Il Cardinale Tettamanzi parla dell’ Anno della Fede

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La Visita ad limina come occasione di gioia e di rinnovato entusiasmo che scaturiscono dal dialogo con il Santo Padre: con questi sentimenti, sottolineati dal cardinale Dionigi Tettamanzi, Amministratore Apostolico della Diocesi di Vigevano, i vescovi della Conferenza Episcopale Lombarda hanno concelebrato l’Eucaristia nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il cardinale Tettamanzi ha presieduto la celebrazione che si è svolta nella Cappella Cesi della Basilica nella giornata dedicata alla memoria dei Ss. Cirillo e Metodio.

Un’occasione importante, la visita ad limina dei vescovi lombardi, nella vita della Chiesa particolare e, ha sottolineato il cardinale Tettamazi, “Tutto questo avviene nel clima di queste giornate che ci conducono stupiti e commossi a vivere una particolarissima vicinanza di fede e preghiera con il Papa, quasi ad entrare nel suo cuore e condividere con lui quanto con la sua umanità con il suo spirito evangelico ha deciso per il bene della Chiesa”. Commentando le letture e in particolare il brano evangelico, (Lc 10, 1-9), il cardinale, ora Amministratore Apostolico di Vigevano, durante l’omelia ha riflettuto sul ministero episcopale: “È un ministero in cui ogni membro ha bisogno di speranza, fiducia, serenità e gioia”. La messe è abbondante ma sono pochi gli operai, recita il brano evangelico: ciò che consola il cuore è che il Signore si reca comunque e dovunque e nel cuore di tutti, nessuno escluso.

Gesù è l’unico Salvator mundi e l’universale Redemptor hominis. “A noi è richiesto solo, ma quanto è grande e straordinario questo “solo”, di preparare la venuta salvifica del Signore come ha fatto Giovanni il Battista” ha ribadito il cardinale che ha chiesto l’aiuto di Dio per non dimenticare mai che tutto non poggia sulle sole forze umane ma tutto è grazia e dono del Signore e frutto del suo amore: “La messe è abbondante per questo non ci deve mai mancare speranza, fiducia, serenità e gioia” ha ribadito il cardinale “Questo non perché manchiamo di realismo ma perché viviamo di fede”. La riscoperta della gioia della fede e l’entusiasmo nella dinamismo della missione si connettono nella nuova evangelizzazione che Cristo risorto affida ai suoi fedeli e che Benedetto XVI ripropone con insistenza in questo Anno della Fede. Nel Motu proprio “Porta Fidei” con cui il Papa ha indetto l’Anno della Fede, è continuamente sottolineata l’importanza, la grazia e la responsabilità di una nuova evangelizzazione ordinata a far riscoprire la gioia di credere e a ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede.

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