Gli pseudo-baroni
C’era una volta una barzelletta che girava per gli ospedali, soprattutto le grandi baronie mediche universitarie: quando il Padreterno voleva mostrarsi in tutto il suo splendore metteva un camice e lo stetoscopio intorno al collo. Sono lontani i momenti in cui il Professore Paride Stefanini entrava alla II Clinica chirurgica della Sapienza a Roma, percorrendo la decina di gradini circolari tra due ali di commessi e si inoltrava poi nell’ascensore presidiato, mentre altri parcheggiavano la sua Ferrari.
Erano quelli tempi in cui i cosiddetti Baroni erano persone di mondo, ben documentate e colte e soprattutto in grado di stabilire delle gerarchie efficienti e di prendersi responsabilità. Non che la trasparenza successiva e la minuziosa analisi delle carte che oggi scrupolosi medici legali eseguono sia una cosa ingiusta, anzi, ma dove è finita la organizzazione delle grandi università del passato?
Nella pandemia abbiamo assistito a oche schiamazzanti, dette virologi, ben attente solo alla propria visibilità, remunerata poi nei libri pubblicati al grande pubblico o nelle comparsate televisive pure essere stesse pagate. Opachi funzionari medici ai vertici delle gerarchie nazionali sono apparsi come minuscoli scribacchìni, e altri ancora come eleganti parvenu negli studi televisivi.
La verità è che per lo meno in Italia la burocrazia del sistema sanitario pubblico ha ridotto le gerarchie mediche ad adulanti esecutori di input provenienti dalla politica o da altri esoterici sodalizi.
Dove sono le menti scientifiche pensanti? Forse che un medico non può diventare Presidente del Consiglio dei Ministri? Forse posti di responsabilità non solo nella politica sanitaria, ma anche nella politica alta debbano essere appannaggio solo di ragionieri o azzeccagarbugli?
Questa è la modernità scientifica, o meglio una delle tante contraddizioni della modernità, che nel momento in cui vaneggia le magnifiche sorti e progressive della tecnica, ne umilia gli operatori. E di più scientemente fa di tutto per metterli in sempre maggiore difficoltà, ancora non aprendo gli accessi alle facoltà mediche, e non adeguando le borse di studio di specializzazione per i medici laureati. Finanche condannandoli a indossare maschere filtranti non a norma, dei “mattoni” che fanno inorridire anche i napoletani.
Che poi si pensi al complotto a me pare più che ovvio. Se non fosse così come diversamente spiegarlo? E a ben vedere è un complotto contro la Verità, contro Dio, contro il Dio che si veste da medico. Contro il Dio che cura le piaghe della sofferenza umana, perché quella sofferenza invece viene dedicata a Satana.