Il Papa e i giovani all’ inizio dell’ Avvento del “Dio vicino”
Tutta la storia della Salvezza è un percorso d’ amore, un cammino orientato a scoprire la fedeltà di Dio nel volto di un bambino. L’inizio dell’ Avvento anche quest’anno è stato celebrato dal Papa con la liturgia dei vespri. E quest’anno il Papa ha voluto con se gli universitari, i giovani che si preparano al grande incontro di Rio de Janeiro e per questo una Delegazione dell’Università di “Roma Tre” consegna l’icona di Maria “Sedes Sapientiae” alla Delegazione universitaria del Brasile. Nella Basilica vaticana studenti e professori hanno partecipato alla liturgia commentata dalle parole del Papa che parla del “Dio vicino” del “Dio fedele” che non abbandona il suo popolo che ne subisce “con tristezza l’infedeltà” e attende “con pazienza il ritorno, sempre nella libertà di un amore che precede e sostiene l’amato, attento alla sua dignità e alle sue attese più profonde.”
Vicino, Dio, non chiuso in cielo, un Dio che “entra nel tempo dell’uomo nel modo più impensato facendosi bambino e percorrendo le tappe della vita umana”. E lo fa per amore che “tende per sua natura al bene dell’altro, al maggior bene possibile, e non si limita a rispettare semplicemente gli impegni di amicizia assunti, ma va oltre, senza calcolo, né misura.” Un evento che è svolta dell’essere umano. Una svolta che i giovani universitari per primi vivono nel tempo della preparazione alle grandi scelte della vita e al servizio nella Chiesa e nella società. “Questa sera potete sperimentare che non siete soli: sono con voi i docenti, i cappellani universitari, gli animatori dei collegi. E’ con voi il Papa!” Un dono che è segno della fedeltà di Dio e un cammino da compiere sperimentando che “Gesù Cristo è l’unico Signore del cosmo e della storia, senza il quale ogni costruzione umana rischia di vanificarsi nel nulla.”
E se pure si vive nella indifferenza verso Dio “penso che nel profondo di quanti – anche tra i vostri coetanei – vivono la lontananza da Dio, ci sia una interiore nostalgia di infinito, di trascendenza. A voi il compito di testimoniare nelle aule universitarie il Dio vicino, che si manifesta anche nella ricerca della verità, anima di ogni impegno intellettuale.” E del resto, spiega il Papa, “credere significa affidare la propria vita a Colui che solo può darle pienezza nel tempo e aprirla ad una speranza oltre il tempo.” Il Papa ha ricordato che il dialogo continuo tra università laiche e pontificie “lascia sperare in una presenza sempre più significativa della Chiesa nell’ambito della cultura non solo romana, ma italiana ed internazionale.”
E prima di ricordare l’appuntamento di Rio il Papa ha detto: “Gli occhi di Dio sono aperti su di noi perché Lui è fedele al suo amore! Solo questa certezza può condurre l’umanità verso traguardi di pace e di prosperità, in questo momento storico delicato e complesso.”