Il Papa: Ecclesia in America, 15 anni dopo le sfide sono ancora le stesse
Un evento provvidenziale, così Benedetto XVI ha definito il Congresso che si apre oggi in occasione dei 15 anni di promulgazione della esortazione post sinodale Ecclesia in America promosso dalla Pontificia Commissione per l’America Latina e dai Cavalieri di Colombo, in collaborazione con l’Istituto di Studi Guadalupani. Nel pomeriggio al termine della messa celebrata dal cardinale Ouellet all’ altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, il Papa ha proposto la sua riflessione. Oggi più che mai i temi proposti nella “Ecclesia in America”, ha detto il Papa, riguardano non solo l’ America ma tutto il mondo. Allora fu l’inizio di una nuova collaborazione tra le comunità. Si parlava di nuova evangelizzazione per portare con audacia e chiarezza il Vangelo di Cristo. Nella Esortazione si parlava di di difficoltà che sono attuali più che mai.
“ In effetti- dice il Papa- il secolarismo e le sette si diffondono a tutte le latitudini dando luogo a tanti problemi. La educazione e la promozione della cultura per la vita è una urgenza fondamentale a fronte della diffusione della mentalità che attenta alla dignità della persona e non favorisce la istituzione del matrimonio e della famiglia. Come non preoccuparsi delle dolorose situazioni di emigrazione di sradicamento o violenza causata in particolare dalla delinquenza organizzata e dal narcotraffico, dalla corruzione e dal commercio delle armi? E che dire delle laceranti diseguaglianze e dalla sacche di povertà provocate da discutibili economiche, politiche e sociali?” Questioni sociali importanti che chiedono attenzione e uno studio attento. Compito della Chiesa, dice il Papa, non è quello di proporre soluzioni tecniche, ma di mostrare a tutti il volto di Cristo “.
Non c’è servizio più grande che possiamo fare ai nostri fratelli” ha detto il Papa, perchè essi “hanno sete di Dio” Per questo la fedeltà al Vangelo e al Magistero dei fedeli e dei sacerdoti sarà la migliore testimonianza con un esempio di unità e apertura. Nella sua omelia il cardinale Ouellet ha ripercorso le tappe principali del documento nato dopo la profetica intuizione di Giovanni Paolo II di indire un Sinodo per l’intero continente americano. Fu celebrato nel 1999 e “fu una tappa importante nell’effettivo riavvicinamento delle diocesi del nord e e del sud del continente.”
I lavori del convegno iniziano domani mattina 10 dicembre, nell’Aula del Sinodo e si dibatterà su: “L’avvenimento guadalupano all’origine dell’evangelizzazione del Nuovo Mondo”; “L’Esortazione apostolica post-sinodale: profezia, insegnamento e impegni” e “L’Esortazione apostolica Ecclesia in America sotto l’intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, stella della nuova evangelizzazione e madre della civiltà dell’amore”. Nel pomeriggio si svolerà un dibattito su questioni fondamentali per la cooperazione fra le Chiese nel continente. Concluderà la giornata una conferenza dell’Arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
L’11 dicembre i partecipanti reciteranno il Rosario nei Giardini Vaticani davanti alla statua di Nostra Signora di Guadalupe e nel pomeriggio, nell’Aula Pio X, si proietterà un documentario sull’immagine della Patrona d’America.
Il 12 dicembre, i congressisti assisteranno all’udienza generale del Santo Padre. Nel pomeriggio, il Cardinale Sean Patrick O’Malley, O.F.M., Arcivescovo di Boston (Stati Uniti d’America), terrà una conferenza dal titolo: “Scenari e proposte per la comunione e la cooperazione tra le Chiese del continente americano e per la solidarietà tra i loro popoli”. “I risultati del Congresso saranno poi comunicati ai Dicasteri della Curia Romana, alle Conferenze episcopali del continente e al CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano).