Il Papa: senza conoscere Dio l’uomo non trova la pace

“Oggi -dice il Papa in francese, la lingua della diplomazia- si è indotti talvolta a pensare che la verità, la giustizia e la pace siano utopie e che esse si escludano mutuamente. Conoscere la verità sembra impossibile e gli sforzi per affermarla appaiono sfociare spesso nella violenza. D’altra parte, secondo una concezione ormai diffusa, l’impegno per la pace si riduce alla ricerca di compromessi che garantiscano la convivenza fra i Popoli, o fra i cittadini all’interno di una Nazione. Al contrario, nell’ottica cristiana esiste un’intima connessione tra la glorificazione di Dio e la pace degli uomini sulla terra, così che la pace non sorge da un mero sforzo umano, bensì partecipa dell’amore stesso di Dio. Ed è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza.” E’ stato questo uno dei temi forti del Papa nelle omelie del Tempo di Natale del Papa. La violenza non è parte di nessuna religione, ma è il suo esatto opposto. E’ quando la religione si ammala, quando si allontana da Dio e diventa vuota cultuali, conformismo, che si arriva alla violenza contro l’uomo. Perché come si fa ad amare Dio senza rispettare l’uomo. Ma ecco ancora il problema: bisogna imparare a conoscere il vero volto di Dio, cioè appunto la verità. Ed è solo sulla verità che si fonda il vero dialogo. Anche questo è uno dei temi forti del pensiero “politico” di Benedetto XVI.
Il dialogo si può sviluppare solo se cìè una verità. Il relativismo etico ed ideologico non permette il dialogo che è incontro di idee. ecco allora un altra origine della violenza: “quando si cessa di riferirsi a una verità oggettiva e trascendente, come è possibile realizzare un autentico dialogo? In tal caso come si può evitare che la violenza, dichiarata o nascosta, diventi la regola ultima dei rapporti umani? In realtà, senza un’apertura trascendente, l’uomo cade facile preda del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e impegnarsi per la pace.” Oblio e ignoranza che portano al fanatismo “pernicioso” che nel mondo ha “mietuto vittime”, dice con forza il Papa, una “falsificazione della religione” . Perché fede, vuole riconciliare l’uomo con Dio, illuminare le coscienze e “rendere chiaro che ogni uomo è immagine del Creatore.” Glorificare Dio porta la pace ma dono di Dio della Pace esige comunque la risposta libera e consapevole dell’ uomo. Ecco allora la linea della azione politica della Santa Sede, verità e carità, quella che ricordava Giovanni XXIII nella Pacem in Terris perché “la pace rimane «solo suono di parole» se non è vivificata e integrata dalla carità”.
E’ questo il cuore dell’ azione diplomatica della Santa Sede, dice Benedetto XVI alla diplomazia del mondo. Ma non basta. Perché non di deve confondere carità e giustizia: “La carità non sostituisce la giustizia negata, ma d’altra parte la giustizia non supplisce la carità rifiutata.” Del resto la Chiesa cattolica è sempre in prima linea nella pratica della carità, e il Papa ricorda le vittime di catastrofi naturali, ricorda la sua visita alle regioni terremotate e fa un auspicio particolare per l’Italia “che in questo momento della sua storia” lo spirito di “tenacia e di impegno condiviso” animi la nazione. E dopo aver basato la sua riflessione sulla Pacem n Terris la conclusione è tutta letta nell’ ottica del Concilio Vaticano II. Le parole sono quelle di Paolo VI, da poco dichiarato da Benedetto XVI Servo d Dio. Nel messaggio attualissimo ai governati scrisse: “Tocca a voi essere sulla terra i promotori dell’ordine e della pace tra gli uomini. Ma non lo dimenticate: è Dio (…) il grande artefice dell’ordine e della pace sulla terra”. Parole che Benedetto XVI fa sue per gli auguri ad un mondo che dimentico di Dio e ignorando il suo vero volto rischia di dimenticare i diritti fondamentali della persona umana dalla difesa della vita alla libertà religiosa, al lavoro all’ educazione.