Pascal Bruckner: “L’uomo bianco ha diritto a esistere solo pentendosi”. Hassen Chalghoumi : “Difendiamo le libertà europee o sarà la sottomissione al fascismo dell’Islam politico”
Questa mattina ascoltiamo la voce due personaggi vox clamantis in deserto, che trattano di argomenti decisivi per il futuro della nostra fede, della nostra libertà e della nostra cultura europea: Hassen Chalghoumi, l’imam di Drancy in Francia e Pascal Bruckner, filosofo e scrittore francese. Hanno parlato di e con loro Le Point e Le Figaro.
L’imam Hassen Chalghoumi, alleato di Macron contro gli islamisti, oggi ha pubblicato il suo terzo libro Les Combats d’un imam de la République (Le battaglie di un imam della Repubblica), edito da Cherche Midi (21 gennaio 2021, 160 pagine), anticipato ieri da Le Point. Chalghoumi vive sotto scorta: «Ho dovuto allontanare la mia famiglia». «L’islamismo è più pericoloso del Covid», dice. «Difendiamo le libertà europee o sarà la sottomissione al fascismo dell’Islam politico». «Quando arrivai in Francia ero pieno di ideali. Ma ho trovato arabi senza radici che volevano diventare più europei degli europei ed europei che volevano diventare più arabi degli arabi! Sono rimasto scioccato dal grande vuoto di significato e di valori». Si apre così il libro di Chalghoumi Les Combats d’un imam de la République.
Hassen Chalghoumi è imam a Drancy, Presidente della Conferenza degli imam di Francia, teologo e conferenziere. Vive protetto come un capo di stato e continua le sue battaglie nonostante diverse fatwa lanciate contro di lui. Presentando il suo libro oggi sul Foglio, Giulio Meotti scrive: «Dialogando con lo storico Stéphane Encel, Chalghoumi nel libro spiega che “il discorso dei Fratelli musulmani è trionfante”, che “è necessario avere l’onestà di parlare dei crimini perpetrati contro le tribù ebraiche all’epoca del Profeta”, che “non c’è razzismo di stato in Francia”, che “il terrorista non è un dannato della terra”, che “i potenziali terroristi stanno solo dormendo” e che l’odio per Israele è la causa che accomuna una ummah altrimenti destinata alla divisione. “Senza una causa palestinese, la maggior parte degli islamisti non esisterebbe più. Sono tra coloro che riconoscono l’esistenza di Israele, il suo diritto a esistere in pace. Quando vediamo il successo dell’economia israeliana, come non farsi turbare dalla miseria palestinese, i miliardi dati dall’Unione europea e dai paesi arabi? Dove sono andati a finire?”. Fin dalle prime righe si capisce perché gli islamisti lo odino e la gauche multiculturale lo guardi con sospetto» (Leggi tutto: QUI).
In Les Combats d’un imam de la République Chalghoumi pone chiaramente la scelta che viene offerta con urgenza all’Occidente: la guerra civile o il risveglio repubblicano, che potrebbero, a costo del realismo e del coraggio reali, ricostruire la fraternità dei popoli. E su questa strada, l’unica che dà un futuro all’Europa, Hassen Chalghoumi offre riflessioni globali e soluzioni concrete. Non lasciare andare i valori repubblicani di fronte agli estremisti. L’Occidente è a un bivio: fratture dell’identità, ondate populiste, interferenze straniere, comunitarismo, radicalizzazioni… Gli attacchi terroristici che hanno insanguinato il decennio che è passato sono solo la punta di un gigantesco iceberg, che si chiama Islam politico. L’Imam Hassen Chalghoumi combatte da vent’anni: nel contempo un lanciatore di allarmi, un combattente per la pace in tutto il mondo e un instancabile attivista sul campo, la sua vita sotto la protezione perpetua da sola simboleggia le avversità che devono essere affrontate dalla democrazia.
Pascal Bruckner, scrittore e filosofo, contribuisce regolarmente al dibattito pubblico, su Le Point, Le Figaro, Le Débat, ecc. È autore di importanti opere (La sagesse de l’argent, 2016; Un racisme imaginaire, 2017; Une brève éternité, 2019). Ha appena pubblicato Un coupable presque parfait. La construction du bouc émissaire blanc (Un colpevole quasi perfetto. La costruzione del capro espiatorio bianco), edito da Grasset (14 ottobre 2020, 349 pagine), in cui analizza il successo di teorie indigene e di decolonizzazione da parte di molte persone, anche all’università e in parte dei media.
Eugénie Bastié ha intervistato Paul Bruckner per il quotidiano francese Le Figaro di ieri, 20 gennaio 2021: «L’unica identità ancora consentita per l’uomo bianco è l’identità della contrizione».
«Le Figaro: La cantante Camélia Jordana ha dichiarato in una recente intervista a L’Obs:” Se fossi un uomo, chiederei perdono “. Come spiegare che la vulgata femminista e di decolonizzazione, che fa del maschio bianco il colpevole di tutti i mali, è ormai ripresa da tanti esponenti dell’intellighenzia artistica?
Pascal Bruckner: Camélia Jordana è una cantante di talento ma la sua crociata anti-maschile mi lascia perplesso. Il pretesto per le sue diatribe, una collisione di un monopattino con un maleducato tassista, mi lascia perplesso. Anche Lilian Thuram, in un dibattito, mi ha opposto questo stesso argomento del taxi per sottolineare l’indecifrabile razzismo dei francesi. Mi dispiace contraddirli: sebbene io sia un vecchio maschio bianco, spesso ho rifiutato dai taxi predatori e sono stato costretto a tornare a casa a piedi nel cuore della notte. Siamo a Parigi, diavolo, questa professione ha i suoi umori anche se la stragrande maggioranza degli autisti è cortese. Camélia Jordana chiede la decostruzione del sistema maschile» (Leggi tutto: QUI).
La caduta del muro di Berlino ha gettato le sinistre europee nel caos. Sul campo di battaglia delle idee, il progresso, la libertà e l’universalità hanno lasciato il posto a una nuova triade importata direttamente dagli Stati Uniti: genere, identità e razza. I progressisti una volta combatterono in nome del proletariato, del Terzo Mondo e dei dannati della terra. Tre discorsi – neo-femminista, antirazzista e decoloniale – ora designano l’uomo bianco come nemico: la sua anatomia lo rende un predatore per natura, il suo colore della pelle un razzista, il suo potere uno sfruttatore di tutti i “dominati”. Lo scopo di questo saggio Un coupable presque parfait. La construction du bouc émissaire blanc di Pascal Bruckner è analizzare come la concorrenza di generi, razze e comunità stia sostituendo la lotta di classe, spazzando via la meritocrazia e distruggendo l’idea di un’umanità comune. Fare dell’uomo bianco il capro espiatorio delle minoranze “intersezionali” non significa mai sostituire un razzismo con un altro e condannarci all’orizzonte disastroso delle società tribalizzate, tese sulla loro identità, tesoro e preda della guerra di tutti contro tutti.
Postscriptum
Lo penso come Giulio Meotti: “Meno male che c’è ancora la stampa francese”. E detto da me, che da fiammingo faccio spesso delle battute non proprio lusinghiere sui Francesci, vorrà pur dire qualcosa.