Numeri ufficiali Covid-19 del 9 gennaio 2021. Impegnarci con il gioco dei colori e con il senso di colpa collettivo: il modo più efficace per rafforzare il potere

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi sabato 9 gennaio 2021

Totale casi: 2.257.866 (+19.978) (+0,89%)
In isolamento domiciliare: 546.989 (+2.500) (+0,46%)
Ricoverati con sintomi: 23.260 (-53) (-0,23%)
In terapia intensiva: 2.593 (+6) (+0,23%) [con 183 nuovi ingressi del giorno] [*]
Dimessi/Guariti: 1.606.630 (+17.040) (+1,07%)
Deceduti: 78.394 (+483) (+0,62%)
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 242 (+1)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Si è chiusa con i dati di ieri la prima settimana epidemiologica completa del nuovo anno (periodo 2 – 8 gennaio 2021) che da inizio epidemia rileviamo dal sabato al venerdì successivo. I nuovi casi a livello nazionale sono stati 108.138, con un incremento di 7.131 unità (+ 7,05%) sui 101.007 della settimana precedente (26 dicembre 2020 – 1° gennaio 2021).
Il dato suscita particolare preoccupazione per tre motivi concomitanti:
1) L’incremento dei casi si è manifestato nonostante un’ulteriore flessione dei tamponi eseguiti: 823.385, -3,29% dagli 851.437 della settimana precedente.
2) Il numero dei test totali si è ridotto del 45,36% rispetto ai massimi del periodo 14 – 20 novembre 2020. I casi testati, dai massimi del periodo 7-13 novembre, del 60,15%. A questi livelli è ormai impossibile una qualsiasi valutazione della reale diffusione del contagio sul territorio.
3) I dati dei ricoverati in area medica e in terapia intensiva dell’ultima settimana epidemiologica, rispettivamente +493 e +34, sono riferibili al periodo antecedente al Natale, e testimoniano che la ripresa del contagio risale alla parte centrale dello scorso dicembre: quando il basso numero dei tamponi ha iniziato a causare una chiara sottostima dei positivi. Il recente incremento dei nuovi casi si rifletterà quindi, con un ulteriore aumento della pressione sugli ospedali, nelle prossime 2 – 3 settimane.
Alla luce di questi elementi appaiono ormai indifferibili i nuovi criteri, più stringenti, che saranno a breve introdotti per assegnare le singole Regioni alle fasce di rischio indentificate dai diversi colori: verranno così superati i parametri legati al numero dei test tampone, facilmente eludibili su base locale proprio riducendo in modo sensibile (come è accaduto da inizio novembre) l’attività di testing e tracciamento.
Nella Regione finora più colpita, la Lombardia, la settimana epidemiologica 2 – 8 gennaio si è chiusa con un incremento dei nuovi casi del 7,86%, valore appena superiore al dato nazionale: i positivi individuati nel periodo sono stati 13.026 contro 12.076 della settimana epidemiologica precedente. Alla sera dell’8 gennaio i valori di Rt istantaneo, calcolati con il metodo Kohlberg-Neyman modificato, erano 1.16 a livello nazionale e 1.05 in Lombardia. Dati che tuttavia scontano la sottostima dei positivi causata dai pochi test eseguiti: valutando la stessa nell’ordine del 30-40%, come abbiamo calcolato nei giorni scorsi sulla base di indicatori “insensibili” al numero dei tamponi, otteniamo valori di Rt nel range 1.20-1.30 a livello nazionale e 1.25-1.35 per la Lombardia.
Nel corso della prossima settimana, con l’auspicabile ritorno a un numero di test più adeguato, sarà possibile ottenere un valore istantaneo più stabile.
Vaccinazioni
Un’ultima considerazione, sempre basata sui numeri, a proposito delle vaccinazioni anti Covid-19: alla sera dell’8 gennaio l’Italia (fonte Our World in Data, che aggrega i dati dei singoli ministeri della Salute nazionali) era al primo posto in Europa per numero di dosi inoculate.
Consultando il sito del nostro ministero della Salute si apprende che alle ore 00.37 del 9 gennaio erano state somministrate 504.587 dosi. Nei primi 8 giorni dell’anno la media giornaliera dei vaccinati è stata di 63.073, in linea con l’obiettivo di 65-67.000 indicato dal Commissario Arcuri per questa prima fase. Appare tuttavia indispensabile un fortissimo incremento della nostra capacità di somministrazione: perché al ritmo attuale l’immunità di gregge (42 milioni di vaccinati) verrebbe raggiunta, considerando la necessità di procedere con la seconda somministrazione di richiamo, solo dopo 1.330 giorni: ovvero a fine agosto 2023. Per centrare l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione italiana entro fine settembre 2021 (mancano 266 giorni, oggi incluso) serviranno 315.789 vaccinazioni al giorno, festivi inclusi, la metà delle quali destinate alle dosi di richiamo (Fonte Il Sole 24 Ore).

