Numeri ufficiali Covid-19 del 4 dicembre 2020. Il Dl “Salvapoltrone” del 2 dicembre da incompetenti è follia e inutile per contrastare e contenere la diffusione del Sars-CoV-2

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Da un po’ di tempo si aggira per l’Italia un pensiero “eutanasico”. Hanno deciso che gli anziano e i disabili possono anche morire… segue il resto, tra cui l’articolo “Natale mortale per i nonni” dell’amico e collega Renato Farina su Libero di oggi, 4 dicembre 2020. Anziani lasciati soli in casa, vietato rivedere i nipoti. Ma che divide le famiglie e separa le generazioni ammazza i vecchi nell’anima.

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi venerdì 4 dicembre 2020

Totale casi: 1.688.939 (+24.099) (+1,45%)
In isolamento domiciliare: 722.935 (-1.678) (-0,23%)
Ricoverati con sintomi: 31.200 (-572) (-1,80%)
In terapia intensiva: 3.567 (-30) (-0,83%) [con 201 nuovi ingressi del giorno] [*]
Dimessi/Guariti: 872.385 (+25.576) (+3,02%)
Deceduti: 58.852 (+814) (+1,40%)
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 204 (+2)

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il Decreto legge del 2 dicembre 2020 lo chiamiamo “Salvapoltrone” (e si spiega da solo). È roba da incompetenti, è follia ed è pure inutile per contrastare e contenere la diffusione del Sars-CoV-2. Siamo alla mercé di un #brancodibalordi.

Siamo finito nel baratro a causa di un governo incapace, ma che ha l’arroganza di non fare un passo indietro e chiedere scusa per i quasi 53000 morti. Hanno la responsabilità penale di ogni singolo decesso, soprattutto per la fase autunnale di questa che è divenuta emergenza causata dalla loro incompetenza. Tanti morti innocenti, che si potevano evitare, se avessero preso misure adeguate in tempo.

Bertolaso: “La chiamano emergenza ma è incompetenza”

“Ecco fatto: segregati in casa per tutte le feste, anziani abbandonati, turismo demolito, nazioni confinanti strapiene di sciatori, decessi fra i più alti del mondo, e lo saranno ancora per settimane. Tutto questo perché il Governo non è stato in grado di gestire la seconda ondata che loro stessi avevano previsto. Continuano a chiamarla emergenza, a quasi un anno dall’inizio della pandemia. Chiamiamola con il giusto nome: incompetenza”. Così Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, commenta in un post su Facebook la situazione in Italia, all’indomani della firma del nuovo Dpcm con le misure anti-Covid-19.
“Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare – rimarca Bertolaso – l’unica parola che dovrebbe pronunciare: scusateci” (Fonte Adnkronos).

Nuovo Dpcm, Spirlì: chiusure per festività atto quasi criminale

“Chiudere i territori e le attività produttive come la ristorazione nelle tre giornate in cui la massima solidarietà e il senso di affratellamento trovano coronamento e decidere già da oggi che in quei giorni non ci si debba spostare nemmeno di poco, lo trovo un atto quasi criminale”. Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì in riferimento al Dpcm presentato ieri dal premier Conte. “Vuol dire – ha aggiunto Spirlì – che vogliamo fare abbassare definitivamente le saracinesche ad attività in grado in quei periodi di fare un po’ di cassa” (Fonte SkyTG24).

Zaia: chiudere i comuni tre giorni non serve a nulla; lo dice oggi anche il CTS

Oggi il Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, in conferenza stampa ha detto: “Quando giorni fa ho detto che chiudere i comuni il 25 e 26 dicembre, e 1° gennaio per tre giorni non serve a nulla, sono stato insultato. Oggi anche il Comitato tecnico scientifico ha confermato la stessa cosa. Non ha alcun senso! Quindi è una decisione soltanto politica”. E si è tolto anche un altro sassolino, dicendo che i controlli la Regione non li farà di sicuro! (Fonte C.A.).

