Il papa al mondo della cultura francese: senza la ricerca di Dio la ragione capitola
La ricerca di Dio ha formato il monachesimo e la stessa cultura europea. Benedetto XVI è venuto a Parigi per incontrare quel mondo della cultura che tanto gli appartiene e che tanto ha frequentato prima di diventare papa. Di quei giorni ha parlato questa mattina al presidente francese Nicolas Sarkozy e nel pomeriggio per un’ora è tornato proprio a vivere quella atmosfera al College de Bernardins, edificio del XII secolo che racconta la storia del monachesimo e che da pochi gironi è tornato ad essere il cuore della vita culturale del Quartiere latino grazie all’impegno della Chiesa di Parigi.
Ai circa 700 rappresentanti del mondo della cultura di ogni scuola e tradizione, il papa ha presentato una riflessione sul ruolo del monachesimo nella costruzione della civiltà europea. Perfino l’etica del lavoro nel modello occidentale è fondata sul “labora ” della regola di san Benedetto e, se si perde la misura di Dio, il lavoro può trasformare l’uomo e portarlo alla sua distruzione. Ma dall’epoca dei monaci ad oggi, il profondo cambiamento e la perdita della attenzione alla Parola che è Via hanno fatto sì che per molti Dio sia diventato il grande sconosciuto. Ma se ciò che ha creato l’Europa è stata la ricerca di Dio, una cultura meramente positivista che rimuovesse dal campo della ricerca scientifica la domanda su Dio, porterebbe alla capitolazine della ragione e al tracollo dell’ umanesimo.
Un lungo discorso nel quale il papa è partito dalla “ricerca di Dio” come slancio per la ricerca scientifica , per l’amore delle lettere, per la cura del canto religioso che non deve essere una espressione di “creatività” privata, ma un modo per riconoscere le leggi della stessa creazione. Dio lavora continuamente alla sua Creazione e chiede per questo la collaborazione dell’uomo. Un insegnamento che viene dal giudaismo, ricorda il papa, citando l’esempio di Paolo, maestro e tessitore.
E proprio Paolo offre lo schema fondamantale dell’annuncio cristiano “verso l’esterno” agli uomini che con le loro domande sono in ricerca. La novità del cristianesimo è in un fatto, Dio si è mostrato, ed è un fatto ragionevole. Certo, dice il papa, serve sempre l’umiltà della ragione per poterlo accolgiere, l’umiltà dell’uomo che risponde all’umiltà di Dio. Un discorso che, oltre all’aspetto teologico e storico, si offre all’approfondimento sociale su temi che spaziano dalla liturgia, al lavoro, alla comunicazione, fino al rapporto tra fede e ragione.