Arriva la stangata: 585 euro di tasse in più a famiglia

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Il nuovo anno è appena iniziato e per le famiglie sarà un anno pieno di… tasse. Infatti, secondo la Cgia di Mestre per ciascuna famiglia italiana l’aggravio medio di imposta sarà pari a 585 euro. Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, ha commentato: “Nonostante la Legge di stabilità abbia aumentato le detrazioni Irpef per i figli a carico, la pressione fiscale nel 2013 si attesterà, secondo le previsioni redatte qualche giorno fa dal Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%. Ben 0,4% in più rispetto al dato registrato l’anno scorso. Solo nel 2014 invertiremo la tendenza, ritornando ad una pressione fiscale leggermente al di sotto del 45%… Con l’Imu l’Erario ha incassato circa 3-4 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni: si tratta di risorse sufficienti per scongiurare l’aumento di un punto dell’aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. E’ questa una condizione necessaria per lasciare più soldi in tasca agli italiani e far ripartire i consumi”.

 

 

Intanto il carrello della spesa è aumentato al 4,3% nel 2012, segnando un record dal 2008. Nella media del 2012, rileva l’Istat, il tasso di crescita dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto sale al 4,3%, dal 3,5% del 2011. Più contenuta è l’accelerazione della crescita dei prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto che aumentano in media, nel 2012, del 2,8%, rispetto al 2,6% dell’anno precedente. Per contro, il tasso di incremento medio annuo dei prezzi dei prodotti a bassa frequenza di acquisto scende all’1,2%, dall’1,5% del 2011. E nel 2012 è aumentata l’inflazione: il tasso di inflazione medio annuo per il 2012 è stato pari al 3%, in accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto al 2,8% registrato per il 2011. A questi dati si aggiunge l’analisi della Coldiretti/Swg sulle prospettive economiche delle famiglie italiane nel 2013, per cui per il 48% delle famiglie italiane la situazione economica è destinata a peggiorare, per il 42% rimarrà la stessa mentre per il 10% migliorerà: “L’ottimismo degli analisti economici con la discesa dello spread non sembra trovare riscontro nelle famiglie, che nel 51% dei casi dichiarano già adesso di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentuale dell’8% non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile”.

Sul podio delle rinunce insieme ai vestiti si collocano anche i viaggi e le vacanze che sono stati ridotti o annullati dal 51% degli italiani e la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 48%. A seguire nella classifica del cambiamento delle abitudini di consumo c’è l’acquisto di nuove tecnologie al quale hanno dovuto dire addio il 42% degli italiani, le ristrutturazioni della casa (40%), l’auto o la moto nuova (38%) e gli arredamenti (38%), ma anche le attività culturali (37%) la cui rinuncia preoccupa particolarmente in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi. Da segnalare sul lato opposto il fatto che solo il 17% degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (9%).

Questi dati sono stati commentati dal presidente nazionale del Forum delle Famiglie, Francesco Belletti, a Radio Vaticana: “Tutte le risorse che si devono dedicare a curare e ad educare i propri figli non devono essere tassate. Noi chiediamo una no-tax area familiare, nel senso che deve crescere in misura molto significativa in funzione del numero dei figli. Diciamo che il costo di un figlio, solamente per dargli le cose necessarie, è di 300 euro al mese. Bisognerebbe che lo Stato riconoscesse che questi 300 euro al mese non sono soldi spesi dalla famiglia per una libera scelta, ma sono soldi spesi per il bene comune, per il futuro di tutta la società. E quindi dovrebbe essere sostenuta in questo ordine di grandezza… Dovrebbe essere un luogo in cui investire: come custodiamo le nostre acque, i nostri beni culturali, il nostro ambiente naturale, così dovremmo investire nella famiglia, perché la famiglia è davvero uno dei capitali più preziosi del nostro Paese”.

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