Paralimpiadi, voce agli atleti. Antonino Lisotta: “Con lo sport ho vinto la depressione”

“Sembra passata un’eternità da quando mia figlia, un giorno, mi aveva confessato che i suoi compagni di scuola le avevano detto che suo padre era un handicappato: ma quello spazio che separa l’indifferenza dalla considerazione e dal rispetto ho cominciato a colmarlo quando ho vinto il mio primo campionato italiano. E ora sono a Pechino”. A parlare e a raccontare la sua storia è Antonino Lisotta, 43 anni, siciliano, impegnato alle Paralimpiadi nel tiro con l’arco.
E’ uno dei 90 atleti azzurri che sono partiti per la Cina e che stanno difendendo i colori italiani nelle gare riservate alle persone con disabilità. “A quel punto – continua l’atleta – Lorena, mia figlia e mia supertifosa, ha mostrato a tutti i suoi compagni il ritaglio di giornale dove si parlava della mia vittoria e da quel momento in poi suo padre ha smesso di essere un handicappato per essere semplicemente un campione italiano”.
Lisotta mentre racconta l’evoluzione della sua vita, l’amore per lo sport che risveglia la voglia di partecipazione dopo i due incidenti stradali che hanno segnato profondamente la sua vita: il primo, avvenuto nel’98, mentre era in servizio come guardia giurata, gli causò una frattura cervicale; il secondo, sempre con la macchina di servizio, avvenuto nel giugno 2002, gli provocò una compressione midollare, facendolo rimanere paraplegico. “Ho vissuto soprattutto nel primo periodo forti momenti di scoraggiamento ma grazie all’aiuto di mia moglie Daniela sono riuscito a superare la crisi iniziale”. “Mia moglie, insieme a mia figlia, hanno contribuito in maniera determinante a cambiarmi la vita: una vita che, a un certo punto, soprattutto dopo il primo incidente, aveva imboccato la via della depressione.
Poi l’incontro nel 2002, all’Unità Spinale di Palermo, con Guglielmo Fuchsova e il mio avvicinamento alla disciplina del tiro con l’arco”. “A questo sport – dice – mi sono appassionato subito: le prime gare ho cominciato a farle nell’ottobre del 2004 e i risultati sono arrivati presto: quattro titoli regionali consecutivi, due titoli italiani nel 2007, uno nel 2008, i Mondiali in Corea nel 2007 che mi hanno regalato la qualificazione per questi Giochi. Insomma, in tre anni e mezzo di obiettivi credo davvero di averne centrati parecchi”.
“Ora sono qui a Pechino e faccio parte di un gruppo, quello del Comitato Italiano Paralimpico, straordinario: prima di partire per la Cina, poi, ho ricevuto l’in bocca al lupo del tutto gradito di Carlo Ancelotti, con il quale ho stretto una profonda amicizia. Una grande persona, Carlo, non solo dal punto di vista sportivo, che ha saputo darmi nuovi ed importanti stimoli per continuare ad andare avanti. “Lo sport – confida Lisotta – è servito tanto per farmi uscire dalla depressione, mi ha dato dignità umana, mi ha aiutato a socializzare ed ha ridato un senso alla mia vita.: dico questo perchè mi auguro veramente che il mio esempio possa servire a tanti altri ed è anche per questo che svolgo volontariato presso il Centro per Medulolesi Villa delle Ginestre di Palermo”. E allora – conclude Lisotta – vorrei dedicare questa mia qualificazione ai Giochi Paralimpici di Pechino 2008 a tutti i ragazzi del mondo, disabili e non, invitandoli ad uscire di casa e a fare sport”.