Ieri, nel 287° giorno, il numero dei decessi più alto (993 morti, con media giornaliera di 202) dal 21 febbraio 2020 (con il primo morto). Il numero più alto fino ad oggi era nel 36° giorno, il 27 marzo con 969 morti (media giornaliera di 254).
“E niente, anche alla fine nessun pensiero per i 993 morti. Non pervenuti sul radar di Conte” (Roberto Zichittella).

Franco Bechis contro Conte: “Non una parola sui 993 morti, quello è lo spessore dell’uomo”

Non è piaciuto a Franco Bechis l’ultimo “discorso alla nazione” di Giuseppe Conte. Il premier ha illustrato agli italiani in tv e in diretta Facebook (prima che in Parlamento) le misure contenute nell’ultimo Dpcm su Natale, Capodanno, spostamenti e limitazioni varie. La conferenza stampa a Palazzo Chigi cade in un giorno funesto, più nero degli altri anche se, forse, non resterà il peggiore: quello del record assoluto di vittime per Covid-19 dall’inizio della pandemia, in febbraio: 993 decessi nelle ultime 24 ore. “Ho trovato di grande stile un Conte che non dicendo una parola sulle 993 famiglie che oggi hanno perso un proprio congiunto”, spiega il direttore del Tempo su Twitter, feroce. Il premier “si è al solito auto-lodato dicendo ‘siamo molto soddisfatti del RT sotto l’1%. Le nostre misure funzionano'”. Parole che hanno sconcertato molti, anche a casa. Ma in fondo, nota Bechis, “è quello lo spessore dell’uomo…” (Libero, 4 dicembre 2020).

Otto e Mezzo, Mariolina Sattanino e Lilli Gruber difendono Conte: “Chiamiamolo Nervi d’acciaio”

La giornalista Mariolina Sattanino è stata ospite di Otto e Mezzo, in onda su La7 e condotto da Lilli Gruber. La Sattanino ha commentato il discorso del premier Conte sull’ultimo Dpcm e le reazioni politiche, soprattutto del centrodestra, critiche contro di lui. “Io credo che ormai dovremmo chiamare Conte, nervi d’acciaio. Dimostra una grande calma”, ha precisato la giornalista. La Sattanino continua con l’elogio del premier: “Stasera ha tracciato un quadro, un bilancio di questa esperienza che gli altri paesi europei non hanno avuto. Ricordiamoci che in Francia, Germania e Gran Bretagna i ristoranti sono chiusi, sono paesi che hanno avuto più restrizioni di noi. E ricordiamo che oggi ci sono 993 morti. Bisognerebbe interrogarsi su quello che non va e nella conferenza stampa di Conte non se ne è parlato. Gli Italiani, secondo tutti i sondaggi, sono d’accordo con un Natale diverso”, conclude la Sattanino (Libero, 3 dicembre 2020).

Da un po’ di tempo si aggira per l’Italia un pensiero “eutanasico”. Hanno deciso che gli anziano e i disabili possono anche morire

Brusaferro: età media decessi è 81 anni

“I deceduti hanno età media di 81 anni. Le terapie intensive ospitano soprattutto persone oltre 70 anni e prevale la popolazione maschile. Lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro alla conferenza stampa di oggi, 4 dicembre al Ministero della salute sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia (Fonte SkyTG24).

Condivido la riflessione dell’amico e collega Renato Farina in riferimento all’inqualificabile frase del Governatore della Liguria Toti sugli anziani (“Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”): “L’espressione eufemistica, cioè ipocrita, è stata una sberla carogna sulla faccia di chi ha pagato le tasse tutta la vita per poi essere considerato «non indispensabile» come una rozza spompata da consegnare allo scortichino. Scarti, ruderi, cippi gloriosi da chincaglieria. Pensionati, che orrore, muriamoli! Così almeno non intasano gli ospedali”. Vogliono rinchiudere i vecchi nell’armadio. Toti (“non sono indispensabili per l’economia”) e tanti altri propongono di tenere in casa gli anziani per evitare che si ammalino. Puzza di razzismo anagrafico. Sindaci e governatori propongono di vietare di uscire di casa a chi ha più di 70 anni, ormai considerato un peso da eliminare (Vik van Brantegem – Korazym.org, 2 novembre 2020).

