Il Papa: la benevolenza di Dio è il piano per l’umanità

Quello di Dio nei confronti dell’uomo è un disegno di benevolenza, ne parla San Paolo e lo ha spiegato oggi il Papa nella catechesi dell’udienza generale. Il ‘disegno di benevolenza’ di Dio, che viene qualificato dall’Apostolo anche come ‘disegno di amore’, è definito ‘il mistero’ della volontà divina, nascosto e ora manifestato nella Persona e nell’opera di Cristo. L’iniziativa divina precede ogni risposta umana: è un dono gratuito del suo amore che ci avvolge e ci trasforma”. “Ma qual è lo scopo ultimo di questo disegno misterioso? Domanda il Papa . Paolo parla più precisamente di ricapitolazione dell’universo in Cristo, e ciò significa che nel grande disegno della creazione e della storia, Cristo si leva come centro dell’intero cammino del mondo, asse portante di tutto, che attira a Sé l’intera realtà, per superare la dispersione e il limite e condurre tutto alla pienezza voluta da Dio”.
“Questo ‘disegno di benevolenza’ – ha spiegato Benedetto XVI – non è rimasto, per così dire, nel silenzio di Dio, nell’altezza del suo Cielo, ma Egli lo ha fatto conoscere entrando in relazione con l’uomo, al quale non ha rivelato solo qualcosa, ma Se stesso. Egli non ha comunicato semplicemente un insieme di verità, ma si è auto-comunicato a noi, fino ad essere uno di noi, ad incarnarsi. Una comunione che non “viene a sovrapporsi alla nostra umanità, ma è il compimento delle aspirazioni più profonde, di quel desiderio dell’infinito e di pienezza che alberga nell’intimo dell’essere umano, e lo apre ad una felicità non momentanea e limitata, ma eterna”. “In questa prospettiva, che cos’è dunque l’atto della fede? È la risposta dell’uomo alla Rivelazione di Dio, che si fa conoscere, che manifesta il suo disegno di benevolenza, spiga il Papa, “una vera ‘conversione’, fede è un ‘cambiamento di mentalità’, perché il Dio che si è rivelato in Cristo e ha fatto conoscere il suo disegno, ci afferra, ci attira a Sé, diventa il senso che sostiene la vita, la roccia su cui essa può trovare stabilità”.
L’Avvento, conclude Benedetto XVI, “ci invita ancora una volta, in mezzo a tante difficoltà, a rinnovare la certezza che Dio è presente: Egli è entrato nel mondo, facendosi uomo come noi, per portare a pienezza il suo piano di amore. E Dio chiede che anche noi diventiamo segno della sua azione nel mondo. Attraverso la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carità, Egli vuole entrare nel mondo sempre di nuovo e vuol sempre di nuovo far risplendere la sua luce nella nostra notte”.
Prima dei saluti ai gruppi italiani il Papa ha rivolto il suo pensiero al Congo da dove “continuano ad arrivare preoccupanti notizie sulla grave crisi umanitaria”. La regione dell’ est “da mesi è diventata teatro di scontri armati e di violenze. A gran parte della popolazione mancano i mezzi di primaria sussistenza e migliaia di abitanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, per cercare rifugio altrove. Rinnovo quindi il mio appello al dialogo e alla riconciliazione e chiedo alla comunità internazionale di adoperarsi per sovvenire ai bisogni della popolazione”.