Arcuri: obiettivo 120 mln di vaccinazioni entro l’Autunno
Sono 566.834 le dosi di vaccino somministrate alle ore 23.00 di oggi in Italia. Il dato contenuto nel report del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 reso noto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. I vaccinati sono 351.771 femmine e 215.063 maschi, suddivisi tra 460.752 operatori sanitari, 38.557 unità di personale non sanitario e 37.304 ospiti di strutture residenziali. Altri: 30.221. Le regioni che hanno somministrato la maggior parte delle dosi ricevute sono il Veneto con 81,5%, la Toscana con il 79,9%, la Campania con il 75,2%.
L’obiettivo è di somministrare “entro l’autunno 120 milioni di dosi di vaccino”. Lo ha affermato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenica Arcuri, al webinar organizzato dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp) dedicato all’immunizzazione degli operatori sanitari. “Dobbiamo prepararci a una disponibilità maggiore e a una crescente capacità di somministrazione. Noi vacciniamo su un programma approvato dal Parlamento. Le persone che hanno per ragioni professionali l’esposizione al contagio più alta e che stanno in prima linea – ha detto Arcuri – devono essere messe in sicurezza subito: fra queste ci siete anche voi. Mi occuperò di garantire che i Pediatri di Libera Scelta e i Medici di Medicina Generale vengano vaccinati nel minor tempo possibile, compatibilmente con le dosi disponibili” (Fonte SkyTG24).

Covid, Università di Genova: il distanziamento di un metro non evita il contagio
Una ricerca pubblicata su Scientific Reports dimostra che non c’è fondamento scientifico che colleghi la pratica di tenere un metro di distanza tra le persone e la difficoltà di trasmissione del virus. “La mascherina è l’unico modo per essere al sicuro”, spiegano i ricercatori (Fonte SkyTG24).

Toscana, aperitivo selvaggio in zona gialla: balli in strada, polemica sul Web
Feste improvvisate a Lucca, assembramenti a Livorno. I filmati girano sui social. E i locali si difendono: “Noi non c’entriamo”. Il sindaco di Lucca: “Comportamento inqualificabile, sono amareggiato”. Scattano le denunce
Scene simili anche a Livorno
Firenze, 9 gennaio 2021 –
Un venerdì sera di aperitivi selvaggi in Toscana. Un venerdì sera di zona gialla, che vuol dire certamente regole più allentate “ma non assembramenti, feste e balli”, dicono molti cittadini che sul web commentano i video che hanno iniziato a girare proprio nella notte tra venerdì e sabato.
Epicentro della polemica è Lucca: qui in centro storico, a Porta dei Borghi, centinaia di giovani si sono ritrovati per ballare, con una cassa portatile con cui è stata allestita una sorta di discoteca provvisoria. Assembramenti e tante, troppe mascherine abbassate. Da Facebook alle chat di whatsapp, i video girano ovunque e in molti biasimano il comportamento di chi non comprende la gravità della situazione.
Stesse scene a Livorno, tra via Cambini e via Roma, la zona degli aperitivi. Anche qui fioccano i video di chi, quasi non credendo ai suoi occhi, si è trovato di fronte un muro umano.
E i locali degli aperitivi si difendono. Anche perché i gestori, come da dpcm, alle 18 devono chiudere i locali. Molti addirittura, proprio per scoraggiare gli assembramenti, pur potendolo fare, sospendono anche l’asporto. “Si tratta di un finto asporto – dicono all’enoteca ‘Cantina Nardi’, noto locale di Livorno e tempio degli aperitivi – Ora basta generalizzare”.
“Sono scene che non possiamo più tollerare”. Lo dice il sindaco di Livorno Luca Salvetti in una conferenza stampa dopo i video di assembramenti nella zona degli aperitivi la sera di venerdì 8 gennaio. Il sindaco ha convocato una conferenza stampa per spiegare la situazione: “In questo sabato di zona arancione pattuglieremo il centro fin dalle 17 con la polizia municipale. Chiederemo ai locali di gestire la situazione al meglio, ma devo dire che ho ricevuto alcuni titolari e loro stessi si dicono preoccupati. Mi hanno offerto la massima collaborazione in tutte le scelte che il Comune farà. C’è amarezza perché per il comportamento insensato dei ragazzi gli stessi titolari e le loro attività ne fanno inevitabilmente le spese”. Il sindaco chiede anche alle famiglie dei giovani che si assembrano di contribuire a far riflettere i ragazzi sui comportamenti giusti da tenere. “Non sciupiamo tutto, stiamo andando bene ma serve rimanere prudenti” (Fonte La Nazione).

