Guarigione e rinnovamento: la Chiesa e le linee guida contro gli abusi sessuali

Maggio 2011, dieci anni dopo che negli Usa scoppia lo scandalo degli abusi sessuali di chierici su minori, la Congregazione della Dottrina della Fede pubblica una “Lettera circolare” con le indicazione per tutte le conferenze episcopali del mondo per tracciare delle linee guida per il comportamento in casi di abuso. La lettera arriva a 122 Conferenze, e dopo un anno e mezzo stanno arrivando le risposte. La Congregazione per la Dottrina della Fede le rivede e le valuta. Un gesto concreto che indica come la Chiesa di Roma abbia preso sul serio il problema che ha causato grandi sofferenze al mondo cattolico e alle singole vittime, alle famiglie, ai fedeli. Un anno fa, nei primi giorni di febbraio, per la prima volta, grazie all’ impegno della Pontificia Università Gregoriana, si svolgeva un simposio diretto proprio a condividere esperienze e sofferenze, ma soprattutto a trovare soluzioni e camminare verso la guarigione e il rinnovamento. Il Simposio era stato organizzato in stretta collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, la Congregazione dei Vescovi. Erano giorni intensi di preghiera e di testimonianze come quella di Maria Collins che ha catturato le prime pagine dei giornali. Ma era ovviamente solo la punta dell’iceberg. Il lavoro era appena iniziato.
“Uno degli effetti più positivi del Simposio- spiega Hans Zollner, gesuita, presidente del Comitato direttivo del Centro per la protezione dei minori- è rappresentato dall’aver favorito l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del problema in molte parti del mondo, dove fino a quel momento non si era prestata grande attenzione al tema degli abusi.” Prendere coscienza del problema come primo passo. La pubblicazione degli atti del simposio, che sono stati presentati al Papa la scorsa settimana, è uno dei mezzi più diretti da mettere in mano agli operatori pastorali. “Dovremo affrontare numerosi ostacoli, dice Zollner, – l’inerzia, lo scoraggiamento all’interno e gli attacchi dall’esterno – ma cerchiamo di andare avanti con la convinzione che la Guarigione e il Rinnovamento sono possibili se ci fidiamo delle possibilità di Dio e se investiamo tutte le nostre forze.” I testi sono stati tradotti in 13 lingue per arrivare davvero in ogni diocesi e comunità ecclesiale. Così come per arrivare soprattutto dove ancora i mezzi sono scarsi, si è messo a punto un sistema di e-learnig e delle “scuole” per formare degli specialisti non solo nel riconoscimento dei casi di abuso, ma nella cura e nella attenzione alle vittime. É questo infatti proprio il primo punto della Lettera Circolare voluta dal Papa.
Il Centro per la Protezione dei Minori infatti ha questo scopo, e nel suo primo anno di vita ha creato una rete che sta crescendo con rapidità di collaboratori e specialisti. Attenzione alle vittime al primo posto, come ha fatto il Papa nei suoi tanti e intensi incontri con le vittime di abusi in ogni parte del mondo. “E’ evidente che l’esempio personale del Santo Padre sta avendo grande effetto – spiega il Robert W. Oliver, da dicembre nuovo Promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede- Attraverso incontri personali con le vittime e i pensieri espressi nelle sue lettere, Papa Benedetto fa sapere alle vittime che condivide la loro grave sofferenza. Ha ascoltato le loro storie e capisce con dolorosa partecipazione il senso di tradimento e violazione che essi hanno sperimentato e ancora provano.” Ma certo non si tratta solo di “belle emozioni”. Nella Lettera ci sono cinque punti chiave: l’assistenza alle vittime di abusi sessuali; la protezione dei minori; la formazione dei futuri sacerdoti e religiosi; il supporto ai sacerdoti abusatori; la collaborazione con le autorità civili. Oliver è stato tra i primi a Boston, nel 2002, ad affrontare la crisi degli scandali non solo degli abusi, ma del fatto che venivano coperti con trasferimenti apparentemente “tecnici”.
