Il Papa è in carica fino al 28 febbraio, seguiamo i suoi appuntamenti. Il briefing di Padre Lombardi
Oggi non avrei molte cose da aggiungere, se non forse alcune precisazioni e alcune informazioni che è giusto darvi in modo che vi sentiate accompagnati nel vostro lavoro di questi giorni e sappiate che siamo disponibilissimi ad aiutarvi e a cercare di rispondere a domande e chiarimenti, anche se ne arrivano a volte così tante che non funziona.
Volevo ringraziarvi tutti del servizio di informazione tempestiva abbondante e attenta alla sostanza dell’evento di ieri e anche per i commenti che mi sembrano molto rispettosi, molto riflessivi che hanno colto la responsabilità, la lucidità di questa decisione del Santo Padre e hanno dato un senso di rispetto, di partecipazione, di comprensione e di partecipazione sul modo in cui il Papa vive questa decisione, con una grande riflessione davanti a Dio. E questo dà luogo alla serenità in cui lui sta vivendo in questi giorni. La sua è una decisione lucida, spirituale, ben fondata dal punto di vista di fede e umano. Sulle motivazioni della decisione non ho altro da aggiungere rispetto a quello detto chiaramente dalla dichiarazione. Se ci sono altre domande cui rispondere lo facciamo volentieri, ma mi sembra che la sostanza del ragionamento fatto dal Santo padre è chiara.
Per quanto riguarda questi giorni, mi chiedono se gli appuntamenti che erano previsti di qui alla fine di febbraio sono confermati. Sì, sono confermati. Sono confermate le visite ad limina dei vescovi italiani, sono confermate le visite dei presidenti di Romania e Guatemala, nella settimana in cui sono previsti gli esercizi spirituali di Quaresima ci saranno gli esercizi spirituali di Quaresima. Ci sono nei prossimi giorni occasioni, celebrazioni importanti su cui vorrei richiamare la vostra attenzione. Come ho già avuto modo di dire in questi giorni, fino al 28 febbraio Benedetto XVI è il nostro Papa in piena funzione e abbiamo occasioni preziose: domani c’è l’udienza generale, al pomeriggio c’è la celebrazione in san Pietro. È stata spostata la classica celebrazione delle Ceneri, che in genere si tiene a Santa Sabina sull’Aventino in Vaticano. C’era la processione da Sant’Anselmo alle quattro e mezzo e si arrivava a Santa Sabina. Questa volta è stato spostato in Vaticano perché nella Basilica c’è molto più spazio, e siccome si può supporre che ci siano molti fedeli che vogliono pregare con il Santo Padre, Santa Sabina sarebbe stata troppo ristretta, mentre la basilica offre uno spazio più adeguato.
Stamattina parlavo con il cardinale Sodano che mi diceva che “normalmente non andavamo tutti a Santa Sabina per le Ceneri, ma stavolta parteciperemo” e dunque i cardinali che c’erano anche al Concistoro si pensa saranno alla celebrazione in San Pietro. Si può capire che è l’ultima grande concelebrazione in San Pietro del Santo Padre con un gran numero di cardinali e con un gran popolo presente e dunque è una cerimonia che ha un suo rilievo.
Volevo invitarvi a seguire la conversazione del Papa con il clero romano del giovedì mattina. È una tradizione antichissima che il Santo Padre incontri i sacerdoti di Roma nel giovedì delle Ceneri. Questo incontro avveniva in passato nell’Aula delle Benedizioni, poi è stato spostato nell’aula Paolo VI e quest’anno sarà nell’Aula Paolo VI. Il Papa parlerà a braccio, con appunti preparati, e a quanto ho potuto apprendere voleva parlare della sua esperienza al Concilio Vaticano II – gli era stato chiesto dal clero di Roma come tema della conversazione la sua esperienza del Concilio. Vi consiglio di seguire questo momento, che mi sembra molto importante perché è un discorso proprio del Papa.
