Numeri ufficiali Covid-19 del 19 marzo 2021. Permane un livello generale di rischio alto. Personale sanitario preso a schiaffi dallo Stato con paghe da miseria

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi venerdì 19 marzo 2021

Ricoverati con sintomi: 26.858 (+164) (+0,61%) [Superata soglia del 40% di allarme, al 41%]
In terapia intensiva: 3.364 (+31) (+0,93%) [con 244 nuovi ingressi del giorno] [*] [I pazienti in terapia intensiva aumentano da 28 giorni – Superata soglia del 30% di allarme, al 37%]
Deceduti: 104.241 (+386) (+0,37%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 19 marzo 2021 Ore 18:31) 2.362.129 (3,96% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 19 marzo 2021 ore 17:53 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 265 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Si continua ad osservare un livello generale di rischio alto

«Ho deciso di farmi odiare, ma come dicono a Roma, sticazzi. Se qualcuno non è d’accordo, e non apprezza, si può accomodare alla porta. Succede che sono stufo di leggere tuttologi, gente che l’unico titolo di studio che ha, è il battesimo perché la bocciano anche agli esami del sangue, che continua a sparare minchiate tipo non ge n’è coviddi, no Vax, no pass no tutto. Gente che vuole tutto aperto, perché sticazzi se qualcuno si ammala, tanto io no. Gente che non ha mai visto quei caschi in funzione, o come si muore soffocati, gente che per sua fortuna non ha suoi cari tra le vittime. Mi sono rotto. Vaccinatevi, smettete di dire stronzate, abbiate rispetto dei morti, di chi li piange, di chi teme per i suoi cari. Non fatemi sentire stronzate sulla libertà! Voi volete essere liberi di ammalarvi? Fatti vostri! Ma non siete – NON SIETE – liberi di rischiare di fare ammalare i nostri cari a rischio! Mettetevi ste cavolo di mascherine, e bene, senza ripetere a disco rotto minchiate tipo che fanno male! Fatevi vaccinare appena possibile! Siate liberi di vivere senza più il COVID! Siate parte della soluzione, non del problema!» (Lorenzo Galli).

Conferenza Stampa di Draghi al termine del Consiglio dei ministri

“Scuola prima a riaprire quando contagi consentiranno”
“Per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media”.
Vaccini: se Ue funziona bene o si va per proprio conto
“Si tratta di affrontare una economia in stato emergenziale, il tempo delle grandi scelte economiche appartiene alla normalità e spero che arrivi presto ma ora non c’è. Il mancato rispetto degli accordi va punito e il coordinamento europeo è la prima strada da cercare sui vaccini. Se l’Ue prosegue su Sputnik bene sennò si procederà in un altro modo”. “Con pragmatismo si deve cercare il coordinamento europeo, se non si riesce a mantenerlo si possono vedere altre strade” (facendo riferimento alle parole di Angela Merkel). “Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio”.
“Non ho fatto la prenotazione, ma non c’è nessun dubbio che farò il vaccino AstraZeneca” (Fonte SkyTG24).

“Comunque rispetto a Conte non c’è proprio paragone. Un milione di volte molto meglio Draghi. Conte è stato spesso maleducato con i giornalisti e ha assunto un atteggiamento immotivatamente superbioso. Draghi ricorre all’ironia, molto spontanea, e risulta più sobrio e realista. Niente fronzoli, nessun sensazionalismo. Addio petulanti premesse, infiniti incipit autocelebrativi, monologhi inconsistenti. Draghi, a differenza di Conte, va diritto al punto. Non si esibisce” (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 19 marzo 2021).

“Un Draghi tranquillizzante alla prima conferenza stampa, ora il suo staff chieda migliore copertura mediatica” (Gianni Riotta @riotta – Twitter, 19 marzo 2021).

“Ma siete ben buffi voi commentatori e giornalisti twitterini. Ma davvero pensavate che Draghi non sapesse tenere una conferenza stampa? Ha gestito i contrasti tra 18 potenze europee e 3 superpotenze mondiali e ora volete dargli i voti per come risponde a 10 giornalisti italiani?” (Massimo Gibelli @magibe – Twitter, 19 marzo 2021).

