Il Papa: i consacrati segno evangelico di contraddizione

“Nelle società dell’efficienza e del successo, la vostra vita segnata dal «minorità» e dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione.” Benedetto lo ripete ai consacrati e alle consacrate che oggi celebrano la loro festa. Il 2 febbraio la Chiesa dedica una giornata alla Vita Consacrata in ogni sua forma, e il Papa nella Basilica Vaticana ha celebrato la Messa per la Festa della Presentazione del Signore e XVII Giornata mondiale della Vita Consacrata. Una occasione per ricordare al mondo contemporaneo che cos significa consacrarsi totalmente a Dio. Riprende le pagine del Vangelo di Luca il Papa e, come già nel suo libro sulla infanzia di Gesù, spiega che la Presentazione di Gesù segue si le norme della Legge ebraica, ma ha in se la profezia del Nuovo Testamento che trova compimento.
Maria e Giuseppe portano al Tempio Gesù, offrono quello che offrivano i poveri, ascoltano le profezia di Anna e Simeone, comprendono che il loro bambino sarà sacerdote e sarà lui a purificare il Tempio attraverso la sofferenza. “La «salvezza» che Gesù porta al suo popolo- ha detto il Papa nella omelia- e che incarna in se stesso, passa attraverso la croce, attraverso la morte violenta che Egli vincerà e trasformerà con l’oblazione della vita per amore.” E’ lo Spirito “che suggerisce le parole profetiche di Simeone e Anna, parole di benedizione, di lode a Dio, di fede nel suo Consacrato, di ringraziamento perché finalmente i nostri occhi possono vedere e le nostre braccia stringere «la sua salvezza»” Simeone definisce il Messia “luce”, ed è con la luce che inizia la liturgia, con l’accensione delle candele. Il rito infatti secondo la tradizione è iniziato nell’atrio della Basilica con la benedizione delle candele, poi in processione il Papa e alcuni consacrati con le candele accese sono arrivati all’altare della Confessione.
La festa di “candelora” come la chiama la pietà popolare, che attraverso la luce “manifesta la bellezza e il valore della vita consacrata come riflesso della luce di Cristo; un segno che richiama l’ingresso di Maria nel Tempio: la Vergine Maria, la Consacrata per eccellenza, portava in braccio la Luce stessa, il Verbo incarnato, venuto a scacciare le tenebre dal mondo con l’amore di Dio.” Ai consacrati il Papa rivolge tre inviti: alimentare la fede facendo memoria “come in un pellegrinaggio interiore, del «primo amore» con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il vostro cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma.” Non una nostalgia sentimentale, dice, ma un modo di risvegliare “la volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte, l’obbedienza di fede, la beatitudine dei poveri, la radicalità dell’amore.”
Un invito a “riconoscere la sapienza della debolezza. Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente, quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale.” Una vita di “minorità” che sia segno di contraddizione. E poi l’invito ad un pellgrinaggio verso il futuro. “Per sua natura- dice il Papa- la vita consacrata è pellegrinaggio dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela”. Con un monito: “ Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14) – restando svegli e vigilanti.” E usa le parole di uno dei Padri della Chiesa, Cromazio di Aquileia: “Allontani da noi il Signore tale pericolo affinché mai ci lasciamo appesantire dal sonno dell’infedeltà; ma ci conceda la sua grazia e la sua misericordia, perché possiamo vegliare sempre nella fedeltà a Lui. Infatti la nostra fedeltà può vegliare in Cristo» (Sermone 32, 4).”
Una gioia diversa da quella che pubblicizza il Mondo: “la gioia della vita consacrata passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo. Così è stato per Maria Santissima. La sua è la sofferenza del cuore che forma un tutt’uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si irradia la stessa luce, che evangelizza le genti.”
Con il Papa hanno concelebrato il cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Da ottobre è vacante il ruolo di segretario dopo che Joseph William Tobin è stato nominato arcivescovo di Indianapolis negli USA.