Avremo gli Angelus della domenica, e dunque è possibile che persone anche da Roma verranno per manifestare vicinanza al Papa nella piazza. Poi avremo di solito le sue brevi parole alla fine degli esercizi spirituali, ed è un momento cui essere attenti. E poi c’è l’udienza del 27 febbraio, e sarebbe l’ultima udienza generale. Per quello che capisco, ci si sta organizzando per farlo in piazza, in modo che ci sia spazio per dare possibilità di una partecipazione più ampia al saluto al Santo Padre.
Altre cose per ora non mi risultano. Ho visto qualche agenzia e qualche testata che diceva che il cardinale Sodano ha detto che ci sarà modo di manifestare (anche da parte di personaggi importanti) il loro saluto e la loro gratitudine al Santo Padre . Qualcuno ha interpretato che si volesse organizzare un saluto particolare per delle personalità, ma questo non è esatto. Non è che si stia organizzando chissà quale evento speciale di saluto al Papa. Le cose si sono manifestate così all’improvviso e dobbiamo andare avanti con gli impegni. Ritengo si andrà avanti con gli appuntamenti in calendario.
Qualche puntualizzazione su questioni domande o notizie che ho visto circolare. Mi è stata riproposta la questione della salute del santo Padre, ribadisco quello che ho detto: non ci sono malattie specifiche, si tratta dell’indebolirsi per l’invecchiamento come il Papa ha detto chiaramente nella sua dichiarazione. Qualcuno ha parlato di un intervento al cuore di un peacemaker nei mesi passati, e questo è corretta, nel senso che c’è stata una sostituzione delle batterie del peacemaker che già c’era da tempo. E rimane quello che abbiamo detto, e cioè che non ha nessun peso nelle decisioni, non c’è nessuna novità, e non c’è da andare a cercare qualche intervento particolare. Non aveva nessun rilievo particolare, nessuna importanza, era normale di routine, come tutti quelli che hanno un regolatore del battito cardiaco.
Qualcuno ha parlato di dichiarazioni del cardinal Dziwisz che mettessero il Papa in contrasto rispetto all’atteggiamento avuto da Giovanni Paolo II di fronte all’infermità e alla permanenza nel ministero petrino. Vi abbiamo messo a disposizione la dichiarazione esatta del cardinal Dziwisz, non ha alcun riferimento, nessun contrasto, è molto rispettosa e compresa, molto grata all’amore del Papa Benedetto XVI per la Polonia, anche a Radio Vaticana ha delle parole molto precise e belle, e non c’è motivo che ci sia stata una manifestazione di non accordo di non apprezzamento del cardinale Dziwisz per la scelta di Benedetto.
Un’altra piccolissima domanda che mi è stata fatta: perché le ore 20 del 28 e non le ore 24. La risposta è (come avevo facilmente intuito) che con le ore 20 della sera la normale giornata operativa del Papa si conclude. Questo vuol dire che il 28 febbraio vissuto in modo normale e ordinario è l’ultimo giorno del servizio. Se uno ha problemi importanti da proporre è meglio che lo fa prima delle 20 del 28 febbraio. Non c’è alcun motivo giuridico operativo da andare a individuare se non il normale terminare della giornata di lavoro ordinaria del Papa.
Qualcuno si domanda se l’eventuale enciclica sulla fede arriverà ad essere pubblicata alla fine del mese. A quanto mi risulta no, perché non era a un punto di preparazione tale da poter essere tradotta, pubblicata, messa a punto in poco tempo. Quindi è un documento che abbiamo preparato ma non avremo, almeno nella forma normale dell’enciclica. Benedetto XVI ci farà forse partecipi delle sue riflessioni della fede in altro modo – benissimo! – ma non possiamo aspettarcela per la fine del mese di febbraio.
Per quanto riguarda il monastero delle religiose, il Papa abiterà là con le religiose? No, chi conosce questo edificio sa che è un edificio piccolino. È stato allargato con la costruzione di una cappella lungo il muro che scende dalla torre del Colle, perché le religiose avessero una cappella in cui pregare, ma rimane comunque un edificio piccolo, dove non si possono mettere insieme la residenza delle religiose e del Papa. In questa fase in cui le religiose avevano terminato il loro tempo normale di permanenza in Vaticano, non è stato previsto un gruppo successivo e quindi il Papa userà questo spazio.