Divieto di uscire di casa per chi ha compiuto settant’anni. Salvo, s’intende, che si indossi l’abito di legno della cassa da morto, purché – ovvio – sia ben sigillata. La proposta è stata formulata al governo e al comitato tecnico dai sindaci e presidenti di Regione. Forse è per questo che Sergio Mattarella è corso ieri nel Bresciano, per godersi un’ora d’aria prima di essere sepolto vivo sotto gli arazzi del Quirinale.
Il problema di Toti non è l’italiano né i suoi collaboratori, ma l’asservimento alla logica dei padroni”
(Andrea Puccio – Faro di Roma, 2 novembre 2020).

I vecchi nell’armadio. Ma davvero il messaggio apparso sull’account di Twitter del governatore della Liguria Giovanni Toti in cui definiva gli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del paese” è stato un errore di un suo collaboratore? Il messaggio apparso ieri su Twitter ha provocato una serie infinita di critiche al governatore Toti che oggi si scusa e dà la colpa ad un suo poco attento collaboratore, ma forse nasconde altri retroscena e in particolare l’asservimento di certa politica alla logica dell’economia, ovvero ai desiderata dei padroni, della Confindustria, tanto per capirsi. L’intento del governatore sarebbe stato quello di tutelare una fascia di persone che, data la loro età, risultano più fragili in caso di contagio dal virus. Quindi propone, come altri governatori, di limitarne le uscite segregandoli in casa. Riferisce a tale proposito che ieri nella sua regione su 25 decessi 22 erano anziani. Soluzione del tutto discutibile in quanto la struttura sociale delle nostre famiglie è decisamente diversa da quella, ad esempio, dei paesi del nord Europa dove i giovani molto presto lasciano le famiglie” (Renato Farina – Libero, 2 dicembre 2020).

Da un po’ di tempo si aggira per l’Italia un pensiero ‘eutanasico’, che nega la necessità di vivere agli anziani e di fronte a queste tante vittime del Covid-19 nella popolazione anziana la Comunità di Sant’Egidio ha dato voce a tutti quegli anziani i cui diritti sono negati, come ha affermato il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, ricordando come l’assenza, a volte totale, di comunicazione verso l’esterno ha già portato molti, tra i residenti in case di riposo e RSA, a lasciarsi andare (Simone Baroncia – Korazym.org, 10 novembre 2020).

Non accadeva nemmeno in guerra
Vietato rivedere i nipoti. Ma che divide le famiglie e separa le generazioni ammazza i vecchi nell’anima
Anziani lasciati soli in casa
Natale mortale per i nonni
di Renato Farina
Libero, 4 dicembre 2020

Abbiamo letto, ma forse è un incubo, che per Natale il governo ha disposto, d’accordo con gli scienziati, l’isolamento totale degli anziani. Quando sono proprio soli-solissimi, è consentita una deroga una persona, un’unica persona, ovviamente adulta, potrà suonare al citofono. Deve abitare nello stesso comune. Perché dal 21 dicembre al 7 gennaio, ma forse fino al 10, saranno bloccati tutti gli spostamenti. Ci domandiamo se potranno salire i gendarmi a controllare che il vecchio non abbia nascosto un nipote. Ci aspettiamo che su suggerimento degli psicologi del comitato tecnico, le guardie municipali appenderanno, fuori da case abitate da coppie o singoli anziani, speciali berretti rossi da Babbo Natale che fanno più allegria delle stelle naziste per segnalare i confini di Non accadeva nemmeno in guerra quest’apartheid contro i nonni. «Ci sono 800 morti al giorno», dicono i ministri per giustificare misure che prosciugano l’essenza stessa di ciò che permette di sopportare l’esistenza. E sono gli affetti familiari, i quali si nutrono di ricorrenze simboliche, di gesti stupidi ma senza cui siamo anguille che nuotano solo per protrarre la specie nel mar dei Sargassi. Siamo qualcosa di più che istinto di sopravvivenza, o ce lo siamo dimenticati?

