Il Papa: rallegriamoci e cambiamo condotta di vita

“Dio non esige niente di straordinario, ma che ciascuno viva secondo criteri di solidarieta’ e di giustizia; senza di essi non ci si puo’ preparare bene all’incontro con il Signore”. E’ il commento al Vangelo di oggi offerto dal Papa ai parrocchiani di San Patrizioa al Colle Predestino a Roma. Come è ormai consuetudine il Papa nella terza domenica di Avvento, come in Quaresima, si reca in visita in una parrocchia della sua diocesi. Quest’anno è la comunità di San Patrizio che ha accolto il Papa. L’edificio della chiesa ha appena cinque anni ed la quattordicesima volta che il Papa visita una parrocchia, il Papa è stato accolto dalle giovani coppie i cui neonati sono stati battezzati in parrocchia in questo 2012. Dopo la celebrazione della messa invece ha incontrato anziani e ammalati. Un quartiere di estrema periferia nato abusivamente negli anni Settanta, oggi composto da 7.500 abitanti di Colle Prenestino. Niente piano regolatore, niente servizi, insomma nulla. Unico punto di riferimento per tutti la parrocchia che esiste dal 1973- Il centro parrocchiale è stato inaugurato dal cardinale vicario Camillo Ruini che nel 2003 aveva posto la prima pietra nell’ambito del progetto «50 chiese per Roma 2000». L’anno successivo, la sera del 20 marzo, i fedeli della parrocchia incontrarono Giovanni Paolo II insieme a quelli di altre tre comunità vicine, quando l’anziano Pontefice, già sofferente per la malattia che ne stava minando la salute, celebrò per loro la messa nell’Aula Paolo VI. Il parroco oggi è don Fabio Fasciani, insieme a don José Viñas, proveniente dal Redemptoris Mater, il seminario del Cammino neocatecumenale per la diocesi di Roma. Un altro collaboratore fisso è il monfortano padre Angelo Vitali, che per circa vent’anni ha diretto la casa-famiglia per malati di Aids voluta a Villa Glori da monsignor Luigi Di Liegro. Tante le attività soprattutto per le famiglie e i bambini, con gli Oratori e la catechesi.
Una domenica di festa appunto quella di oggi grazie alla visita del Papa per la gente del Colle Prenestino, perché l’ Avvento “è anche tempo di gioia, perché in esso si risveglia nei cuori dei credenti l’attesa del Salvatore, e attendere la venuta di una persona amata è sempre motivo di gioia.” Il Papa ha spiegato le letture della liturgia iniziando dalla espressione: “rallegrati”. Una spiegazione che è si legge nel suo recente libro sulla infanzia di Gesù. “Il profeta vuole dirci che non c’è più alcun motivo di sfiducia, di scoraggiamento, di tristezza, qualunque sia la situazione che si deve affrontare, perché siamo certi della presenza del Signore, che da sola basta a rasserenare e rallegrare i cuori.”
Dio trova dimora nel grembo della Chiesa e “venendo nel mondo, ci dona la sua gioia.” Gesù porta agli uomini una nuova relazione con Dio. E csosì la gioia è quelle che indica San Paolo Ci dobbiamo rallegrare perché Gesù è vicino. “Paolo- spiega il Papa- dice con forza in un’altra Lettera che nulla può separarci dall’amore di Dio che si è manifestato in Cristo. Solo il peccato ci allontana da Lui, ma questo è un fattore di separazione che noi stessi introduciamo nel nostro rapporto con il Signore. Però, anche quando noi ci allontaniamo, Egli non cessa di amarci e continua ad esserci vicino con la sua misericordia, con la sua disponibilità a perdonare e a riaccoglierci nel suo amore.”
Ma per essere vicini a Dio c’è solo da pregare e ringraziarlo: “Chi accoglie i doni di Dio in modo egoistico, non trova la vera gioia; invece chi trae occasione dai doni ricevuti da Dio per amarlo con sincera gratitudine e per comunicare agli altri il suo amore, questi ha il cuore veramente pieno di gioia. Ricordiamolo!”. Sulla pagina di Vangelo il Papa ha commentato: “per accogliere il Signore che viene dobbiamo prepararci guardando bene alla nostra condotta di vita…Dio non esige niente di straordinario, ma che ciascuno viva secondo criteri di solidarietà e di giustizia; senza di essi non ci si può preparare bene all’incontro con il Signore”. Il Papa ha poi messo in luce la umiltà del Battista che “usa immagini forti per invitare alla conversione, ma non lo fa con lo scopo di incutere timore, piuttosto lo fa per spronare ad accogliere bene l’Amore di Dio, che solo può purificare veramente la vita.”
Dopo aver ricordato le varie attività della parrocchia il Papa ha concluso la sua omelia con un invito: “corriamo incontro al Signore che viene, invocando e imitando san Patrizio, grande evangelizzatore, e la Vergine Maria, che ha atteso e preparato, silenziosa e orante, la nascita del Redentore.” In chiesa c’erano circa 500 persone, ma molti erano fuori e hanno seguito tramite i maxi schermi. Il Papa dopo la messa ha salutato anziani e malati in una cappellina laterale e poi ha fatto ritorno in Vaticano per la recita dell’ Angelus