I colleghi del Ctv sono corsi rapidamente a riprendere un certo bagaglio di immagini del Mater Ecclesiae, e quindi potete chiedere al Ctv quando abbiano a disposizione un pacchetto di immagini del monastero.
Per altre questioni molto particolari, questioni protocollari, abito, denominazione, molto onestamente devo dire che niente è ancora definito. La domanda c’è, e dunque le risposte che dovremo dare e che sono necessarie per muoversi correttamente nelle denominazioni vanno definite d’accordo con il Santo Padre nelle prossime settimane e quando avremo informazioni precise e corrette sarà nostro dovere comunicarlo.
Un altro punto emerso nella giornata di ieri: come avete notato nell’articolo dell’Osservatore Romano si diceva una decisione presa dopo il viaggio in Messico e Cuba. Questa è una informazione che io ieri mattina non aveva dato. Credo che sia una osservazione fondata – se è data dall’Osservatore Romano – ma vorrei inserirla in un cammino. Non credo che vada concentrata troppo l’attenzione su un momento particolare, mi è stato autorevolmente detto che la mia era una impostazione corretta di riprendere quello che il Papa aveva detto nel libro Luce del mondo sull’ipotesi delle dimissioni del Santo Padre, e dunque era un tema chiaro nell’impostazione prima del viaggio in Messico e Cuba ed indipendente da vicende particolari.
Poi in questa prospettiva il seguito degli eventi e la sensazione crescente negli ultimi mesi dell’indebolimento dovuto alla vecchiaia portano la decisione a maturare, anche in un momento in cui la decisione viene presa formalizza e comunicata. L’esperienza del viaggio significa che quello è stato l’ultimo grande viaggio intercontinentale del Santo Padre e quindi è una delle occasioni in cui si è reso concretamente conto – anche se quel viaggio lo aveva affrontato benissimo – che in futuro, andando avanti l’età verosimilmente non sarò più in grado di portare avanti dei limiti, può essere considerata una tappa del suo discernimento. Però non vuol dire che dopo il viaggio avesse preso una decisione, nella sua esperienza dell’ultimo viaggio intercontinetale – tolto quello del Libano, molto importante della pubblicazione dell’esortazione apostolica – non ha messo in calendario altri grandi viaggi, se non affermare che per Rio è normale che il Papa sia presente, ma non è detto che sia lui ad essere presente.
Avete qualche domanda voi?
Il dato esatto della situazione sul cuore qual è? Anche sul restauro del convento, quando è cominciato era già previsto che sarebbe stato usato per la residenza del Papa emerito?
Per quanto riguarda la questione del cuore, io faccio riferimento a quello che è stato pubblicato stamattina dal Sole24Ore, questa era la sorgente di questa domanda che qualcuno mi ha fatto. Qui si diceva un po’ di meno di tre mesi il Papa è stato nella clinica di PIO XI per mettere il peacemaker. Ma questa è una cosa di routine, a volte ci sono delle messe a punto del funzionamento del peacemaker. Questa è la questione, non ho motivo di smentirla, non ho motivo di dire che questo non è avvenuto, ma questa è una cosa di routine e non ha niente a che fare. Non so la data esatta.
Per quanto riguarda il restauro, l’ultimo gruppo di suore è andato via a novembre, nel corso di questo autunno e dopo di allora anche qui non saprei dire in che giorno siano cominciati dei lavori, però certamente sono stati intrapresi in questa prospettiva, non è stato previsto l’arrivo di un nuovo gruppo di suore, mentre invece si sono iniziati questi lavori, quindi siamo negli ultimi mesi dell’anno precedente.
Perché il Papa andrebbe a vivere lì al Mater Ecclesiae? Ha scelto lui e perché?
È una decisione sua evidentemente. Nessuno impone al Papa dove deve andare e cosa deve fare, la sua decisione di fare una rinuncia avrà chiesto consiglio a qualcuno di quali potevano essere i luoghi in Vaticano garantendo una certa autonomia e libertà essendo presente in Vaticano, e non ho altro da dire sulla questione. Il Papa conosce molto bene il Vaticano, e quindi sapeva perfettamente cosa era il convento, dove era e se poteva essere come collocazione una collocazione adeguata, aveva una perfetta conoscenza del luogo e dell’edificio.