Il Boia discute con il Re sul taglio della testa del gatto del Cheshire. Illustrazione al tratto di John Tenniel tratta da “Alice’s Adventures in Wonderland” di Lewis Carroll, 1866.

Quando Matteo Salvini diceva che se l’Europa non avesse funzionato su alcuni temi, si sarebbe dovuto agire autonomamente, fu attaccato e definito, in maniera sprezzante, “sovranista”. Oggi l’ha detto in conferenza stampa il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi. Più che un drago sputa fuoco sembra un gattone del Cheshire che se vuole ti sfila i calzini senza neanche toglierti le scarpe.

«Micio del Cheshire, potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”.
“Tutto dipende da dove vuoi andare”, disse il Gatto.
“Non mi importa molto…”, disse Alice.
“Allora non importa quale via sceglierai”, disse il Gatto.
“… basta che arrivi da qualche parte”, aggiunse Alice come spiegazione.
“Oh, di sicuro lo farai”, disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo”.
Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?”.
“In quella direzione”, disse il gatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio: e in quella direzione”, agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti”.
“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti”, si lamentò Alice.
“Oh, non hai altra scelta”, disse il Gatto: “Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta”.
“Come lo sai che sono matta?”, disse Alice.
“Devi esserlo”, disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua”.
Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti: “E come sai di essere matto?”.
“Per iniziare”, disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?”.
“Immagino sia così”, disse Alice.
“Bene, allora”, il Gatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato, e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice, e agito la coda quando sono arrabbiato. Quindi sono matto”.
“Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare”, disse Alice.
“Chiamalo come preferisci”, disse il Gatto».

Il tipico discorso che potrebbe fare un gatto, un po’ bizzarro, un po’ misterioso, ma molto veritiero ed arguto.

“Cioè Draghi ha sfanculato: A) Il patto di stabilità e crescita B) Europa sui vaccini C) I pidioti col MES. In una sera (Fabio Dragoni @fdragoni – Twitter, 20 marzo 2021).

Figliuolo e Curcio si vaccinano domani con AstraZeneca

Il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio si vaccineranno domani con il siero di AstraZeneca. La somministrazione è prevista alle 10 alla città militare della Cecchignola a Roma. Sia Figliuolo sia Curcio, sottolinea una nota della struttura commissariale, “si sottoporranno al vaccino AstraZeneca contro il Covid-19, nell’ambito della regolare programmazione vaccinale”. I giornalisti interessati potranno accreditarsi inviando una email a stampa.commissariocovid19@gmail.com. L’appuntamento è alle 9,45 con ingresso da Piazza dei Carabinieri (Fonte SkyTG24).

Boris Johnson si è vaccinato con AstraZeneca

Il premier britannico Boris Johnson ha ricevuto oggi a Londra la prima dose di vaccino anti-Covid come previsto per la sua fascia d’età (ha 56 anni): Johnson si è fatto iniettare a mo’ d’esempio il siero sviluppato a Oxford e prodotto da AstraZeneca, di cui alcuni Paesi Ue avevano interrotto la somministrazione a causa dei timori di effetti collaterali legati a singoli episodi di trombosi, prima delle rassicurazioni dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Ieri Johnson aveva incoraggiato i connazionali sui benefici “largamente superiori ai rischi” dei vaccini approvati: incluso AstraZeneca, mai sospeso nel Regno Unito (Fonte SkyTG24).

A group of doctors with face masks looking at camera, corona virus concept.

Che miseria le paghe dei nostri sanitari
Presi a schiaffi dallo Stato
Un neo laureato che inizia a lavorare guadagna appena 1.300 euro al mese. Ma così si favorisce la sua fuga all’estero
di Renato Farina
Libero, 19 marzo 2021