Da allora di esperienza ne ha fatta molta, e dicembre ha preso il posto di Charles Scicluna, oggi vescovo ausiliare de La Valletta, che aveva affrontato il problema come Promotore di Giustizia alla Congregazione per la Dottrina della fede. In pratica la pubblica accusa nei casi che arrivano a Roma. Ma il problema era proprio questo. Le conferenze episcopali, i vescovi, saranno in grado nelle loro diocesi e paesi di affrontare le questioni man mano che si presentano? Da qui la Lettera Circolare per le linee guida. Oliver ha fatto il punto della situazione in un intervento agile e dettagliato nella Conferenza che si è svolta alla Gregoriana ad un anno dal Simposio “In cammino verso la guarigione e il rinnovamento.” Primo punto, l’ assistenza alle vittime di abusi sessuali e alle famiglie, l’ascolto. Fondamentale l’esempio del Papa, ma soprattutto le linee guida devono includere un chiaro impegno per la assistenza spirituale, psicologica e in ambito canonistico delle vittime. “ Il Papa- dice Oliver- chiede a tutti di riconoscere che noi, il popolo di Dio, abbiamo tragicamente fallito nei confronti delle vittime di abusi. Le grida dei nostri fratelli e sorelle hanno troppo spesso incontrato la negazione e la mancanza di supporto. Questo riconoscimento porta a dolore sincero e vera contrizione.” E’ la chiarezza con cui Papa Benedetto afferma che “dobbiamo affrontare la situazione attuale, compresi i nostri fallimenti, con coraggio e determinazione, svolto con piena onestà e trasparenza.” Secondo punto la prevenzione.
“Tutti i programmi- sottolinea il Promotore di Giustizia- dovrebbero aiutare adulti e giovani a riconoscere i segni di abuso e ad adottare misure idonee a prevenirne la comparsa.” In questo senso gli sforzi dei vescovi del mondo sono notevoli, ma si tratta di un “processo a lungo termine”, che richiede uno “sforzo concertato” e un “impegno costante”. E coinvolge in prima linea i laici. “Le linee guida nazionali e regionali dovrebbero promuovere tale cooperazione. La Lettera circolare ha indicato, ad esempio, la possibilità di una presenza di laici competenti, formati e sensibili nel personale dei Tribunali ecclesiastici, come consulenti, difensori e pubblici ministeri.” Altro punto cruciale è la formazione del clero. Discernimento vocazionale, formazione umana e spirituale, scambio di informazioni in caso di candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che effettuassero un trasferimento ad altre entità ecclesiastiche, sono gli strumenti di base. Le indicazioni del Papa sono chiare: è necessaria “una chiara diagnosi delle sue cause.” E la formazione non si ferma con l’ordinazione. “Ad esempio- spiega Oliver- le Conferenze Episcopali possono adottare modi per affrontare l’isolamento sperimentato da molti dei loro sacerdoti.” Che fare poi dei sacerdoti e diaconi accusati di abusi sessuali ? Si tratta di uno dei problemi più delicati. Sia per l’accertamento della verità dell’ accusa, sia per come poi i colpevoli devono essere trattati anche, ad esempio, dopo aver scontato la pena del tribunale civile. E qui emergono alcune cifre.
“La Congregazione per la Fede- dice Oliver- si trova in una posizione unica per offrire una prospettiva circa i casi di abuso sessuale da parte di chierici in tutto il mondo. Il maggior numero di casi segnalati in un solo anno è stato di 800 nel 2004. Nel corso degli ultimi tre anni, 2010‐2012, il numero di casi è si aggira sui 600 ogni anno. I casi provengono da ogni parte del mondo, senza grandi distinzioni culturali; la maggioranza dei grandi crimini riguardano fatti accaduti tra il 1965 e il 1985. Le linee guida devono tener conto della necessità di un miglioramento continuo nella risposta alle accuse, con particolare attenzione a quanto indica Papa Benedetto XVI circa l’integrità, la verità, la trasparenza e la responsabilità.” Infine nelle Linee Guida deve essere chiaro il rapporto di cooperazione con le autorità civili. E ancora Oliver spiega come “i documenti inviati alla Congregazione manifestano i diversi approcci della legislazione civile in tutto il mondo e, di conseguenza, i diversi modi in cui la Chiesa fa riferimento al potere civile.”
Ovvio che in diversi paesi la legislazione sia diversa e per questo la Congregazione per la Dottrina della Fede ha disposto una “Guida alla comprensione delle procedure di base della CDF riguardanti accuse di abusi sessuali” in cui si afferma che “va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte.” Fatto salvo il foro sacramentale interno. Insomma il progetto progetto procede, e circa tre quarti delle Conferenze hanno già inviato a Roma i loro testi.
Rimangono diverse questioni culturali da affrontare in diverse aree del pianeta. Diversi modi di concepire la affettività per esempio, diverse legislazioni, diversi livelli di consapevolezza del dramma degli abusi. Ma intanto la Chiesa cattolica con queste iniziative rimane la prima istituzione mondiale ad aver affrontato il problema da tutti i punti di vista.