Un giornale statunitense ha detto che i tribunali hanno sospeso il loro lavoro? E anche se il protocollo non è determinato è prevedibile che il Papa parteciperà alle liturgie della prima messa del successore?
Non vedo motivo per cui un’istituzione termini di essere attiva per il solo fatto che il Papa ha annunciato le sue dimissioni, mi informerò, ma non ho nulla da dire. Anche sulla seconda non ho nulla da dire e mi pare una domanda interessante, sensata, ma vi prego anche di tener conto che c’è una certa serie di questioni da vedere da parte del Papa stesso. Mi pare che sia un momento anche per lui di transizione, nonostante fosse una decisione maturata da tempo e vissuta con serenità e con emozione. Credo che il fatto di riflettere come si vive il dopo è una cosa che possa richiedere un po’ di tempo e tranquillità e riflessione e adattamento alla nuova situazione. Chiedere fin d’ora come si comporterà mi sembra prematuro. Staremo un po’ a vedere, se avrò qualcosa di utile da dire lo dirò volentieri.
Chi trasloca con il Papa? La data quando è inserito un peacemaker, ci sono stati altri interventi? Quando le suore sono andate in novembre i restauri erano intesi come residenza del Papa? E cosa succede degli effetti speciali del Papa quando si dimette? L’anello del pescatore viene rotto?
Ci sono diverse cose cui non so rispondere con precisione. Ci sono diverse cose che poi non sono ancora neanche oggettivamente decise, evidentemente ci sarà qualcuno che vive con il Papa e che si occupa di lui e dire quante persone, e chi siano esattamente: aspettiamo un po’ di tempo. Per quanto riguarda la questione dei restauri, io devo dire che un calendario esatto sulle suore che sono partite e sono andati degli operai adesso non lo so dire. So che è una questione degli ultimissimi mesi del’anno passato. Qualcuno di voi mi aveva chiesto: “Si sa quando arrivano le suore nuove?”. Io mi ero informato e avevo capito che non era ancora chiaro quando sarebbero venute le suore nuove. Era il periodo prima di Natale. Per quanto riguarda anello e sigillo, non sono uno specialista, credo che delle persone competenti in Vaticano stiano prendendo le norme e di adattarle alla situazione. Io credo che se si tratta di oggetti che sono connessi strettamente con l’esercizio del ministero petrino. questi dovrebbero essere terminati, perché questo Papa non esercita più il ministero dal giorno primo marzo, e se l’anello è per sigillare documenti di valore papale, allora forse va spezzato ugualmente. Ma questo non lo possiamo precisare man mano, riguardano cose sulla sede vacante su cui dovremo concentrarci. Per quanto riguarda il peacemaker, a quanto ho capito risale a prima del pontificato.
Il Papa lascerà subito il Palazzo Apostolico e quando rientrerà in Vaticano?
Onestamente non so dare una risposta precisa. Diciamo che può la permanenza a Castel Gandolfo è indipendente dalla continuazione del servizio papale, potrebbe volare a Castel Gandolfo anche il pomeriggio e fino alle 20 è in funzione come era in funzione questi anni in cui andava in vacanza là. Non so come si organizzi logicamente questo passaggio. Idem per quanto riguarda i lavori. Tutti quelli che hanno esperienze di lavori in casa, sanno che è difficile prevedere quando questi terminano, quindi avremo pazienza di sapere quando finiranno, sarà difficile fare un calendario ad oggi. È stato gentile da parte del sostituto dirlo in maniera tale che potessi dirlo anche a voi.
Quale sarà il titolo del Papa?
Credo che come ho detto anche ieri che il Papa è una persona distinta e dopo la nuova elezione si ritirerà. Nessuno può essere sicuro, i cardinali saranno autonomi nelle decisioni e non avranno uno specifico ruolo in questa direzione. Non sappiamo quale sarà il suo titolo,
Abbiamo letto la settimana scorsa i commenti del cardinal Vincenzo Paglia. Questa è una coincidenza, questo suggerisce una visione politica nel cuore della Chiesa, una visione che Papa Ratzinger riteneva esportabile?