Le paghe dei laureati nel campo della sanità gridano vendetta. Non nel senso con cui di solito ci si riferisce ai calciatori. Sono cifre da dover far la fila, finito il turno, alla mensa dei poveri, se si ha il torto gravissimo di tenere famiglia con figli. Il padrone (che per la maggioranza di loro è lo Stato) deve aver equivocato sulla parola sanitari, e così li tratta proprio come cessi di maiolica. Si badi, qui non ci riferiamo ai medici, i quali peraltro, specie in giovane età, sono vessati da contratti dove la precarietà assoluta e il tirocinio quinquennale per quattro soldi sono la norma. Peggio di loro sono trattati solo quelli che nei discorsi ufficiali funzionano come quando nelle riunioni di condominio si arriva alla voce «varie ed eventuali». I vari e gli eventuali però sono stati e sono la nostra salvezza, finché molleranno e ci lasceranno abbandonati con i nostri guai. Trattasi di personale ultra qualificato: infermieri professionali con turni notturni e responsabilità di reparti infetti, provetti tecnici alle macchine radiologiche, fisioterapisti sottoposti a stress micidiali (questi ultimi compongono la categoria che nei primi mesi del Covid ha registrato più caduti sul camposanto, anche se non li nomina nessuno). Sono lavoratori nell’ambito di quel settore che la retorica circonda con l’aureola dell’eroismo: il premio è una patacca di parole, e nel concreto un invito a cambiare aria, emigrando a latitudini nordiche dove la loro abilità preziosa è riconosciuta per tale e non trattata come degna di un’elemosina gettata nel piattino con degnazione.
Al sodo. Costoro dopo un anno di lavoro (trovare il quale, sembra incredibile, esige di norma circa sedici mesi di ricerca) incassano in media 1.313 euro netti al mese. Non che dopo dieci anni stiano molto meglio, piccoli aggiustamenti. Tra quelli ormai esperti se la cava chi si è armato di spirito imprenditoriale e ha messo su bottega. Ma accanto ai liberi professionisti (Dio li benedica) l’opera di questi operatori sanitari è indispensabile negli ospedali. Sono la spina dorsale del sistema sanitario nazionale. Costituiscono l’intendenza, il nerbo dell’esercito, senza del quale, secondo Napoleone, qualsiasi guerra è perduta. Andrebbero curati, accarezzati. Trattenuti. Da noi si fa di tutto per spedirli in Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Gran Bretagna, Scandinavia dove li si accoglie come in uso alle Hawaii, incoronandoli con le rose. I numeri bruti li fornisce AlmaLaurea, che ha lavorato sulle buste paga. Non hanno avuto remore i sanitari con laurea a far sapere le cifre del loro ingaggio poco sontuoso. Infatti AlmaLaurea è un consorzio al quale aderiscono 76 università italiane, che sforna il 90 per cento dei laureati nostrani. Ah, il pezzo di carta che la mamma di Guareschi, maestra elementare, aveva invano sognato per il figlio Giovannino così che si sistemasse. Il citato consorzio fornisce indicazioni a chi voglia iscriversi ad una facoltà, per sapere cosa aspetta il povero ma speranzoso giovane.
IL DOSSIER
L’ultimo dossier si intitola appunto “Focus sulle retribuzioni dei laureati nelle professioni sanitarie”: «Nel 2019 la retribuzione mensile netta dei laureati nelle professioni sanitarie è pan, dopo un anno, in media, a 1.313 euro». D’accordo quel numero l’abbiamo già riportato, ma purtroppo non si è gonfiato nel frattempo.
Esistono in questo ambito salari diversi. Sono 22 le professioni che esigono la laurea. Tra esse, racconta il dossier, «la maggiore retribuzione media mensile si osserva per i laureati in Igiene dentale (1.608 euro), seguono Infermieristica (1.390 euro), Tecniche di radiologia per immagini e radioterapia (1.330), Tecniche audioprotesiche (1.311), Fisioterapia (1.255), Ostetricia (1.209), Infermieristica pediatrica (1.204), Tecnico di laboratorio (1190), e così via fino a Tecniche audiometriche (879) e Dietistica (766)». Impressionano le cifre paragonabili o inferiori al reddito dei divanisti del reddito di cittadinanza, come per gli infermieri laureati che curano i bambini malati.
Per capire come sia ferma la dinamica salariale e come poco cresca con l’anzianità e dunque l’esperienza, basti verificare nello specifico i «tecnici sanitari di radiologia medica». La media generale attesta che la loro paga media, straordinari compresi, reperibilità, urgenze, festivi è di 1549 euro. Questi super-tecnici della nostra salute lavorano nel 52,9% dei casi nel settore pubblico, nel 45,3 % in quello privato, mentre l’1,1% è impegnato nel non profit, e sono al 60,3% uomini e per il 39,7% donne.
Quale morale trarre? Qui sta la prova provata che il mercato non è affatto l’arbitro imparziale dei meriti e delle virtù di lavoratori e affini. Il mercato è spesso stupido, ma gli italiani e il loro governo lo sono di più ad accettarne i responsi come se fosse l’oracolo della verità. L’esempio sopra documentato dovrebbe spingere le vittime alla rivolta. Ma siccome le vittime – al di là ovviamente della categoria implicata – siamo noi tutti, bisognerebbe ribellarci a noi stessi che questa situazione tolleriamo silenti. Nei convegni e nei talk-show gli esperti tipo Cottarelli direbbero che a essere danneggiato è il sistema-Italia. Non a caso ai bandi solennemente indetti a suo tempo dal commissario Arcuri e dal ministro Speranza con indecente ritardo solo a dicembre non accorreva nessuno. Chi può si laurea e se ne va. Non perché spregi la patria, ma perché la patria spregia loro. Spregia e spreca. Un laureato in queste materie costa allo Stato italiano più di mezzo milione di euro. Il Paese dovrebbe aver caro questo investimento in capitale umano. Invece li lascia accaparrare dalla famelica concorrenza straniera.
IL NODO DEL CONTRATTO
Che fare? Nei contratti degli statali che saranno presto discussi, non si faccia dei 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici un unico fascio. Si consideri la differenza di questa erba preziosa dall’altra più generica. A quelli del settore sanitario, va riservata la pista preferenziale: lo dice la realtà. Abbiamo citato i calciatori. Vengono buoni in questo caso. Bisogna proporre agli artigiani della salute un contratto decoroso prima ancora che i candidati ottengano il pezzo di carta. E come si fa per i calciatori si stabilisca un prezzo, una volta laureati, per svincolarli. In America e altrove non funziona così, perché gli studi superiori si pagano. Da noi no. Li vuole un ospedale di Bellinzona o di Oslo? Metta il prezzo del cartellino. Chi li vuole ingaggiare finanzierà così la formazione e l’assunzione di altri professionisti della nostra pellaccia.