Parlo da appartenente alla categoria. I nonni non sono per forza vecchi il cui scopo è campare a qualunque prezzo. Non anelano alla tomba, questo proprio no. Ma il messaggio che oggi il governo sta illustrando come se fosse la voce della Verità è questo: pur di non farli morire è bene che i figli e i nipoti li murino vivi.

Vietato rivedere i nipoti. Ma chi divide le famiglie e separa le generazioni ammazza i vecchi nell’anima di costituzionalisti che hanno dimostrato come il decreto che sta per essere partorito dal governo sia un mostro nemico delle libertà fondamentali: cioè di movimento e di associazione, di culto e di gestione della propria salute. Giusto. Infilarsi in questioni di principio è però perdente e ti bollano come negazionista. A chi impugna le leve del potere consigliamo di non esagerare, almeno di mettere dei limiti all’irrazionalità. Altrimenti in primavera si troverà davanti una folla di disperati, e i vecchi cattivi mordono di più. D’accordo: prudenza. Sciogliere con mano ferma brigate di gaudenti. Eccetera. Ma circondare chi supera una certa età con il filo spinato invisibile a scopo di protezione è un danno irreparabile, un modo per comunicare ai nipoti bambini e ai giovani che alla fine siamo noi a rovinare loro la vita, e l’ideale sarebbe fossimo traslocati in un’isola separata, dove sgocciolare le ultime inutili energie.

PAROLE D’ORDINE

Ognuno ha i suoi guai, e io ho il mio. Ma so che sono in tanti che troveranno la rima con le mie parole. Ho i nipotini a quaranta chilometri di distanza. Ho fatto l’infarto, sono stato a rischio della vita, e va bene che siano stati a distanza per ormai quattro mesi. Tamponi negativi per tutti i familiari. Vedersi? Vietato. Che senso ha barricare la mia sposa e me tra quattro tristi mura con sotto la polizia municipale a controllare che non arrivino i nipoti o noi corriamo dieci minuti da loro? Siamo sudditi o cittadini? Al di là dei convenevoli ipocriti sulla spiritualità e il beneficio del silenzio, il governo ha risposto al desiderio di una pacifica convivenza tra le generazioni, con una litania di nuove parole chiave come colpi d’ascia sulla voglia di vivere, che è diversa dal tirare a campare: «protocolli», «coprifuoco», «divieti». In aggiunta tocca sorbire il paternalismo delle truffe semantiche. Tipo: «non si deve essere troppi». Una falsa liberalità il cui scopo è di far sentire in colpa le famiglie. Si invoca la famiglia come baluardo contro il disfacimento della società, e poi se ne delibera la dispersione. La politica non può essere questa miseria. In questo momento tra la gente non prevale la confusione. Sappiamo bene che ci sono pericoli seri e si deve stare attenti. Oggi però la questione è quella della incertezza totale, la terra manca sotto i piedi. Di fronte a questa fragilità – come ha scritto il laico Le Figaro – «c’è qualche altro antidoto, altra vera sicurezza se non quella tratta dal crogiolo dell’amore per i propri cari?».

VERO ANTIDOTO

Abrogato il Natale 2020, nella sua incarnazione esistenziale fatta di bambini e filastrocca del nipotino in piedi sulla sedia, il danno è irreparabile. La famosa rottura tra le generazioni è addirittura stabilita per decreto di salute pubblica. Vuol dire che esiste una circostanza più forte persino dell’evento per cui la Luce entrò nel mondo nella notte più buia Quella Luce-Bambino se ne fregò della lebbra e di Re Erode. Invece oggi la si spegne. Accade lo stesso, ovvio, ma è simbolicamente e culturalmente annullata. Non era mai accaduto. Neppure in guerra.

