Il messaggio del Papa per la Quaresima: la Chiesa non è solo sagrestia o filantropia
Anno della fede, anno di carità. La chiave del messaggio del Papa per la Quaresima del 2013 è tutto centrato sul rapporto tra le virtù teologali. “ La fede- scrive il Papa- dono e risposta”, la fede che ci invita a guardare il futuro con speranza. Il messaggio è stato presentato alla stampa del Presidente del Pontificio Consiglio CorUnum il cardinale Robert Sarah, il segretario Giampiero del Toso, il sottosegretario e Michael Thio presidente delle Società San Vincenzo de’ Paoli. Il cardinale ha messo chiaramente in luce gli ambiti nei quali la “carità”,l’ amore manca e manca la fede. Ci sono i conflitti dimenticati, i poveri dell’occidente, i giovani sfruttatti e sottopagati. La Chiesa non deve e non può mai separare la fede dalla carità, La fede non è solo liturgia tanto da dimenticare i bisogni dell’ uomo.
“Fa comodo a tanti, – ha detto il cardinale- dentro e fuori, una Chiesa inebriata dal profumo delle candele, occupata ad ordinare la sacrestia, concentrata su astrusi dibattiti teologici e liti clericali piuttosto che sulla persona nella sua integrità alla quale Cristo si è rivolto.” E la Chiesa non filantropia astratta “dove l’impegno sociale è prioritario e ciò che conta è la promozione dell’uomo perché abbia pane e cultura e dunque il compito primario dellaChiesa è l’edificazione di una società giusta ed equa, dimenticando che al centro dell’uomo sta il suo bisogno di Dio.” Non c’è una Chiesa buona della carità e una cattiva della verità “che difende e protegge la vita umana e i valori morali universali.” Una dicotomia che vive fortemente ancora oggi in alcuni settori della Chiesa cattolica. Eppure la verità del Vangelo è esattamente nell’equilibrio tra fede e carità, tra incontro con i bisogni dell’ uomo e ascolto della Parola. “
Non si può nella quotidianità pretendere di impostare la propria vita cristiana unilateralmente. In verità quando si separa nel vivere di tutti i giorni la fede dalla carità, e dalla preghiera umilmente inginocchiata, inevitabilmente il rapporto con Dio va in frantumi. Da una parte una vita fondata solamente sulla fede, corre il rischio di naufragare in un banale sentimentalismo che riduce il rapporto con Dio ad una mera consolazione del cuore. Dall’altra parte una carità, che non si inginocchia nell’adorazione di Dio e che non tiene presente la sorgente. In una fase storica in cui l’uomo fatica a riconoscere se stesso e trovare una via per il futuro la proposta del Papa è unitaria. E’ anche questa la chiave di lettura del Motu Proprio Intima Ecclesiale natura, promulgato dal Papa il 10 dicembre scorso, che indica il profilo ecclesiale, giuridico, per indicare le responsabilità del vescovo in ordine alla loro missione. Tutta la vita cristiana è un rispondere all’amore di Dio. Ma come? “Mancava l’impegno del vescovo nella struttura della Chiesa- spiega il cardinale Sarah- e bisogna spiegare come il vescovo deve lavorare nella comunità. La mancanza dell’impegno del vescovo poteva rischiare di non far capire bene che cosa fosse la carità strutturata in una comunità, una diocesi. C’è poi la parte giuridica che serve ad indicare cosa fare. Una parte delicata perché tocca il rapporto tra la Chiesa e le organizzazioni non cattoliche. Bisogna prima formare le persone che lavorano nella carità e organizzare e indicazioni. Ad esempio con chi come Chiesa possimo acollaborare e con chi non possiamo collaborare. Un documento giuridico da spiegare ai vescovo e alla strutture caritative.”
Il testo del messaggio della Quaresima del 2013 offre un completamento teologico anche al Motu Proprio. “La prima risposta – scrive il Papa-è appunto la fede come accoglienza piena di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecita.” Nell’anno passato CorUnum ha partecipato alle situazioni di sofferenza nel mondo con tre milioni e mezzo di dollari, non è un fatto di cifre, ma di segni. Trai segni concreti co sono quelli indicati da Michael Thio che presentato il modo di operare della San Vincenzo che conta su un milione e trecento mila volontari e trenta milioni di poveri serviti. Oggi i volontari lavorano nei lughi dove non arrivano gli altri, come in Siria e in Congo, con un sostegno ai progetti di auto sostegno e di micro credito. Fede, speranza e carità, virtù teologali che si equilibriano. “L’esistenza cristiana- scrive il Papa nel suo messaggio-consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio.”
Il cardinale ha anche spiegato la situazione del Medio Oriente dove le guerre non fanno che far crescere il numero dei rifugiati. Un impegno continuo, il prossimo mese il Presidente di Cor Unum sarà ad Amman per coordinare il lavoro delle Caritas del Medio Oriente e incontrare il re di Giordania e l’incaricato della missione di pace in Siria anche per trovare il modo di fermare una guerra “che sta distruggendo il paese”.