Per la Chiesa generare la vita vince la crisi

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Da 35 anni la Chiesa Italiana celebra la giornata nazionale per la vita nella celebrazione della Presentazione di Gesù al tempio; il tema che i vescovi hanno scelto, ‘generare la vita vince la crisi’, getta uno sguardo sulla situazione socio economica italiana e lancia una sfida per superare la crisi insieme, perché questi anni hanno messo a dura prova gli italiani. Fra questi le famiglie, specie se numerose. I vescovi scrivono che le comunità cristiane hanno una forte responsabilità di testimonianza e possono offrire occasione di speranza in molti modi. Quest’anno i vescovi sottolineano che sostenere la vita richiede un’azione di solidarietà. La fede evangelica si radica nella percezione che la vita è originata da un dono, salvata da un dono che ci permette di affrontarla liberi dagli eccessi dell’angoscia e della disperazione.  Ed il giorno precedente la Chiesa ha celebrato la 17^ giornata mondiale della vita consacrata con il messaggio ‘Testimoni e annunciatori della fede’: “In Cristo, ci riscopriamo amati da Dio, già consacrati a Lui mediante il battesimo, chiamati all’offerta di noi stessi nell’amore, sostenuti dalla grazia dello Spirito. In Lui ritroviamo ogni giorno il senso della nostra vocazione e la gioia di essere discepoli e testimoni. Ora, se la celebrazione della Presentazione di Gesù parla a tutti, essa parla in modo del tutto particolare a coloro che sono chiamati a una speciale consacrazione, nelle diverse forme ed espressioni, siano essi dediti principalmente alla contemplazione o all’apostolato, alla vita comunitaria o eremitica, siano essi appartenenti a Ordini o Istituti religiosi, Istituti secolari o Società di vita apostolica, a comunità antiche o nuove”.

 

Nel messaggio per la giornata per la vita i vescovi non nascondono le difficoltà nel ‘fare famiglia’, come ha messo in luce la testimonianza di due coniugi al Papa durante la veglia del VII incontro mondiale delle Famiglie: “La crisi del lavoro aggrava così la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese: il progressivo invecchiamento della popolazione priva la società dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative. A fronte di questa difficile situazione, avvertiamo che non è né giusto né sufficiente richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario, necessitano di politiche di sostegno, anche nella direzione di un deciso alleggerimento fiscale. Il momento che stiamo vivendo pone domande serie sullo stile di vita e sulla gerarchia di valori che emerge nella cultura diffusa”.

 

Un diverso stile di vita comporta a vivere la prossimità e la gratuità nella quotidianità tra famiglie ed a riscoprire il valore della persona, come è stato riaffermato da papa Benedetto XVI a Milano: “In questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile. Tutto questo ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale… La logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine, in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche, della verità dell’esistere, dell’amare e del generare… Donare e generare la vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi”.

E nel messaggio della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata per la 17ª Giornata Mondiale della vita consacrata, celebratasi il giorno precedente, i vescovi hanno invitato alla riscoperta del ‘senso della nostra vocazione e la gioia di essere discepoli e testimoni’ attraverso la famiglia: “Il Messaggio finale del Sinodo interpreta tale testimonianza in rapporto al senso profondo della vita, ponendola in relazione, con felice intuizione, con la testimonianza della famiglia, come a dire: mentre la famiglia è custode della sacralità della vita nella sua origine, la vita consacrata, in quanto chiamata alla conformazione a Cristo, è custode del senso ultimo, pieno e radicale della vita. La testimonianza dei consacrati, come il Sinodo riconosce, ha un intrinseco significato escatologico… Voi operate in vari modi perché gli uomini e le donne del nostro tempo aprano la porta del loro cuore al dono della fede”.

Questo operare deve essere un importante segnale per la vita comunitaria, vissuta nell’Eucaristia: “La vostra carità apostolica sia animata da vero spirito di servizio dal desiderio di suscitare la fede. Il vostro apostolato ha una sua specificità nella missione della Chiesa: sa partire dalla persona, dal malato, dal povero, dal più debole, tante volte dal più lontano dall’esperienza ecclesiale. Siete chiamati a essere segno dell’amore e della grazia di Dio sin dal primo contatto con le persone che incontrate. Siete chiamati, soprattutto coloro che operano coi giovani e nell’educazione, a integrare profondamente e dinamicamente la preoccupazione evangelizzatrice e la preoccupazione educativa. Il servizio all’uomo ha sostegno e garanzia nella fedeltà a Dio e nel tener sempre vivo lo sguardo e il cuore sul Regno di Dio”.

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