Milano: liberi per credere e l’editto
Il 7 dicembre la Chiesa ambrosiana celebra la solennità di S. Ambrogio (334 c. – 397), patrono della Chiesa ambrosiana e della città di Milano, nel giorno anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta nel 374. Alla vigilia, giovedì 6 dicembre, presso la Basilica di S. Ambrogio, l’Arcivescovo, card. Angelo Scola, ha presieduto la celebrazione dei primi Vespri ed ha tenuto il Discorso alla Città. Quest’anno, con il Discorso alla Città intitolato ‘L’editto di Milano: Initium Libertatis’, il card. Scola ha inaugurato solennemente le celebrazioni del XVII centenario dell’Editto di Milano, illustrandone il significato religioso, civile e culturale e le sfide che pone al nostro tempo. A questo evento si collegheranno le inaugurazioni del progetto/mostra di Costantino al Museo Diocesano e di altre iniziative culturali della città. Nel gennaio 2013, poi, il Discorso sarà oggetto di riflessione negli incontri zonali che i rispettivi Vicari episcopali terranno con gli amministratori locali e i rappresentanti delle istituzioni civili del territorio. Analoga ripresa e approfondimento del Discorso sarà a cura anche dei centri culturali cattolici. ‘Liberi per credere’ è il titolo che farà da filo rosso per le manifestazioni previste. Un progetto molto ricco che vedrà la Chiesa ambrosiana riflettere sulla libertà religiosa, sulla laicità, sull’ecumenismo e sul ruolo delle religioni nel dibattito pubblico.
Nel discorso alla città il card. Scola ha sottolineato che con l’ Editto di Milano emergono due caratteristiche dell’ordinamento moderno della società politica, la libertà religiosa e la laicità dello Stato: “Un’interessante conferma di questo dato si può trovare in due significativi insegnamenti di sant’Ambrogio. Da una parte l’arcivescovo non esitò mai a richiamare i cristiani ad essere leali nei confronti dell’autorità civile, la quale, a sua volta, ecco il secondo insegnamento, doveva garantire ai cittadini libertà sul piano personale e sociale. Veniva così riconosciuto l’orizzonte del bene pubblico a cui sono chiamati a concorrere cittadini e autorità”. Parlando della libertà religiosa, l’arcivescovo di Milano ha sottolineato la commistione tra potere politico e religione, superata con la promulgazione della dichiarazione conciliare ‘Dignitatis humanae’:
“Il Concilio, alla luce della retta ragione confermata e illuminata dalla divina rivelazione, ha affermato che l’uomo ha diritto a non essere costretto ad agire contro la sua coscienza e a non essere impedito ad agire in conformità con essa”. E qui ha elencato alcuni nodi da sciogliere, perché la libertà religiosa riguarda anche la pace sociale e l’orientamento dello Stato: “Infatti se la libertà religiosa non diviene libertà realizzata posta in cima alla scala dei diritti fondamentali, tutta la scala crolla. La libertà religiosa appare oggi come l’indice di una sfida molto più vasta: quella della elaborazione e della pratica, a livello locale ed universale, di nuovi basi antropologiche, sociali e cosmologiche della convivenza propria delle società civili in questo terzo millennio”.
Per questo motivo l’Editto del 313 rappresenta un dovere/diritto a cercare la verità: “Agostino, genio espressivo dell’umana inquietudine, ne aveva carpito il segreto, come ci ricorda papa Benedetto XVI: ‘Non siamo noi a possedere la Verità dopo averla cercata, ma è la Verità che ci cerca e ci possiede’. In questo senso, è la stessa verità, attraverso la pregnanza delle relazioni e delle circostanze della vita di cui ogni uomo è protagonista, a proporsi come ‘il caso serio’ dell’umana esistenza e dell’umana convivenza”. Per questo le celebrazioni per questo anniversario “cade in un momento storico in cui la Chiesa ambrosiana, insieme a tutte le Chiese del nostro paese, è chiamata ad un’opera di trasformazione della propria presenza nella società plurale…
Il concreto tessuto ambrosiano di vita cristiana, forse in modo culturalmente minoritario, sta infatti cercando nuove forme per mantenersi capillarmente radicato nell’esteso territorio della diocesi. Lo fa attraverso reti di solidarietà, di accoglienza, di costruzione di risposte ai bisogni fondamentali, di gestione del legame sociale, di educazione alla fede e alla cultura, che va dall’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità dell’evento di Gesù Cristo presente nella comunità, fino alla proposta di tutte le sue umanissime implicazioni antropologiche, sociali e di rapporto con il creato. Il nostro è un tempo che domanda una nuova, larga cultura del sociale e del politico. I molti frammenti ecclesiali e civili che già oggi anticipano la Milano del futuro sono chiamati a lasciar trasparire il tutto. L’insieme deve brillare in ogni frammento a beneficio della comunità cristiana e di tutta la società civile. Vita buona e buon governo vanno infatti di pari passo”.
E fedele alla Parola il card. Scola ha destinato € 1.000.000 provenienti dall’8 per mille al ‘Fondo Famiglia e Lavoro’, lanciando la seconda fase del Fondo istituito nel 2008 dalla Diocesi di Milano per aiutare le famiglie ambrosiane colpite dalla crisi: “Mettere in relazione famiglia e lavoro vuol dire mettere in relazione due aspetti fondamentali della vita quotidiana. La crisi che stiamo attraversando non è solo economica e finanziaria. Ogni soluzione tecnica non potrà essere efficace se non riconosce che è in atto una mutazione della società e dell’uomo”. Quattro i pilastri di questa seconda fase: la confermata erogazione di un contributo economico a fondo perduto per tamponare le situazione di estrema emergenza economica; l’orientamento e la riqualificazione professionale; il microcredito per l’avvio di piccole attività economiche; lo start up di nuove imprese.
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