LA POLITICA COVID
Hai l’emicrania? Tagliati la testa
Editoriale di Riccardo Cascioli
La Nuova Bussola Quotidiana, 9 gennaio 2020

Tutti gli italiani in stato di confusione dietro al gioco delle regioni a colori imposto dal governo. E malgrado il lockdown duro abbia dimostrato la sua inutilità e dannosità gli espertoni lo vogliono ancora più duro. Un “gioco” che promette di andare avanti all’infinito perché il vaccino non porterà alcuna liberazione.
Giallo, arancione, rosso. Giovedì e venerdì abbiamo sperimentato anche il giallo “rinforzato”, e i giornali lo scrivono come se fosse una cosa seria. Colori che cambiano con la frequenza di un semaforo. Ormai la gente, sempre più disorientata e confusa, passa il tempo a chiedersi: «Di che colore siamo oggi?». E si attende con ansia il “giorno dei colori”, questa settimana è stato ieri: per la prossima settimana cinque regioni indosseranno l’arancione (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia), tutte le altre il giallo. Scampato il rosso, per ora.
Ma allora tutti questi titoli catastrofici sul Veneto fuori controllo come si conciliano con questo colore che non è il peggiore? Non si sa. Siamo tutti appesi all’indice Rt, di cui il 99,9% degli italiani (politici compresi) ha capito che esiste, che è importante, ma non ha la più pallida idea di cosa sia esattamente e come valutarlo. Vale a dire che siamo in mano a dei tecnici (o presunti tali) di cui dobbiamo avere fiducia cieca [*].
Ed eccoli allora i nostri “tecnici” che sanno come superare questa confusione: un unico colore, per sempre, il nero. Cioè, chiudere tutto, completamente e senza la minima eccezione. Ieri a battere la grancassa i soliti noti: l’infettivologo primario dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, e il super-consulente del governo Walter Ricciardi. Ma senza rinunciare a provocare nelle persone uno stato confusionale. Prendiamo il primo, ad esempio: in una intervista a Repubblica, riesce a dire il tutto e il suo contrario nello spazio di una risposta: «Il lockdown totale è un fallimento», dice, per poi aggiungere che «però non si può stare a combattere continuamente con i cromatismi». Cioè? «È peggio avere continui apri e chiudi che una situazione netta». Perché la gente è stupida: «Se appena affermi la liceità di una cosa questa viene interpretata come un liberi tutti allora resta solo il lockdown». Quindi? Ecco l’esempio della peste a Milano del 1576 quando il governatore De Guzman chiuse tutti in casa e non guardò in faccia a nessuno, neanche a San Carlo Borromeo che non era d’accordo. Conclusione: il lockdown totale è un fallimento però bisogna farlo ancora più totale.
Il dottor Galli sarà pure un bravo infettivologo, ma quanto a logica e buon senso lascia un bel po’ a desiderare. Se il governo, ad esempio, decide di far riaprire i ristoranti e i negozi, con tutte le misure di distanziamento rispettate, cosa dovrebbero fare le persone? Restare comunque tappate in casa e fare la spesa online per dimostrare a Galli di aver capito la lezione?
Infatti, se adesso aumentano i casi di Covid-19 la colpa è dei bagordi di Natale. Ma come, non c’era il lockdown? Non eravamo tutti in rosso? Ah no, dimenticate il fine settimana di shopping natalizio, prima del 24 dicembre, è quello che ci ha fregato, conferma Galli; lo diceva lui che non bisognava aprire (ma «il lockdown totale è un fallimento», sia ben chiaro), adesso ne paghiamo le conseguenze. Insomma è andata così: Mario e Anna sono andati a comprare i regali per i figli e per gli anziani genitori, si sono beccati il Covid, ovviamente asintomatici, e poi qualche giorno dopo, a Natale, lo hanno portato a casa di genitori o suoceri che si sono ammalati; probabilmente a Santo Stefano hanno infettato anche la vecchia zia Enrica a cui erano andati a dare un saluto. Ed ecco la nuova esplosione di contagi.
