La giornata per la Vita a Roma
“Oggi la vita è banalizzata, anche le violenze , la morte, di cui ci raccontano in tv e sui giornali, vogliono passare quasi come un evento normale, ma a noi queste cose non ci devono andare bene! Questa Giornata per la vita deve essere un richiamo a riflettere sulla mia esistenza e su quella dei fratelli” Così domenica mattina a Roma, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, il cardinal vicario Agostino Vallini, si è rivolto ai fedeli presenti alla celebrazione eucaristica in occasione della XXXV Giornata della vita. “Nella vita – ha continuato il porporato- ci possono essere tante sconfitte, ma non dobbiamo mai abbatterci, il nostro sguardo deve avere un orizzonte lungo , andare oltre solo così capiremo l’importanza del dono che abbiamo ricevuto”.
Il cardinal vicario, ha voluto ricordare anche le tante donne italiane e straniere, che nonostante, le grandi difficoltà in cui si trovano, a volte a portare avanti la vita che cresce dentro di loro, magari in un momento inaspettato, procedano con coraggio “Spesso – ha continuato Vallini – mi è capitato di ascoltare richieste di aiuto di future mamme, che erano per vicissitudini della vita in grandi difficoltà morali ed economiche, ma mai e ribadisco mai, in nessuna di loro c’era il desiderio di abortire. C’era solo la paura e l’enorme dolore del pensiero di dover commettere quel terribile gesto, se non si apriva una strada di speranza davanti a loro”. E poi anche una riflessione su quelle donne, che subiscono spesso in silenzio, la violenza fisica da parte dei loro mariti o fidanzati. “Gli uomini – ha tuonato il cardinale – che mancano di rispetto verso le loro compagne di vita, sono persone senza civiltà, ed è un fatto gravissimo mai scusabile!
Al termine della celebrazione, i docenti delle cattedre di Ostetricia e Ginecologia delle Università di Roma, hanno consegnato al cardinale, un documento condiviso, frutto di un convegno, che si è svolto sabato scorso, presso l’Aula Alessandrina dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, sul tema “Riflessioni su una legge di stato. La 194/78”. “Per il feto – si legge nel documento- è necessario che siano chiari, e maggiormente conosciuti, i suoi diritti, anche non scritti, concernenti la sua vita e le condizioni previste per il suo sviluppo, per permettere alla madre una decisione compiutamente responsabile.” “E’ giusto- ha spiegato Domenico Arduini dell’ Università degli Studi di Roma Tor Vergata, tra i promotori del testo – che nessuno si vada a sostituire alla drammatica decisione di una donna che decide di interrompere una gravidanza. Ma diventa indispensabile però, che la gestante sappia esattamente ciò che va a fare”. Diversi aborti, infatti, avvengono quando vengono diagnosticati dei problemi nel feto.
“Tra le malformazioni riscontrate – ha continuato il professor Arduini- solo una piccola parte è reale. Questo perché non esistono ancora tecnologie che ci permettano di essere sicuri totalmente delle diagnosi. Ci muoviamo in una grande nebbia e per onestà ciò bisogna farlo capire quando si parla con le proprie pazienti” .