma ad ascoltare il canto. Dopo un breve riposo è di nuovo all’esplanade per la fiaccolata, dalla terrazza sulla basilica segue la processione, poi la riflessione finale, con una preghiera speciale per le vittime di tutte le violenze.

Ripercorre la vita di Bernadette il papa, la sua storia spirituale, i dialoghi pervasi di delicatezza tra la giovane e la “Bella Signora”. “Numerose persone ne hanno reso testimonianza: l’incontro col viso luminoso di Bernadette sconvolgeva i cuori e gli sguardi. Sia durante le apparizioni che quando le raccontava, il suo viso diveniva tutto raggiante. Bernadette era ormai abitata dalla luce di Massabielle”. La vita quotidiana era difficile, spiega il papa, “ma le ombre della terra non hanno impedito di brillare alla luce del cielo”.

E prosegue: “Lourdes è uno di quei luoghi che Dio ha scelto per farvi risplendere un raggio particolare della sua bellezza”. Ecco il motivo per essere pellegrini: “Entrare, sulle orme di Bernadette, in quella straordinaria prossimità tra il cielo e la terra che non si è mai smentita e che non cessa di consolidarsi”. Non manca il ricordo di Giovanni Paolo II e della sua devozione mariana: “Come molti suoi Predecessori sulla Sede di Pietro, anch’egli incoraggiò vivamente la preghiera della corona; lo fece, tra l’altro, in un modo del tutto singolare, arricchendo il Rosario con la meditazione dei Misteri della Luce”.

E c’è poi la processione, momento di gioia e di riflessione austera: “Pensiamo alle vittime innocenti che subiscono la violenza, la guerra, il terrorismo, la carestia, o che portano le conseguenze delle ingiustizie, dei flagelli e delle calamità, dell’odio e dell’oppressione, degli attentati alla loro dignità umana e ai loro diritti fondamentali, alla loro libertà d’azione e di pensiero. Pensiamo anche a coloro che vivono problemi familiari o che soffrono in conseguenza della disoccupazione, della malattia, dell’infermità, della solitudine, della loro situazione di immigrati. Non voglio inoltre dimenticare coloro che patiscono a causa del nome di Cristo e che muoiono per Lui”.

La riflessione del papa si sposta da Maria a Gesù, al cammnare nella notte con la luce perchè “il peccato ci rende ciechi, ci impedisce di proporci come guide per i nostri fratelli, e ci spinge a diffidare di loro e a non lasciarci guidare”. La proposta del papa è semplice: “In realtà, basta amare”. E conclude “Quante persone vengono qui per vedere, sperando forse segretamente di ricevere qualche miracolo; poi, sulla via del ritorno, avendo fatto un’esperien­za spirituale di vita autenticamente ecclesiale, cambiano il loro sguardo su Dio, sugli altri e su se medesime”.

E’ il senso stesso del pellegrinaggio a Lourdes. Domani mattina la messa per il Giubileo, poi l’incontro con i vescovi di Francia. Il pellegrinaggio del papa entra nel vivo e si arricchisce di spiritualità.

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