Il Papa: la creazione frutto di ragione, libertà e amore
Che senso ha la Creazione, chi è il Creatore per il cristiano che recita il Credo? Benedetto XVI prosegue la catechesi sulla preghiera fondamentale del cristiano, il Credo appunto, e all’udienza generale spiega l’amore e l’onnipotenza di Dio che emerge dal creato “appello alla fede di noi credenti perché proclamiamo Dio come Creatore”. La fede implica saper riconoscere “l’invisibile individuandone la traccia nel mondo visibile.” Così il Papa spiega il senso del “sabato” del giorni di riposo di Dio e della comunione con Dio, della risposta di amore dell’ uomo. E spiega che “l’azione creatrice di Dio porta ordine, immette armonia, dona bellezza.” Che cosa è il peccato in fondo se non la rottura della armonia del creato che è l’amore di Dio? “La vita sorge- ha detto il Papa- il mondo esiste, perché tutto obbedisce alla Parola divina.” Ma oggi, dominati dalla scienza e dalla tecnica, che cosa sappiamo vedere della creazione?
Ovvio che la Bibbia non è un manuale di scienze, ma svela “che il mondo non è un insieme di forze tra loro contrastanti, ma ha la sua origine e la sua stabilità nel Logos, nella Ragione eterna di Dio, che continua a sorreggere l’universo. C’è un disegno sul mondo che nasce da questa Ragione, dallo Spirito creatore. Credere che alla base di tutto ci sia questo, illumina ogni aspetto dell’esistenza e dà il coraggio di affrontare con fiducia e con speranza l’avventura della vita. Quindi, la scrittura ci dice che l’origine dell’essere, del mondo, la nostra origine non è l’irrazionale e la necessità, ma la ragione e l’amore e la libertà. Da questo l’alternativa: o priorità dell’irrazionale, della necessità, o priorità della ragione, della libertà, dell’amore. Noi crediamo in questa ultima posizione.” E poi l’uomo, il vertice della creazione “l’unico “capace di conoscere e di amare il suo Creatore” come dice il Concilio, abitato da un paradosso: la nostra piccolezza e la nostra caducità convivono con la grandezza di ciò che l’amore eterno di Dio ha voluto per lui.” Non ci siamo fatti da soli, spiega il Papa, Dio ci fa con la terra e “veniamo dalla terra buona, per opera del Creatore buono.”
E questo significa anche che siamo polvere “al di là delle distinzioni operate dalla cultura e dalla storia, al di là di ogni differenza sociale; siamo un’unica umanità plasmata con l’unica terra di Dio.” Polvere, ma modellati ad immagine di Dio: “ Questa è la ragione più profonda dell’inviolabilità della dignità umana contro ogni tentazione di valutare la persona secondo criteri utilitaristici e di potere. L’essere ad immagine e somiglianza di Dio indica poi che l’uomo non è chiuso in se stesso, ma ha un riferimento essenziale in Dio.” Il Papa spiega la immagine del giardino: “Dio ha posto l’essere umano non è una foresta selvaggia, ma luogo che protegge, nutre e sostiene; e l’uomo deve riconoscere il mondo non come proprietà da saccheggiare e da sfruttare, ma come dono del Creatore, segno della sua volontà salvifica, dono da coltivare e custodire, da far crescere e sviluppare nel rispetto, nell’armonia, seguendone i ritmi e la logica, secondo il disegno di Dio.” E il serpente, che il mondo ebraico vede come tentazione di culti lontani e che “l’alleanza con Dio sia come una catena che lega, che priva della libertà e delle cose più belle e preziose della vita. La tentazione diventa quella di costruirsi da soli il mondo in cui vivere, di non accettare i limiti dell’essere creatura, i limiti del bene e del male, della moralità; la dipendenza dall’amore creatore di Dio è vista come un peso di cui liberarsi.” é la tentazione di ogni tempo, che altera il rapporto con Dio e con tuti gli altri, con la creazione: “E così quanto Dio aveva creato era buono, anzi, molto buono, dopo questa libera decisione dell’uomo per la menzogna contro la verità, il male entra nel mondo.”
E si arriva al peccato originale. “Nessun uomo è chiuso in se stesso- dice il Papa- nessuno può vivere solo di sé e per sé; noi riceviamo la vita dall’altro e non solo al momento della nascita, ma ogni giorno. L’essere umano è relazione: io sono me stesso solo nel tu e attraverso il tu, nella relazione dell’amore con il Tu di Dio e il tu degli altri. Ebbene, il peccato è turbare o distruggere la relazione con Dio, questa la sua essenza: distruggere la relazione con Dio, la relazione fondamentale, mettersi al posto di Dio.” L’uomo da solo non può redimersi, è “Gesù Cristo, che compie esattamente il percorso inverso di quello di Adamo” e “si abbassa, diventa il servo, percorre la via dell’amore umiliandosi fino alla morte di croce, per rimettere in ordine le relazioni con Dio. La Croce di Cristo diventa così il nuovo albero della vita.” La conclusione del Papa è un invito ad “accettare la nostra piccolezza, la nostra condizione di creature lasciando che il Signore la ricolmi del suo amore e così cresca la nostra vera grandezza. Il male, con il suo carico di dolore e di sofferenza, è un mistero che viene illuminato dalla luce della fede, che ci dà la certezza di poterne essere liberati: la certezza che è bene essere un uomo.”