La ”settimana africana” sbarca in Europa

L’evento/mostra itinerante “Persone: Africa, società civile, cambiamento” promosso dal Cipsi – coordinamento di 46 Ong e associazioni di solidarietà internazionale – e Chiama l’Africa fa tappa a Bruxelles fino al 12 settembre 2008 in occasione della “Settimana Africana” promossa dal Parlamento europeo. Tra gli attori presenti alla “Settimana Africana” di Bruxelles, promossa in occasione dell’anno europeo del dialogo interculturale, Malick Sidibé (fotografo – Mali), Wole Soyinka (Nobel Letteratura – Nigeria), Ndiogou Fall (Presidente ROPPA) e N’Faly Kouyaté (griot – Guinea).
Artisti e società civile africana saranno dunque i grandi protagonisti di questo evento che include commissioni tematiche, seminari, tavole rotonde, concerti e mostre. Dalla giornata internazionale dedicata all’alfabetizzazione, alle performance musicali e artistiche, ai comitati sullo sviluppo rurale e agricolo, sugli affari politici, sui diritti umani, sulla sicurezza e la difesa, tutti gli incontri e gli eventi culturali previsti saranno un’opportunità per creare scambi tra cultura e politica, sinergie e dialoghi tra culture. Le 70 sagome di uomini e donne africani che sono in tour in questi mesi nelle piazze italiane saranno tra i protagonisti di queste giornate, che rappresentano un’occasione per conoscere l’Africa, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue potenzialità e per riconoscere a questo continente un ruolo di primo piano, che a lungo gli è stato negato, nella storia e nella politica mondiale.
Guido Barbera (presidente del Cipsi) ed Eugenio Melandri (coordinatore di Chiama l’Africa) hanno dichiarato: “Stiamo lanciando una sfida importante: abbiamo l’ambizione di cambiare il concetto di cooperazione, il rapporto con l’Africa, il nostro essere cittadini, costruendo relazioni nella società civile, per una nuova comunità internazionale. Abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno nella creazione e nel sostegno di un nuovo patto di solidarietà con i popoli africani basato su una conoscenza reale e soprattutto sulla relazione. Un patto di solidarietà che esige una conoscenza approfondita, soprattutto dei valori e delle caratteristiche positive con gli attori sociali che contraggono il patto. Crediamo che l’Africa è da conoscere e da ascoltare; c’è un’Africa in piedi, che sa correre ed aspettare. Si tratta di innamorarsi dell’Africa e degli africani”.
“Si tratta di innamorarsi dell’Africa e degli africani” – ha spiegato il coordinatore di Chiama l’Africa Eugenio Melandri. E ha continuato: “L’AFRICA non è solo un coacervo di problemi ma un continente vivo, fatto di persone portatrici di diritti con cui è fondamentale dialogare. Uomini, donne, anziani e bambini, molte delle quali attive nella società civile africana. Per dire che l’Africa è fatta di persone, non è soltanto guerre, problemi, miseria… L’Africa è un continente ricco di gente, di valori, di dignità. Noi siamo figli del continente africano. Per entrare nel cuore e nella vita della gente, per mettersi in comunicazione con noi. In mezzo a queste sagome di persone africane ce ne saranno alcune autospecchianti, in modo che chi cammina per la piazza si senta egli stesso parte del gruppo, inserito in questo squarcio di umanità”.