Numeri ufficiali Covid-19 del 17 marzo 2021. Fatto il vaccino non possiamo tornare alla vita di prima, almeno non per ora. I FAQ

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi mercoledì 17 marzo 2021

Ricoverati con sintomi: 26.517 (+419) (+1,61%) [Raggiunta soglia del 40% di allarme]
In terapia intensiva: 3.317 (+61) (+1,87%) [con 324 nuovi ingressi del giorno, mai così tanti da quando viene comunicato il dato] [*] [I pazienti in terapia intensiva aumentano da 26 giorni – Superata soglia del 30% di allarme, al 37%]
Deceduti: 103.432 (+431) (+0,42%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 17 marzo 2021 Ore 14:31) 2.180.085 (3,66% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 17 marzo 2021 ore 18:19 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
[*]
Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 265 (+1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Dal punto di vista delle priorità vaccinali ricordiamo l’esigenza di coprire il più rapidamente possibile la popolazione compresa tra 70 e 79 anni, che dopo gli over 80 mostra il profilo di rischio più elevato con una letalità del 9,29% da inizio epidemia. Per quanto riguarda invece le strategie vaccinali delle singole Regioni segnaliamo la chiara incongruenza di quanto sta accadendo in Sardegna: in zona bianca e con una ridotta circolazione del virus, quindi nelle condizioni migliori in assoluto per procedere rapidamente alla messa in sicurezza della popolazione, ma nonostante questo in ultima posizione tra tutte le Regioni italiane per numero di dosi somministrate rispetto a quelle ricevute. Appena il 64,2% alle ore 15.31 di oggi, 17 marzo, secondo il Report aggiornato in tempo reale del governo italiano: quando sarebbe lecito aspettarsi di trovarla, viste le condizioni favorevoli, in prima posizione (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Fatto il vaccino torniamo alla vita di prima?

Purtroppo no, almeno per ora. Le uniche certezze disponibili al momento riguardano l’efficacia dei tre vaccini nel prevenire l’insorgere di forme moderate e severe di malattia. È probabile che il vaccino impedisca, o quanto meno renda estremamente rara, la possibilità di contrarre una forma subclinica di Covid-19 e di infettare quindi altre persone, ma non ci sono certezze. Non si conosce inoltre ancora la durata esatta della protezione fornita dai vaccini, e anche se è probabile che duri almeno diversi mesi, anche qui certezze non ve ne sono. I vaccinati non possono quindi abbandonare le norme di prevenzione rispettate fino a oggi: mascherine, lavaggio delle mani, ecc. Si sente parlare di passaporti vaccinali per permettere almeno ai vaccinati di riprendere qualcuna delle abitudini pre-pandemiche (cinema, teatri, viaggi), ma per ora non ci sono conferme da fonti ufficiali. Anche perché, visto che la campagna vaccinale sarà lunga e scandita da tappe precise, una carta dei diritti subordinata alle vaccinazioni potrebbe rappresentare una forma di discriminazione per tutte le fasce meno a rischio (giovani in primis) che nell’ultimo anno hanno già abdicato a molti dei loro diritti in nome dell’interesse collettivo. E inoltre, ricordiamolo, non sappiamo la durata dell’immunizzazione e se quanto si sia protetti verso le varianti del coronavirus (Fonte Wired.it).

Cosa può fare e cosa no chi si è già vaccinato per il Sars-CoV-2

SE SONO VACCINATO DEVO CONTINUARE A RISPETTARE IL DISTANZIAMENTO FISICO E INDOSSARE LA MASCHERINA?
Sì, una persona vaccinata deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione perché non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione ad altre persone. Questo anche alla luce della circolazione di nuove varianti del virus, che appaiono più contagiose e per le quali la protezione del vaccino potrebbe essere inferiore a quella offerta rispetto al ceppo virale originario.

DOPO LA VACCINAZIONE POTRÒ INCONTRARE PARENTI E AMICI IN LIBERTÀ?
Anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione bisognerà continuare a osservare le misure di protezione nei confronti degli altri (mascherina, distanziamento, igiene delle mani). Queste precauzioni saranno necessarie finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus ad altri.