Paglia non è cardinale. Non è un problema, chiamano cardinale anche me… (ride, ndr) Ritengo che questo non abbia assolutamente nulla a che vedere con la nostra problematica. Ciò che ha detto Paglia mi sembra coerente con la posizione della Chiesa e non è stato oggetto di tensioni particolari, Paglia si ispira a quelli che sono i principi di Benedetto XVI .Può essere un modo di atteggiarsi dal punto di vista pastorale nei diversi modi in cui si esprime, ma non c’è problema di tensioni oggettive.
Padre Lombardi, ho letto che il Santo Padre non farà parte del collegio cardinalizio. Conferma?
Diciamo che il Papa non è un cardinale, il Papa come Papa è il capo del collegio cardinalizio, che agisce con il Papa come suo capo. Certamente non è previsto che il Papa partecipi al Conclave. Di fatto è l’atto fondamentale per cui esiste il collegio e non vi parteciperà e in questo senso sarà interessante vedere se anche il modo in cui ci rivolgiamo a lui come verrà chiamato, difficilmente verrà chiamato cardinale, perché è stato Papa.
Sa che il Papa ha dato un desiderio sulla Gmg. In gennaio la conferenza episcopale diceva che il Papa aveva confermato la sua presenza. Ora ci sarà un Papa a luglio?
Il Papa è convinto che la GMG ha senso con il Papa presente, perché è esattamente l’incontro della Gioventù Mondiale con il Papa per la sua storia, origine e natura. Per questo motivo quando è stato eletto e c’era la GMG di Colonia indetta e ampiamente e organizzata non ha dubitato un minuto di andare alla GMG anche se non l’aveva indetta lui, e quindi ha manifestato con il suo comportamento che il Papa ha manifestato indipendentemente da chiunque egli sia. Con questo Benedetto XVI condizioni, il successore avrà tutta la libertà e l’autorità per decidere, e credo che sia normale supporre che come è stato finora che se c’è una GMG importante e organizzata che aspetta la presenza del Papa il successore ci vada. Suppongo che il successore liberamente farà questa scelta, senza avere influenze esterne. In questo senso, quando Benedetto è stato interrogato dagli organizzatori ha confermato che potevano contare sulla presenza del Papa, ma non ha detto che sarebbe stato lui. Può aver pensato: se non sono io sarà il mio successore. Sarà semplice da affrontare, c’è tutto il tempo perché un successore entri in carica e si organizza.
Abbiamo capito che il Papa non è un cardinale, ma esiste la possibilità che partecipi comunque nei dicasteri e nelle commissioni. E a proposito dell’enciclica ha detto che il Papa si ritira a scrivere?
In un terreno puramente ipotetico in cui non ho nulla di preciso da dire. Che l’enciclica sarà pubblicata prima del 28 febbraio non mi sembra in nessun modo possibile, e oltre a questo non ho nulla da assicurare. Io personalmente sarei contentissimo di sapere cosa ha scritto il Papa sulla fede, ma dipenderà da lui se comunicarlo oppure no. Non mi sembra verosimile che abbia qualche compito concreto nelle Congregazioni, perché dopo gli 80 anche i cardinali decadono in questi compiti dalle diverse istituzioni della Curia, e non credo che lui è al di là degli 80 anni e che rinuncia alla luce delle forze che sente diminuire pensi di avere compiti particolari, non è verosimile.
Anticipa qualche problema di avere due papi in città del vaticano?
Non credo che ci sia alcun problema, conosciamo bene Papa Benedetto XVI, sappiamo che è una persona di una discrezione e di un rigore estremo e che quindi non è persona da cui attendersi interferenze e interventi che mettano un benché minimo disagio per il suo successore. Quindi ritengo che è un problema che non esiste, anche se è nuovo avere un Papa che ha fatto una rinuncia in Città del Vaticano anzi il successore si sentirà sostenuto dalla preghiera intensa di partecipazione dalla persona che più di tutte nel mondo può partecipare alle preoccupazioni del suo successore.
