Benedetto XVI conquista Parigi e diventa pellegrino a Lourdes

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Il papa conquista Parigi. “Amo la Francia”, dice e invita i ragazzi ad essere coraggiosi, accettare la croce, diventare sacerdoti e farsi testimoni della “laicità positiva” che condivide con Sarkozy. Nell’Esplanade des Invalides in più di 200 mila seguono la celebrazione eucaristica del pontefice. E non sono solo giovani in sacco a pelo che hanno passato la notte sul prato dopo aver marciato da Notre Dame. Ci sono famiglie e anziani, eleganti signore parigine che hanno scelto di restare per la messa piuttosto che andare via per il fine settimana, professionisti e intellettuali, che dopo il discorso al mondo della cultura, trasmesso in diretta tv, vogliono ascoltare Benedetto XVI, papa e accademico di Francia.

Poco prima della celebrazione eucaristica, il papa si è recato proprio all’Accademia dove ha benedetto una targa marmorea dedicata alla sua visita. Celebrazione curatissima per la lituirgia quella agli Invalides, una corale di 2000 elementi, un altare semplice e paramenti creati appositamente da una comunità “tradizionalista” che Ratzinger aveva visitato in una sua visita parigina.

Anche questa è una chiave di lettura del primo viaggio di Benedetto XVI a Parigi. Nella città dove la parrocchia più frequantata è quella degli amanti del rito tridentino, il papa ha fatto innamorare i laici e gli agnostici, incantati dalla semplicità e dalla profondità di un intellettuale, prima che di un pontefice. Se all’arrivo ieri mattina ancora si vendevano numeri speciali di riviste dedicati a Giovanni Paolo II, oggi anche Le Monde scrive: “La politica, l’intelligenza, la fede, in un giorno Parigi è stata conquistata da Benedetto”.

Anche la moglie di Chirac, Bernadette, era alla messa di questa mattina, anche lei sarà a Lourdes. “Fuggite l’idolatria”, ha detto il papa ai 200 mila in piazza e alle migliaia collegati sui due canali nazionali. “Il mondo contemporaneo non si è forse creato i propri idoli? – è la domanda – Non ha forse imitato, magari a sua insaputa, i pagani dell’antichità, distogliendo l’uomo dal suo vero fine, dalla felicità di vivere eternamente con Dio? È questa una domanda che ogni uomo, onesto con se stesso, non può non porsi. Che cosa è importante nella mia vita? Che cosa metto io al primo posto? La parola “idolo” deriva dal greco e significa “immagine”, “figura”, “rappresentazione”, ma anche “spettro”, “fantasma”, “vana apparenza”. L’idolo è un inganno, perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell’apparenza. Ora, non è questa una tentazione propria della nostra epoca, che è la sola sulla quale noi possiamo agire efficacemente? Tentazione d’idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze; tentazione d’idolatrare un futuro che non esiste ancora, credendo che l’uomo, con le sole sue forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra! Il denaro, la sete dell’avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l’uomo dal suo Fine vero?”.

Ed ecco ancora la difesa della ragione: “Mai Dio domanda all’uomo di fare sacrificio della sua ragione! Mai la ragione entra in contraddizione reale con la fede!”. Il discorso si fa più eucaristico.”Come giungere a trovare o ritrovare Colui che l’uomo cerca nel più profondo di se stesso, pur dimenticandolo così sovente?” la risposta è nella vita di Cristo che ” ha istituito il sacramento dell’Eucaristia la sera del Giovedì Santo. Egli ha voluto che il suo sacrificio fosse nuovamente presentato, in modo incruento, ogni volta che un sacerdote ridice le parole della consacrazione sul pane e sul vino. Milioni di volte da venti secoli, nella più umile delle cappelle come nella più grandiosa delle basiliche o delle cattedrali, il Signore risorto si è donato al suo popolo, divenendo così, secondo la formula di sant’Agostino, “più intimo a noi che noi medesimi” . Per questo il papa dice: “Alzare il calice della salvezza ed invocare il nome del Signore non è forse precisamente il mezzo migliore di “fuggire gli idoli””.

Ed è per questo che servono i sacerdoti. “Qui, cari abitanti di Parigi e della regione parigina, ma anche voi tutti che siete venuti dall’intera Francia e da altri Paesi confinanti, permettetemi di lanciare un appello pieno di fiducia nella fede e nella generosità dei giovani, che si pongono la domanda sulla vocazione religiosa o sacerdotale: Non abbiate paura! Non abbiate paura di donare la vostra vita a Cristo! Niente rimpiazzerà mai il ministero dei sacerdoti nella vita della Chiesa. Niente rimpiazzerà mai una Messa per la salvezza del mondo! Cari giovani o meno giovani che mi ascoltate, non lasciate senza risposta la chiamata di Cristo.” Solo così allora, ha concluso”La speranza resterà sempre la più forte!”. 

Il viaggio del papa prosegue a Lourdes. Le tappe nella casa di Bernadette, la processione aux flambeaux, il saluto ai fedeli e domani la messa. Anche il presidente Sarkozy che Liberation definisce “toccato dalla grazia” ieri ha parlato di Lourdes. Non è un luogo per bigotti, ma un posto dove imparare a rispettare la dignità umana, ha detto.

Il testo integrale

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