Il Papa: vediamo il volto di Dio nella Eucaristia, e prega per l’unità dei cristiani
Mostra il Padre e ci basta dicono i discepoli a Gesù, e Benedetto XVI oggi commenta questo passo del Vangelo, come vedere il volto di Dio. Ma come dicono i Padri: Dio si può seguire solo vedendo le sue spalle perché non riusciamo davvero a vederlo in volto. Ma con l’ incarnazione possiamo vedere il volto del figlio di Dio. Nella udienza che lega il Mistero dell’ Incarnazione all’ Anno della Fede il Papa parte dal documento conciliare Dei Verbum e, attraverso l’ Antico Testamento, arriva alla rivelazione del volto di Dio seguendo il Vangelo di Giovanni. Ai discepoli che chiedo di vedere il Padre Gesù risponde: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. É questo la novità del Nuovo Testamento, “quella novità che è apparsa nella grotta di Betlemme: Dio si può vedere, ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo.” Nella Bibbia si parla spesso del volto di Dio eppure non se ne possono fare imamgini. Perché?
“Da una parte si vuole dire che Dio non si può ridurre ad un oggetto, ad una semplice immagine, ma neppure si può mettere qualcosa al posto di Dio; dall’altra, però, si afferma che Egli ha un volto, cioè è un «Tu» che può entrare in relazione, che non è chiuso nel suo Cielo a guardare dall’alto l’umanità. Dio è certamente sopra ogni cosa, ma si rivolge a noi, ci ascolta, vede, parla, stringe alleanza, è capace di amare.” Emerge la figura di Mosè nell’ Antico Testamento che parlava con Dio “ come uno parla con il proprio amico” Eppure neanche a lui Dio mostra il suo volto. Il dialogo non basta. É l’incarnazione che cambia tutto. “Gesù- dice il Papa- ci mostra il volto di Dio e ci fa conoscere il nome di Dio.” E Gesù che media tra Dio e l’ uomo pienamente, “in Lui – spiega il Papa- noi vediamo e incontriamo il Padre; in Lui possiamo invocare Dio con il nome di “Abbà, Padre”; in Lui ci viene donata la salvezza.” E nella pienezza della presenza di Dio per l’uomo c’è l’ascolto della Parola e l’ Eucaristia. L’intera esistenza “deve essere orientata all’incontro con Lui, all’amore verso di Lui; e, in essa, un posto centrale lo deve avere anche l’amore al prossimo, quell’amore che, alla luce del Crocifisso, ci fa riconoscere il volto di Gesù nel povero, nel debole, nel sofferente.”
L’insegnamento per i cristiani è semplice: “l’Eucaristia è la grande scuola in cui impariamo a vedere il volto di Dio, entriamo in rapporto intimo con Lui; e impariamo, allo stesso tempo a rivolgere lo sguardo verso il momento finale della storia, quando Egli ci sazierà con la luce del suo volto. Sulla terra noi camminiamo verso questa pienezza, nell’attesa che si compia il Regno di Dio.”
Dopo i saluti nelle diverse lingue e le sintesi in arabo e polacco il Papa ha salutato i gruppi italiani presenti e ricordato che “dopodomani, venerdì 18 gennaio, inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che quest’anno ha come tema: «Quel che il Signore esige da noi», ispirato a un passo del profeta Michea (cfr Mi 6, 6-8). Invito tutti – ha detto-a pregare, chiedendo con insistenza a Dio il grande dono dell’unità tra tutti i discepoli del Signore. La forza inesauribile dello Spirito Santo ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell’unità, perché possiamo professare tutti insieme che Gesù è il Salvatore del mondo.”