Il Papa ai nuovi cardinali: fate emergere la volontà di Dio di fronte agli interessi del mondo

É dall’incapacità di Pilato di comprendere che ci può essere un potere che non si ottiene con mezzi umani e che non risponda alla logica del dominio e della forza che dobbiamo convertirci. Perchè “è chiaro che Gesù non ha nessuna ambizione politica” e “non vuole essere difeso con le armi, ma vuole compiere la volontà del Padre fino in fondo e stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l’apparente debolezza dell’amore che dona la vita.” Benedetto XVI domenica mattina nella solennità di Cristo Re dell’Universo ha celebrato la santa messa con i cardinali appena creati nel concistoro. Il commento alle letture del giorno è stato proprio dedicato a loro, ai nuovi porporati. Così Gesù umiliato da Pilato che non comprende spiega invece a noi tutti cosa è il potere, e “chiarisce la natura del suo regno e della sua stessa messianicità, che non è potere mondano, ma amore che serve”.
Una strada difficile da seguire per noi come lo è stato per Gesù che la folla vuole “fare Re”, e rimane delusa quando Gesù si ritira sul monte da solo a pregare. Perfino i discepoli “pensavano ad un regno politico, instaurato anche con l’aiuto della forza. “Nel Getsemani- spiega il Papa- Pietro aveva sfoderato la sua spada e iniziato a combattere”. Ma non è questo che vuole Gesù, perché “il regno di Dio è un regno completamente diverso da quelli terreni.” Gesù è venuto a portare amore, “è venuto per rivelare e portare una nuova regalità, quella di Dio; è venuto per rendere testimonianza alla verità di un Dio che è amore e che vuole stabilire un regno di giustizia, di amore e di pace. Chi è aperto all’amore, ascolta questa testimonianza e l’accoglie con fede, per entrare nel regno di Dio.”
Così diventano chiare anche le parole dell’ Apocalisse, “un forte invito rivolto a tutti e a ciascuno: convertirsi sempre di nuovo al regno di Dio, alla signoria di Dio, della Verità, nella nostra vita. Lo invochiamo quotidianamente nella preghiera del “Padre nostro” con le parole “Venga il tuo regno”, che è dire a Gesù: Signore facci essere tuoi, vivi in noi, raccogli l’umanità dispersa e sofferente, perché in Te tutto sia sottomesso al Padre della misericordia e dell’amore.”E questo in particolare nella vita dei cardinali che hanno promesso di servire Cristo “fino alla effusione del sangue” significa di fatto “far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze.”
All’inizio della Messa celebrata nella Basilica Vaticana il neo cardinale James Michael Harvey, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, primo tra i nuovi Cardinali ha rivolto al Papa un indirizzo di saluto e gratitudine, a nome di tutti i porporati. “Quando accettò l’onere del Ministero Petrino nel 2005- ha detto il cardinale- la Chiesa e il mondo La conoscevano come una mente eletta, come uno dei grandi teologi del nostro tempo. Ora, dopo più di sette anni e mezzo, la Chiesa e il mondo hanno potuto conoscerla meglio; essi hanno compreso che la Sua straordinaria padronanza delle verità della dottrina cristiana e la Sua singolare capacità di rendere vive tali verità attraverso le catechesi e le omelie, affondano le loro radici in una fede profonda” ed ha aggiunto: “La Sua vita di studioso – come sacerdote e professore, come vescovo diocesano, come Prefetto nella Curia Romana, e da ultimo come Vescovo di Roma – è stata una lezione vivente attestante che la teologia più profonda non è quella articolata a tavolino, ma quella elaborata stando in ginocchio.”
Le preghiere dei fedeli sono state lette nelle diverse lingue delle nazioni dei nuovi cardinali dall’ arabo, all’hindi, al filippino allo yoruba. Tra coloro che hanno portato i doni all’altare anche i familiari del cardinale Thottunkal e Rai