Numeri ufficiali Covid-19 del 18 marzo 2021. Il corpo sanitario italiano candidato al Premio Nobel per la Pace
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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 18 marzo 2021
Ricoverati con sintomi: 26.694 (+177) (+0,67%) [Superata soglia del 40% di allarme, al 41%]
In terapia intensiva: 3.333 (+16) (+0,48%) [con 249 nuovi ingressi del giorno] [*] [I pazienti in terapia intensiva aumentano da 27 giorni – Superata soglia del 30% di allarme, al 37% – Superano la soglia d’allerta al 30% 13 regioni, mentre sorpassano il 50% di posti occupati in intensiva la Provincia autonoma di Trento (60%), le Marche (57%), l’Umbria (57%) e la Lombardia (55%)]
Deceduti: 103.855 (+423) (+0,41%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 18 marzo 2021 Ore 18:31) 2.289.514 (3,84% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)
La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 265 (-).
Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.
Il punto della situazione a cura di Lab24
La recente pubblicazione di due articoli su Nature e British Medical Journal, nei quali i medici inglesi riportano dati relativi a un netto incremento della gravità della Covid-19 legata alla prevalenza della variante inglese, ci ha spinti ha una immediata verifica sulla base dei dati disponibili. Abbiamo utilizzato, come già fatto più volte in passato, il presupposto di base che l’ingresso in terapia intensiva avvenga 14 giorni dopo l’infezione, calcolando 4-7 giorni per le prime manifestazioni patologiche e altri 7-10 giorni prima dell’ingresso in area critica. Numeri che tornano con la media delle esperienze cliniche sul campo. Abbiamo considerato tre periodi diversi: il più recente, 11-17 marzo, che riflette i contagi della settimana 25 febbraio – 3 marzo. Quello intermedio con i nuovi ingressi tra il 30 gennaio e il 5 febbraio, che riflettono la settimana 16-22 gennaio. Quello più vecchio con i nuovi ingressi tra il 5 e l’11 dicembre 2020 che riflettono il periodo 21-27 novembre 2020: si tratta in questo caso dei primi dati ufficiali disponibili, perché prima del 3 dicembre non venivano comunicati nel Bollettino quotidiano. La percentuale degli ingressi in terapia intensiva sul totale dei contagiati del periodo preso a confronto è passata dallo 0,6% di inizio dicembre (variante inglese non ancora rilevata) all’1% del periodo 31 gennaio – 5 febbraio, quando la variante rappresentava circa un quinto dei nuovi casi. L’ultimo dato, con la variante inglese ormai predominante, è salito all’1,4%. Valori che tornano con i più recenti racconti dei sanitari impegnati in prima linea: che riferiscono, a differenza di quanto accadeva nel passato, di più giovani (e con forme più gravi) indirizzati direttamente in terapia intensiva. Partendo da questi presupposti le terapie intensive avrebbero davanti almeno 3-4 settimane pesantissime, visto che devono ancora assorbire larga parte dei contagi avvenuti nella fase di espansione ancora in atto.
Di seguito elenchiamo in dettaglio i dati dei tre periodi considerati:
1) Ingressi in T.I. nella settimana 5-11 dicembre 2020: 1.289.
Il dato riflette i contagi del periodo 21-27 novembre 2020 (192.474).
Percentuale nuovi ingressi in T.I. su contagiati 0.6%.
2) Ingressi in T.I. nella settimana 30 gennaio – 5 febbraio: 944.
Il dato riflette i contagi del periodo 16-22 gennaio (89.328).
Percentuale nuovi ingressi in T.I. su contagiati 1.0%.
3) Ingressi in T.I. nella settimana 11-17 marzo: 1.891.
Il dato riflette i contagi del periodo 25 febbraio – 3 marzo (127.837).
Percentuale nuovi ingressi in T.I su contagiati 1,4%.
I valori reali devono essere stimati applicando una riduzione: perché con questo metodo attribuiamo tutti i nuovi ingressi a un arco di tempo molto preciso, includendo anche quelli relativi a infezioni contratte al di fuori del periodo considerato. Ma la concentrazione maggiore si ha sicuramente nell’arco temporale che abbiamo utilizzato, per cui possiamo stimare che il dato reale oscilli “almeno” tra il 70 e l’80% dei valori ottenuti. In pratica, ricalcolando in questo modo i dati precedenti, siamo passati da uno 0,4-0,5% di inizio dicembre a un valore intermedio di 0,7-0,8% di inizio febbraio per arrivare a un dato attuale di 1,0-1,1% (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).
Il corpo sanitario italiano candidato al Premio Nobel per la Pace
Conferire il Nobel per la pace al “corpo sanitari italiano” è stata proposta dalla Fondazione Gorbachev, che ha la sua attività più caratterizzante nell’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, secondo cui l’alto merito andrebbe riconosciuto ai “medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza COVID-19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”.