Ieri si è celebrata la giornata in memoria delle vittime
Draghi a Bergamo: “Lo Stato c’è e ci sarà. Oggi tristezza e speranza”

Ieri, 18 marzo 2021 è stata celebrata la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime della epidemia di Covid-19. Come stabilito dal Parlamento per legge, da quest’anno il 18 marzo diventa la data per commemorare gli oltre 100 mila italiani che hanno perso la vita per il Covid-19. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, ieri era a Bergamo, città simbolo nella prima ondata dello scorso anno. Nella memoria del Paese, rimane indelebile l’immagine dei camion militari che portavano fuori dalla città i feretri dei cittadini deceduti.
“Oggi è una giornata piena di tristezza ma anche piena di speranza, vorrei che mi sentiste vicino nella tristezza e nella speranza. Lo Stato c’è e ci sarà” ha detto Mario Draghi nel corso della cerimonia. “Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato” ha sottolineato il premier. “Non possiamo abbracciarci ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti”. “Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le immagini di questa tragedia ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare”, ha aggiunto. “Ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini. Ricordare i tanti e magnifici esempi di “operatori del bene” espressi nell’emergenza da questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio. Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. In questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita. Vorrei ricordare il miracolo – e non si può definire diversamente – dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo. Allestito in pochi giorni dagli Alpini, dalla Protezione Civile e dagli artigiani volontari. E sostenuto dalla grande generosità dei cittadini bergamaschi. Il Sindaco Giorgio Gori ricorda nel suo libro – che ha come titolo “Riscatto” – anche i mille volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà. Il Sindaco li ha chiamati, a ragione, i “nuovi mille” di Bergamo” (Fonte Rainews.it).

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