Lo conferma anche Repubblica: «Sette contagiati su dieci sono stati traditi dal Cenone, li chiamiamo contagi da Covid-panettone». È un medico che parla: «Non c’è telefonata che faccio che non mi dicano: “Ah, sì, eravamo a cena il 24, a pranzo il 25, un tè il 26, ma eravamo pochi e tutti in famiglia”. Ecco appunto, tutti in famiglia. Giù le mascherine, su i calici, le fette di panettone che passano di mano insieme al virus». La fetta di panettone come la mela avvelenata di Biancaneve. E allora non c’è che una soluzione: lockdown totale, totalissimo. Ognuno chiuso nella sua stanza, a tempo indeterminato: arretsi domiciliari e in isolamento.
A nessuno che venga in mente che la circolazione del virus magari è indipendente dai lockdown: l’Italia è il paese che in questo anno l’ha imposto più duramente di qualsiasi altro, eppure abbiamo una tra le peggiori situazioni in Europa quanto a contagi e morti dichiarati. Farsi qualche domanda?
Certo, tagliare la testa è il modo più radicale e sicuro per combattere l’emicrania, ma siamo sicuri che sia anche il migliore?
Concentrarsi su un solo fattore, per quanto importante, ignorando tutti gli altri porta a conseguenze ben più gravi della malattia che si vuol sconfiggere. Combattere il virus ignorando la persona provoca danni gravi alla salute e la devastazione psicologica. Ci si ammala gravemente e si muore anche per la solitudine forzata, come dimostrano l’aumento dei suicidi – soprattutto fra i giovani – e l’impennata di ricorsi allo psicologo. Per non parlare delle altre malattie mortali che vengono trascurate.
E andando avanti sarà sempre peggio, perché presto tutti capiranno che il vaccino è un’illusione. Da mesi la gente è stata educata all’attesa del vaccino miracoloso che ci libererà dalla schiavitù della malattia. E ora invece si comincia ad ammettere sempre più esplicitamente che non sarà così: intanto non è dimostrato che il vaccinato non è più contagioso, quindi necessariamente restano tutte – dicasi tutte – le misure precauzionali (mascherine, distanziamento e ovviamente lockdown); poi in questi giorni stiamo anche scoprendo che ci vogliono molti giorni prima di essere immunizzati dal vaccino, siamo già arrivati a sei settimane. Vale a dire: mi vaccino lunedì 11 gennaio, sarò al riparo dal virus – se va bene – il 22 febbraio.
Ma una copertura vaccinale sufficiente a parlare di “immunità di gregge” non si avrà comunque prima della fine dell’anno: da ultima lo ha spiegato l’altra sera l’immunologa Antonella Viola a “Otto e mezzo”, e comunque basta fare due conti e dividere la popolazione italiana per il numero di vaccinazioni quotidiane che realisticamente si possono fare, per capirlo. Quindi per tutto il 2021 la prospettiva è ancora il lockdown, con il gioco dei colori. Niente liberazione. E per il 2022 la musica non cambia: perché l’effetto del vaccino – se va bene – dura 9-12 mesi. Vale a dire che tra un anno si ricomincia perché nel frattempo chi si sta vaccinando oggi non sarà più coperto, per non parlare delle varianti del virus che nel frattempo si stanno diffondendo. E quindi – con questo approccio al Covid – andremo avanti all’infinito.
Impegnare le persone con il gioco dei colori e con il senso di colpa collettivo, sembra il modo più efficace per rafforzare il potere.

[*] L’indice di trasmissibilità Rt è uno dei parametri in base al quale viene calcolata la capacità di un’epidemia di espandersi. Da alcuni mesi – da quando la pandemia di Covid-19, malattia scatenata dal Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (Sindrome respiratoria grave acuta coronavirus 2) (SARS-CoV-2) ha colpito anche l’Italia – è divenuto fondamentale nelle nostre vite: su di esso si basano le misure decise dal governo e dalle regioni per arrestare l’epidemia. Rt descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia. È un numero che indica quante persone vengono contagiate da una sola persona, in media e in un certo arco di tempo: è dunque un parametro legato a una situazione contingente, a seconda dell’efficacia delle misure di contenimento.
Ovviamente, anche si mi spiegano COME andare in bicicletta, non mi fa ANDARE in bicicletta. Anche se mi spiegano come FUNZIONA un motore so anche COSTRUIRE un motore. Anche se mi spiegano IL PRINCIPIO della fissione atomica riesco anche a CAPIRE come funziona.

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