La candidatura del personale sanitario italiano è un’idea che ha raccolto già consensi in Italia e il benestare di Oslo. Inoltre, proprio come previsto dal protocollo di candidatura, la proposta è stata anche ufficialmente sottoscritta da un Nobel per la Pace, l’americana Lisa Clark, che ha prestato attività di assistenza volontaria durante l’epidemia ed attualmente vive in Toscana. Co-presidente dell’International Peace Bureau, Clark ha ricevuto l‘onorificenza nel 2017. “Ho candidato il corpo sanitario italiano al premio Nobel per la Pace”, ha spiegato, “poiché la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a sé stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze”.
Per il Governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, si tratterebbe di “un importante riconoscimento per il loro grande impegno, la dedizione e i sacrifici, costanti in tutto questo difficile anno di emergenza. Tutta Italia non vi ringrazierà mai abbastanza ed è pronta a fare il tifo, ma comunque vada per noi avete già vinto!”.
La candidatura piace anche a Danilo Massai, Presidente di Opi Firenze-Pistoia: “È un riconoscimento importante”. “Ma – evidenzia Massai – bisognerebbe che ci fosse attenzione per la nostra professione ogni giorno: i giovani vanno via e lo stipendio dell’infermiere italiano è ancora l’ultimo d’Europa”. “Da marzo 2020 a oggi la nostra categoria non ha mai smesso di essere sotto stress – prosegue il presidente dell’Ordine interprovinciale delle Professioni Infermieristiche Firenze-Pistoia -. C’è ancora bisogno di comprendere che l’infermiere è una figura essenziale e di definire standard lavorativi che ne valorizzino la professione. Per dare un’idea, in Italia lo stipendio medio dell’infermiere è 1.450 euro a differenza degli altri Paesi europei dove si attesta sui 2.200-2.300 euro. Differenze che vanno colmate se non si vuole continuare ad avere carenza di infermieri” (Fonte Quotidianosanita.it).
EMA: AstraZeneca è sicuro ed efficace
L’Agenzia europea per i medicinali ha raccomandato di riprendere le somministrazioni perché il vaccino dell’azienda anglo-svedese, sospeso tre giorni fa in alcuni Paesi in via cautelativa, è “sicuro ed efficace” e “non può essere associato a un aumento di eventi tromboembolici”. Ha anche precisato che i “molto rari eventi avversi saranno oggetto di ulteriori approfondimenti”. “La sicurezza e la fiducia nei vaccini sono fondamentali per le vaccinazioni. La priorità della Commissione è sempre stata la sicurezza e l’efficacia di qualsiasi vaccino Covid-19 autorizzato per l’uso nell’Ue. Questo è il motivo per cui abbiamo assicurato che tutti i vaccini, prima di essere somministrati, passino attraverso il controllo di sicurezza rigoroso e indipendente dell’Agenzia europea per i medicinali”. Lo afferma il Commissario europea alla salute Stella Kyriakides, dopo lo sblocco dell’EMA. “Questo è sempre stato non negoziabile per noi”, ha aggiunto (Fonte SkyTG24).
Nota di AstraZeneca: per EMA benefici superano rischi
“Oggi la Medicines Health Regulatory Authority (MHRA), l’Agenzia dei farmaci britannica e l’Agenzia europea per i medicinali (EMS) hanno riaffermato che i benefici del vaccino Covid-19 AstraZeneca continuano a superare di gran lunga i rischi”. Così, in una nota, AstraZeneca in relazione alla valutazione di oggi pomeriggio dell’EMA sul vaccino anti-Covid-19 (Fonte SkyTG24).
AIFA: domani alle ore 15.00 ripartono le vaccinazioni con AstraZeneca in Italia
Ripartono domani le vaccinazioni con AstraZeneca in Italia. Dopo la raccomandazione del Comitato di Farmacovigilanza (PRAC) di EMA, che ha confermato il favorevole rapporto beneficio/rischio del vaccino anti-Covid-19 di AstraZeneca, escludendo una associazione tra i casi di trombosi e il vaccino, e ha escluso, sulla base dei dati disponibili, problematiche legate alla qualità e alla produzione, sentito il ministro della Salute, la Direzione generale della Prevenzione e il Consiglio Superiore di Sanità, AIFA rende noto che sono venute meno le ragioni alla base del divieto d’uso in via precauzionale dei lotti del vaccino, emanato il 15 marzo. Pertanto, domani, non appena il Comitato per i farmaci ad uso umano (CHMP) rilascerà il proprio parere, AIFA procederà a revocare il divieto d’uso del vaccino AstraZeneca, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale a partire dalle ore 15.00 (Fonte SkyTG24).
Foto di copertina: Il 12 marzo 2020, in piena pandemia e durante il severo lockdown italiano, l’illustratore Franco Rivolli dona all’Arma dei Carabinieri il disegno di una dottoressa che, in mascherina e con le ali dietro al camice, culla l’Italia, secondo un immaginario già presente in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale.