Nuovo anno pastorale a Milano. Il cardinale Tettamanzi parla della difficoltà delle famiglie

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E’ Maria “Vergine dell’ascolto” l’icona scelta dal cardinale Dionigi Tettamanzi per identificare il terzo e ultimo anno del percorso pastorale diocesano “Famiglia, diventa anima del mondo”. Durante l’omelia della solenne celebrazione eucaristica che ha inaugurato l’anno pastorale 2008/2009, il card. Tettamanzi ha posto l’attenzione, con uno sguardo realistico, sui “troppi nuclei familiari pesantemente messi alla prova dalle condizioni lavorative” precarie o irrispettose “delle norme sulla sicurezza e sulla prevenzione sociale”.

Il cardinale ha inoltre denunciato le fatiche causate “dalla carente disponibilità di abitazioni a condizioni accessibili per le famiglie povere o comunque disagiate”, così come “dalla continua maggiorazione dei prezzi dei beni di consumo primari” e “dall’aumento di famiglie che vengono a trovarsi al di sotto della cosiddetta soglia della povertà”. A motivo di ciò, Tettamanzi ha rivolto “un invito ad assumersi, tutti e ciascuno, le proprie responsabilità storiche nei confronti delle famiglie e delle loro povertà. Di tutte le emergenze in atto circa la famiglia, la più urgente e rilevante, quella che esige attenzione prioritaria oggi è senza dubbio quella educativa”.

Le prove di questa emergenza, ha proseguito il cardinale, sono atteggiamenti “come il ricorso abitudinario all’intimidazione e alla violenza, il disadattamento, il rifugio nella droga, la ricerca di una sessualità sfrenata e sganciata dall’amore e dalla capacità di relazionarsi”. Oltre a tali atteggiamenti visibili, un rischio più sottile è quello di “costruire personalità, magari non aggressive o violente, ma che vivono in una sorta di isolamento rispetto agli altri, al mondo, alla storia: vivono esclusivamente per sé stessi. Per tutte queste ragioni, ha precisato il cardinale, “sempre, ma oggi in particolare, il compito educativo – esperienza di gioia e di fatica – non può essere lasciato alle sole famiglie. È sempre più necessaria una rinnovata alleanza educativa tra famiglia, comunità parrocchiale, mondo della scuola, territorio”.

Un’opera comune che “richiede l’impegno di tutti, sinergia di forze, consenso di intenti programmatici, convergenza di valori, di tutti quei valori che sono alla base dello sviluppo personale e della convivenza sociale”. Il percorso pastorale, ha spiegato Tettamanzi, “prende in ampia considerazione la tutela e la promozione della vita e della salute come ambito di straordinaria rilevanza per la missione della famiglia quale anima del mondo”. Il primo pensiero è alle “situazioni di fragilità di cui è segnata la vita: pensiamo al bambino, all’anziano, all’ammalato; a chi è diversamente abile, a chi necessita costantemente della presenza e dell’assistenza di altri”. La famiglia è il primo luogo di cura di queste fragilità: per questo, prosegue il cardinale, “deve essere assolutamente riconosciuta, anzi apprezzata, non invece penalizzata dalla società. Urge una conversione culturale, prima ancora che operativa, della società attuale”.

Società chiamata a “considerare la vita e la salute non come beni privati, isolati dal contesto, di semplice utilità, ma come autentici valori sociali, di pubblica necessità per tutti”. Infine l’Arcivescovo di Milano, in questa terza tappa del Percorso pastorale diocesano ha assegnato tre adempimenti concreti. Anzitutto la definizione di un volto unitario delle “feste” che tra gennaio e febbraio ogni anno si celebrano per sottolineare momenti significativi della famiglia: la Festa della famiglia, la Giornata della vita, la Giornata della solidarietà, la Giornata del malato e la Giornata della vita consacrata. Il secondo adempimento prevede – in ogni comunità pastorale o parrocchiale, entro la fine dell’anno 2008-09 – una verifica con le conseguenti azioni di rilancio della pastorale familiare. Il terzo adempimento chiede – a ogni parrocchia o comunità pastorale – di riconsiderare il progetto pastorale: per riscrivere i passaggi inerenti il tema della famiglia, e – più globalmente – per ridisegnarlo così da realizzare una pastorale più “a misura della famiglia”.

Fonti: Sir, Chiesadimilano.it

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