ANCHE I LAVORATORI VACCINATI DEVONO MANTENERE L’USO DEI DPI E LE ALTRE PRECAUZIONI SUL LUOGO DI LAVORO?
Sì, tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, devono continuare a utilizzare rigorosamente i DPI, i dispositivi medici prescritti, l’igiene delle mani, il distanziamento fisico e le altre precauzioni secondo la valutazione del rischio, indipendentemente dallo stato di vaccinazione. Inoltre, tutti i lavoratori devono aderire a eventuali programmi di screening dell’infezione (tamponi e test) sul posto di lavoro.

È PREVISTO IL RILASCIO DI UN CERTIFICATO INTERNAZIONALE DI VACCINAZIONE?
Dopo la somministrazione sarà rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione. Inoltre, l’Unione europea sta lavorando a un “pass”, grazie al quale i cittadini europei che avranno dimostrato l’avvenuta vaccinazione potranno tornare a viaggiare a partire da quest’estate. Il certificato sarà interoperabile e legalmente vincolante per gli Stati membri e ammetterà tutti i vaccini disponibili sul mercato.

APPENA FATTO IL VACCINO POSSO INCONTRARE ALTRE PERSONE VACCINATE SENZA MASCHERINA?
Negli Usa, dove la campagna vaccinale è già molto avanti, il Cdc (Centro per il controllo delle malattie) ha pubblicato delle linee guida in cui spiega che le persone completamente vaccinate possono visitare altre persone vaccinate al chiuso e senza l’obbligo di indossare una mascherina. In Italia, però, le autorità (Iss, Aifa, ministero della Salute) non si sono ancora espresse su questa possibilità. Inoltre bisogna ricordare che occorre attendere almeno un paio di settimane affinché l’organismo produca una elevata quantità di anticorpi in grado di neutralizzare il virus. Quindi, anche in caso, ci fosse il via libera a incontrare altri vaccinati senza mascherina, bisognerebbe attendere almeno questo periodo di tempo. Il Cdc ha precisato comunque che i vaccinati dovranno comunque indossare le mascherine in ambienti affollati e continuare a farlo anche ogni volta in cui si incontrano soggetti vulnerabili, quindi potenzialmente esposti a forme gravi di Covid-19 (Fonte SkyTG24).

IN PAROLE POVERE
Anche dopo aver completato la vaccinazione non cambia niente, per ora: si deve continuare a utilizzare rigorosamente i DPI, l’igiene delle mani, il distanziamento fisico e le altre precauzioni secondo la valutazione del rischio.

Ministro Gb: vaccini stanno salvando migliaia di vite

I vaccini anti-Covid-19 in uso nel Regno Unito “stanno salvando migliaia di vite”. Lo ha detto il Ministro della Sanità, Matt Hancock, incoraggiando tutti a rispondere alle convocazioni e citando un nuovo studio condotto in Gran Bretagna su milioni di persone che indica una media dell’80% di riduzione del rischio di ricovero fra chi ha ricevuto una sola dose (AstraZeneca o Pfizer/BionTech) e dell’85% del rischio di morte. Inoltre risulta che il 90% degli ultrasettantenni ha sviluppato gli anticorpi e un calo verificato d’almeno 35% dei rischi di contagio per chi vive con persone vaccinate: conferma di un’efficacia anche contro la trasmissibilità (Fonte SkyTG24).

Emiliano: “Non possiamo moltiplicare all’infinito i reparti Covid”

“Non possiamo moltiplicare all’infinito i reparti Covid, non possiamo moltiplicare all’infinito il personale”: lo ha dichiarato il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, in relazione all’emergenza che la Puglia sta vivendo per quanto riguarda l’occupazione delle strutture sanitarie. Attualmente sono 1.810 le persone ricoverate per Covid-19, sessanta in più rispetto a ieri. “Nonostante abbiamo sostanzialmente triplicato i posti letto Covid e sospeso le attività ordinarie negli ospedali, rischiamo comunque in tutta Italia che la variante inglese, che va al doppio della velocità delle altre e crea conseguenze più gravi di queste ultime, sottoponga il personale sanitario ad un pauroso ulteriore stress operativo, che va sostenuto da tutti, limitando tutte le attività che possono moltiplicare i contagi” (Fonte SkyTG24).

