Il papa e Sarkozy: accordo sulla laicità positiva, ma attenzione ai problemi sociali

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Standing ovation per il papa al suo arrivo nella grande sala che ha fatto da scenario all’ Eliseo all’incontro dI Benedetto XVI con i rappresentati dello stato dopo un quarto d’ ora di faccia a faccia con Nikolas Sarkozy, accompagnato da Carla Bruni e dai figli. “Sono profondamente convinto che sia necessaria una nuova riflessione sul vero significato e sull’importanza della laicità”, ha detto il papa in un discorso davanti al presidente francese Nicolas Sarkozy.

In ogni cafè di Parigi le tv sono accese per seguire le parole del presidente che rinnova la difesa della ragione e della cultura francese come cultura nata dalla radici giudaico cristiane oltre che greche e romane. Sarkozy difende la laicità positiva che rispetta, dialoga, ragiona. Una laicità che accoglie il pensiero della Chiesa cattolica perchè indubbiamente ha contribuito alla civilizzazione della Francia e dell’ Europa. Rappresentanti di altre religioni o agnostici , tuti accolgono il papa. Il presidente ricorda anche la visita del papa a Lourdes, luogo dove la fede si tocca e si purifica e dove si impara a rispettare la dignità umana.

Un messaggio di pace tra le fedi che devono dialogare alla luce della regione, dice Sarkozy, che chiede reciprocità e parla di fondamentalismo e raltivismo. Laicità positiva cioè dialogo, confronto, reciprocità.Un lungo discorso che il papa ha ascoltato con molta attenzione soprattuto quando il presidente francese ha affermato di rispettare tutte le religioni: per lui la spirtualità non è un pericolo per la laicità, non è un ostacolo per la cultura.

Il papa risponde con i ricordi personali dei tanti viaggi a Parigi :”La vostra capitale mi è familiare e la conosco bene. In essa ho sovente sostato e, nel corso degli anni, in ragione degli studi e delle mie precedenti mansioni, vi ho intrecciato buone amicizie umane e intellettuali”. Il papa ringrazia il presidente per aver “ricordato che le radici della Francia – come quelle dell’Europa – sono cristiane. Basta la storia a dimostrarlo: fin dalle origini il Suo Paese ha ricevuto il messaggio del Vangelo”. E in perfetta sintonia con il discorso del presidente, il papa ricorda i grandi della chiesa primitiva di Francia e parla della “trasmissione della cultura antica attraverso monaci, professori e copisti, formazione dei cuori e degli spiriti all’amore del povero, aiuto ai più sprovveduti mediante la fondazione di numerose Congregazioni religiose, il contributo dei cristiani al consolidarsi delle istituzioni della Gallia, poi della Francia” Ed infine ecco il rapporto ” tra sfera politica e sfera religiosa: “La Chiesa in Francia gode attualmente di un regime di libertà. La diffidenza del passato si è trasformata poco a poco in un dialogo sereno e positivo, che si consolida sempre di più. Un nuovo strumento di dialogo esiste dal 2002 ed io ho grande fiducia nel suo lavoro, perché la buona volontà è reciproca. Sappiamo che restano ancora aperti certi territori di dialogo che dovremo percorrere e bonificare poco a poco con determinazione e pazienza”. 

In un momento storico “in cui le culture si incrociano tra loro sempre di più, sono profondamente convinto che una nuova riflessione sul vero significato e sull’importanza della laicità è divenuta necessaria per prendere una più chiara coscienza della funzione insostituibile della religione per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società”. La preoccupazione del papa è per i giovani per la situazione sociale del mondo occidentale: “Sono certo che è possibile trovare soluzioni giuste che, andando oltre l’aiuto immediato necessario, giungano al cuore dei problemi nell’intento di proteggere i deboli e di promuovere la loro dignità”.

E c’è anche il probelema della salvaguardia del creato nelle preoccuopazioni del papa, come i diritti delle persone. “Il compito che Le incombe, Signor Presidente, non è facile, conclude il papa, e invita la Francia ad un impegno nella presidenza Europea. “E’ importante un’unità che non può e non vuole divenire uniformità, ma che è capace di garantire il rispetto delle differenze nazionali e delle diverse tradizioni culturali, che costituiscono una ricchezza nella sinfonia europea, rammentando, d’altra parte, che “la stessa identità nazionale non si realizza se non nell’apertura verso gli altri popoli e attraverso la solidarietà con essi”.

Il testo del discorso del papa  

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