Il Papa, la ricerca di senso di Verdi e Beethoven
Verdi, e Beethoven, due musicisti che descrivono la vita e i drammi dell’uomo. Il Concerto che la Repubblica Italiana ha offerto al Papa in occasione dell’ anniversario dei Patti Lateranensi è stato un omaggio ai due grandi musicisti. E nel cuore del Papa c’è la capacità di Giuseppe Verdi che sa “cogliere e tratteggiare musicalmente le situazioni della vita, soprattutto i drammi dell’animo umano, in modo così immediato, incisivo ed essenziale come raramente si trova nel panorama musicale.” Quella capacità del musicista italiano di cui ricorrono i 200 anni della nascita, di “affrontare direttamente il tema religioso” e di “confrontarsi con Dio, con la fede, con la Chiesa”. Una ricerca religiosa che si vede nella preghiera accorata de “La Vergine degli Angeli”. E le conversioni di Leonora e di don Alvaro. Con due finali, quello drammatico in cui don Alvaro termina la vita suicida, rifiutando l’abito religioso e invocando l’inferno, e la seconda, quando accoglie le parole del Frate Guardiano a confidare nel perdono di Dio e l’opera termina con le parole “Salita a Dio”.
“Qui – ha detto il Papa al termine del Concerto- è disegnato il dramma dell’esistenza umana segnata da un tragico destino e dalla nostalgia di Dio, della sua misericordia e del suo amore, che offrono luce, senso e speranza anche nel buio. La fede ci offre questa prospettiva che non è illusoria, ma reale; come afferma san Paolo «né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né altezze, né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-39). Questa è la forza del cristiano, che nasce dalla morte e risurrezione di Cristo, dall’atto supremo di un Dio che è entrato nella storia dell’uomo non solo con le parole, ma incarnandosi.”
Di Beethoven è stata eseguita la Terza sinfonia, dedicata a Napoleone e poi tramutata in “composta per festeggiare il sovvenire di un grand’Uomo”. E l’idea di un eroe “portatore di libertà e di uguaglianza, che è davanti alla scelta della rassegnazione o della lotta, della morte o della vita, della resa o della vittoria; e la Sinfonia descrive questi stati d’animo con una ricchezza coloristica e tematica fino ad allora sconosciuta.” Il Papa si sofferma sulla accorata meditazione sulla morte “il pensiero sulla morte invita a riflettere sull’al di là, sull’infinito. In quegli anni, Beethoven, nel testamento di Heiligenstadt dell’ottobre 1802 scriveva: «O Dio, Tu dall’alto guardi nel mio intimo, lo conosci e sai che è colmo d’amore per l’umanità e di desiderio di fare del bene». La ricerca di senso che apra ad una speranza solida per il futuro fa parte del cammino dell’umanità.”
Il grazie del Papa è andato ai musicisti dell’ Orchestra del Maggio Musicale fiorentino e al direttore Zubin Metha, ma soprattutto al presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano che ha offerto il Concerto e alla “ Flyng Angels Foundation” che si occupa di trasportare i bambini malati grazie a biglietti aerei gratuiti, nei paesi dove possono ricevere cure appropriate. Prima del concerto il Papa e il Presidente hanno avuto un incontro privato di circa 20 minuti. É uno dei molti incontri tra Benedetto XVI e Napolitano. “Ci siamo incontrati più volte e abbiamo condiviso esperienze e riflessioni” ha detto il Papa.
“L’incontro- si legge nella nota ufficiale della Santa Sede- è stato particolarmente intenso, nel contesto dell’avvicinarsi al compimento del settennio presidenziale, caratterizzato, come è noto, dalla grande stima reciproca e dai sempre cordialissimi incontri fra i due illustri interlocutori. Nella conversazione, il Papa ha manifestato la sua attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono prossimamente il popolo italiano. Non sono mancati riferimenti ai principali temi della situazione internazionale, in particolare alle preoccupazioni per la pace nelle regioni più travagliate nel mondo, come il Medio Oriente e l’Africa.”
“Il concerto- si legge in una nota dell’ Ambasciata d’ Italia presso la Santa Sede- viene quindi offerto, oggi, per il tramite dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, al Presidente Napolitano, in vista del termine del suo settennato, come un “laico” ringraziamento da parte di noi cittadini per l’impegno da egli profuso al servizio del Paese, ed al Santo Padre, per celebrare l’84° anniversario dei Patti Lateranensi. Ma l’evento mira in realtà a suggellare idealmente quella specialissima intesa e sintonia che ha legato negli anni queste due personalità, e che tanto ha contribuito alla stabilità di un Paese troppo spesso afflitto da travagliate divisioni, intesa che trovò il suo momento più alto nella partecipazione attiva e convinta della Santa Sede e della Chiesa Italiana alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.Il Presidente si congeda, almeno formalmente, da questo suo “compagno di viaggio”, con il quale ha traversato anni assai difficili per l’Italia, l’Europa e l’Occidente. In una congiuntura politicamente delicata, quale l’attuale fase pre-elettorale, l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede ha compiuto uno sforzo particolare per riuscire a finanziare ed organizzare, senza alcun ricorso a risorse pubbliche e contando solo sulle proprie forze, e sul contributo finanziario dei Soci Fondatori della Fondazione Flying Angels, l’evento di oggi.La scelta di affidarsi ai soci di una Charity, che si prende cura di bambini gravemente ammalati, ci è sembrata, eticamente e metaforicamente, la soluzione più idonea per un’iniziativa del genere.”