Vaccino AstraZeneca, la Circolare della polizia: «Nessun pericolo e nessun controllo a chi l’ha già fatto». Il direttore centrale Sanità rassicura funzionari e agenti
di Fiorenza Sarzanini
Corriere.it, 17 marzo 2021

«Per coloro che sono stati sottoposti alla vaccinazione, anche con i lotti sequestrati dall’autorità giudiziaria, non vi è nessun pericolo e nessuna necessità di effettuare controlli, accertamenti clinici o terapie preventive, ma vanno soltanto segnalati al medico curante eventuali eventi avversi che, in genere si manifestano entro poche ore dalla somministrazione». È questo il punto centrale della circolare trasmessa a tutti gli uffici di polizia italiani dal direttore centrale della Sanità Fabrizio Ciprani. Un documento condiviso con il capo della polizia Lamberto Giannini per fornire aggiornamenti sulla situazione ma che serve anche a rassicurare visto che agenti e funzionari sono stati immunizzati proprio con AstraZeneca.
Nella circolare si sottolinea che «la sospensione della vaccinazione di massa decisa dall’Aifa è un provvedimento del tutto cautelativo», ma si riconosce che la scelta «ha provocato preoccupazione e allarmismo» visto che «fino al 15 marzo ben 53.000 operatori della polizia di Stato hanno ricevuto la prima dose, una quota pari al 76% del personale che aveva aderito alla campagna vaccinale e costituisce un risultato assolutamente confortante, in termini di contenimento della pandemia, nel nostro comparto». Anche perché «dall’inizio della pandemia ci sono stati nella polizia 9.000 casi di positività e 11 decessi mentre attualmente l’età media dei ricoverati per Covid nella popolazione generale è di 44 anni e ciò consente di comprendere qual è stato e quale avrebbe potuto continuare ad essere, senza il ricorso alla vaccinazione, l’impatto della pandemia anche nella nostra realtà».
Il documento spiega anche che «si deve ancora chiarire se la correlazione tra vaccinazione ed eventi avversi sia causale o casuale, dal momento che le morti improvvise e le patologie tromboemboliche rappresentano tutt’altro che evenienze rare». I dati disponibili indicano che le morti improvvise cardiache sono dell’ordine di 0,95/1.000 abitanti per anno, pari a 40, 50.000 nuovi eventi per ogni anno, anche se vi sono buone ragioni per ritenere questo dato sottostimato. Un caso su cinque colpisce fasce di popolazione giovane e ancora attiva (tra i 35 e i 65 anni): questi numeri indicano come, a ragione del numero dei soggetti fin qui vaccinati in Italia, occorra molta prudenza nella valutazione del nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e i tragici e isolati eventi che in questi ultimi giorni vengono registrati e segnalati, ma che potrebbero presentarsi inevitabilmente a prescindere dalla pratica vaccinale».

La gente muore e questi giocano.

Quando l’eccesso di cautela uccide
di Luca Angelini, editorialista
Il Punto | la newsletter del Corriere della Sera, 16 marzo 2021


Una misura soltanto «temporanea e precauzionale»: così tutte le autorità sanitarie e i governi europei hanno definito la sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca, in attesa di un parere dell’Agenzia europa del farmaco (Ema), atteso per giovedì. Peccato che anche l’eccesso di precauzione possa uccidere (persino se temporaneo, se è in corso una pandemia che fa migliaia di morti al giorno). Cristina Marrone ha già ricordato sul Corriere il caso del Fluad, il vaccino antinfluenzale «incolpato» nel 2014 (ingiustamente, come si scoprì poi) di aver causato la morte di tre anziani che, dopo la temporanea sospensione da parte dell’Aifa, portò a un crollo delle vaccinazioni sia in quell’anno che in quelli successivi, con conseguente aumento dei morti per influenza.
All’elenco dei morti da troppa cautela o, meglio, da eccesso di dubbi, l’Economist aggiunge quelli per l’accusa senza fondamento (nata dal famigerato rapporto Wakefield) al vaccino contro morbillo, parotite e rosolia di provocare l’autismo, con conseguente ondata di complottismi no-vax, e quelli in Giappone per la campagna del 2013 che portò a sospendere il programma di vaccinazioni anti papillomavirus (secondo uno studio ci sarebbero state da 5.000 a 5.700 morti evitabili tra le ragazze giapponesi nate tra il 1994 e il 2007).

Oggi ho ricevuto presso la struttura vaccinale della Direzione Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano la prima dose del vaccino anti-Covid-19 Comirnaty di Pfizer/BionTech.

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