Benedetto XVI: La Chiesa ha fiducia nei giovani

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È un messaggio pieno di speranza quello che Papa Benedetto XVI affida ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, ricevuti stamane nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano: “La Chiesa ha fiducia nei giovani, spera in essi e nelle loro energie, ha bisogno di loro e della loro vitalità, per continuare a vivere con rinnovato slancio la missione affidatale da Cristo”. L’udienza con il Papa si è svolta in apertura dei lavori della Plenaria, in corso dal 6 al 9 febbraio sul tema: “Culture giovanili emergenti”. Rivolgendosi ai membri, ai consultori e a tutti i collaboratori del dicastero, il Pontefice ha augurato loro un “proficuo lavoro”, che offrirà un “utile contributo” per l’azione che la Chiesa svolge nei confronti delle nuove generazioni. Una realtà che Benedetto XVI definisce “complessa e articolata”, non più comprensibile all’interno di “un universo culturale omogeneo”, bensì in un “orizzonte che può definirsi ‘multiverso’, determinato cioè da una pluralità di visioni, di prospettive, di strategie”. Ecco perché si parla di “culture giovanili”, nelle quali “gli elementi che distinguono e differenziano i fenomeni e gli ambiti culturali prevalgono su quelli, pur presenti, che invece li accomunano”.

“Emergenti” in quanto manifestano bisogni, richieste di aiuto e provocazioni che la società civile e la Comunità ecclesiale non possono ignorare o trascurare. Si delinea così “un panorama culturale sempre più frammentato e in continua, velocissima evoluzione”. Ad esso non sono estranei i social media, i nuovi strumenti della comunicazione che “favoriscono e, talvolta, provocano essi stessi continui e rapidi cambiamenti di mentalità, di costume, di comportamento”. Benedetto XVI non sottace i problemi, in “un clima diffuso di instabilità che tocca l’ambito culturale, come quello politico ed economico”, segnato anche dalle difficoltà dei giovani a trovare un lavoro, e che incide soprattutto a livello psicologico e relazionale. Da questo derivano l’“incertezza” e la “fragilità” che caratterizzano tanti giovani, che li spingono spesso “alla marginalità, li rendono quasi invisibili e assenti nei processi storici e culturali delle società”, con il rischio sempre più frequente di sfociare “in fenomeni di dipendenza dalle droghe, di devianza, di violenza”.

Questa temperie culturale incide sulla sfera affettiva ed emotiva, sui loro sentimenti, come nell’abito della corporeità, determinando “fenomeni apparentemente contraddittori”: la “spettacolarizzazione della vita intima e personale” da una parte e la “chiusura individualistica e narcisistica sui propri bisogni ed interessi” dall’altra. Non mancano tuttavia segnali positivi, ad esempio “gli slanci generosi e coraggiosi” di tanti giovani volontari verso i più bisognosi, o le “esperienze di fede sincera e profonda” di tanti ragazzi che testimoniano con gioia la loro appartenenza alla Chiesa, o ancora “gli sforzi compiuti per costruire, in tante parti del mondo, società capaci di rispettare la libertà e la dignità di tutti”. Bisogna pertanto rifuggire dall’abitudine di leggere i fenomeni culturali giovanili secondo paradigmi consolidati, in quanto ci troviamo “di fronte ad una realtà quanto mai complessa ma anche affascinante”, da comprendere in maniera approfondita e amare “con grande spirito di empatia”. V’è di certo un’emergenza educativa, come pure una “crescente difficoltà nel campo del lavoro”, o la “fatica di essere fedeli nel tempo alle responsabilità assunte”.

Ma – avverte il Papa – senza la speranza, l’energia, la vitalità, la capacità dei giovani di anticipare il futuro, “ci ritroveremmo un’umanità ripiegata su se stessa, priva di fiducia e di uno sguardo positivo verso il domani”. La condizione e le culture giovanili rimangono pertanto un “punto di riferimento essenziale ed ineludibile” per l’azione pastorale della Chiesa. Papa Benedetto richiama quindi i passaggi più intensi del Messaggio che il Concilio Vaticano II indirizzò ai giovani: “La Chiesa vi guarda con fiducia e con amore…”.

“Vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo”. “Lottate contro ogni egoismo”. “Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!”. E conclude auspicando che l’Anno della fede sia, anche per le giovani generazioni, “un’occasione preziosa per ritrovare e rafforzare l’amicizia con Cristo, da cui far scaturire la gioia e l’entusiasmo per trasformare profondamente le culture e le società”.

 

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