I giornali italiani riportavano interpretazioni secondo cui il Papa abbia mandato messaggio alla Curia, se è vero che ci sono problemi di governance all’interno della Curia e se lei crede che questa decisioni mandi un messaggio alla Curia?
Questa decisione manda molti messaggi a tutti noi, di umiltà, coraggio, saggezza nel valutare la propria situazione davanti a Dio e le responsabilità che ognuno di noi deve esercitare e che ogni persona di questo mondo possa meditare e trarne una conclusione per la sua vita. Perché collocarsi onestamente davanti a Dio e riflettere sulla situazione di ciò che uno può fare e uno fa è molto saggio e molto importante. Il Papa è una persona di grandissimo realismo e conosce molto bene quali sono i problemi e le difficoltà. Ora a seconda dei punti di vista c’è chi parla di governance della Curia e chi può parlare giustamente dei problemi della Chiesa nel mondo di oggi. Io credo che il Papa che è una persona che vede il mondo con grande ampiezza e pensi a tutte queste problematiche, quindi certamente ci può essere un problema di adeguatezza degli strumenti di governo ai fini da raggiungere. Ma questo è nella storia del governare e far funzionare in modo migliore le nostre istituzioni, quindi io credo che sia sbagliato se lei chiede che questo abbia inciso. Le motivazioni sono poste in termini profondi ampi e anche spirituali, e non si possono identificare con un problema concreto particolare di funzionamento di un istituzione o di Vatieaks o di una difficoltà di affrontare un’altra situazione operativa. Lui ha voluto parlare di grandi responsabilità del governo della Chiesa nel suo insieme che poi possono avere espressioni particolari. Però metterli come se fossero cose significative o determinanti mi sembra fuorviante rispetto al significato storico della decisione.
I cardinali sono stati convocati a Roma?
I cardinali sono persone intelligenti. Ci vuole una comunicazione ufficiale, ma non l’hanno presumibilmente ricevuta, perché non è il Papa che convoca il conclave, sono da vedere le norme della sede vacante. I cardinali capiscono benissimo che dovranno venire a Roma, ma la convocazione formale e il calendario formale dei loro impegni lo riceveranno da chi di dovere.
Non da dopo il 28 febbraio?=
Studiamoci la costituzione Universi Dominici Gregis. Se un cardinale vuole arrivare a Roma il 1 marzo nessuno gli dice no, ma non c’è una convocazione formale già fatta e credo che non possa esserci. Ci sono dei cardinali nei loro Paesi che dovranno spostare degli appuntamenti.
Ci aiuta a capire per quale motivo il Papa fissando il 28 febbraio non si è dato il tempo per consegnare l’enciclica? Siccome è un atto importante per la Chiesa ci si immaginava che potesse attendere la conclusione
Su questo non credo che ci siano delle risposte secche e rapide da dare. La scelta della data di una comunicazione e poi della sede vacante è una scelta fatta con una riflessione ampia anche nel calendario liturgico e degli impegni della Chiesa un tempo pasquale in cui normalmente i vescovi che sono responsabili di una diocesi è bene che siano lì per le celebrazioni della Settimana Santa, e quindi è una ragionevole posizione – anche se non ho un mandato di dire queste cose. Guardando il calendario questo era un tempo buono per avere lo spazio di un annuncio e poi di una convocazione del conclave in modo che si arrivasse alla Pasqua e al periodo pasquale con l’elezione del nuovo Papa. È una questione da valutare, io ritengo sia stata una riflessione che ha unito la sensazione del Santo Padre di arrivare alla fine dell’anno della fede perché la cosa per lui era matura, e si pensi che questa sua condizione di forze che diminuiscono era opportuno che fosse il nuovo Papa ad affrontare questi nuovi impegni. È una valutazione fondata sulla sua percezione libera delle sue forze e del momento opportuno per prendere questa decisione e per comunicarla. Mi sembra una ragione di calendario che ha indicato questo periodo come particolarmente.