Ci avevano insegnato che la frattura del tempo è accaduta con quella nascita, lo riconoscono anche gli atei. Da qui la festa e il suo inondare le strade e le case. Era così semplice consentire e consigliare la semplicità di incontri prudenti dentro una cornice famigliare. Vietato. Qualcuno ha proposto di attivare per surrogare il Natale una nuova “festa dell’incontro”, come se fossimo orologi a cucù cui spostare l’ora del carillon. Neppure la democrazia può autorizzare l’intrusione dell’autorità nel modo di gestire i significati più profondi della nostra vita Avete aperto i negozi, giustamente, per poter comprare l’albero di Natale e i panettoni. Avete chiuso le famiglie. Murato i nonni. Non si fa.

Covid Val D’Aosta, insegnanti rifiutano tampone: per procura nessun reato

La procura di Aosta ha chiuso senza indagati né ipotesi di reato il fascicolo sul caso dei 21 insegnanti su 27 della primaria San Francesco del capoluogo regionale che avevano rifiutato di sottoporsi al tampone per il Covid-19, rimandando di quattro giorni la fine della loro quarantena e quindi la riapertura di metà della scuola. I docenti infatti, come hanno anche appurato fin da subito gli inquirenti, potevano scegliere se sottoporsi o meno al test, che era volontario. Il fascicolo modello 45 (per atti non costituenti notizia di reato), affidato al pm Luca Ceccanti, era stato aperto dopo l’esposto della Regione, presentato “per accertare – aveva dichiarato l’assessore all’Istruzione, Luciano Caveri – eventuali responsabilità per quanto avvenuto” in quanto la scuola è “un servizio pubblico essenziale”. Gli insegnanti e gli oltre 200 bambini della primaria San Francesco di Aosta erano stati posti in quarantena il 9 novembre scorso. La riapertura era prevista dieci giorni dopo, il 20 novembre, a condizione di risultare negativi al tampone. Senza test, invece, lo stop alle lezioni in presenza sarebbe durato 14 giorni, fino a lunedì 23 novembre (Fonte SkyTG24).

Natale? Pensiamo ai prossimi giorni, dipende da noi

“Siamo tutti attenti alle festività, ma io vorrei concentrarmi sui prossimi giorni. Abbiamo ancora settimane in cui dobbiamo fare in modo che questi numeri decrescano, e l’Rt scenda ovunque sotto l’1, e più scende meglio è. Non sottovalutiamo l’impegno odierno, che rappresenta il presupposto per poter ragionare di Natale”. Lo ha detto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel punto stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale. “Se i segnali sono incoraggianti ci dicono anche che la strada intrapresa dobbiamo continuarla. Le vacanze natalizie – ha sottolineato – saranno un periodo unico rispetto al passato, e speriamo anche rispetto al futuro. Dovremo cercare con la nostra fantasia, attenzione e con il rigoroso rispetto delle misure di fare in modo che questi sforzi non vengano dissipati. Evitare assembramenti, e grande attenzione ai nostri cari più fragili” (Fonte SkyTG24).

L’Abruzzo è l’unica regione in zona rossa

Con le 3 ordinanze che a breve firmerà il ministro Speranza, l’Abruzzo è l’unica regione ancora in zona rossa. Il passaggio formalizzerà quanto era chiaro da ieri. Il presidente della Regione Marsilio da giorni ha avviato un’interlocuzione con il ministero per anticipare la fine della zona rossa visti gli ultimi dati. L’Abruzzo è in zona rossa dal 18 novembre, con ordinanza regionale scaduta ieri. La misura era stata confermata da Speranza con ordinanza in vigore dal 22 novembre. Per il passaggio a una zona inferiore bisogna rispettare le tempistiche previste dalle regole delle fasce di rischio che suddividono le regioni per colori (Fonte SkyTG24).

Campania, Valle d’Aosta, Toscana e Bolzano passano alla zona arancione

Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano passano da area rossa ad area arancione. Lo prevede un’ordinanza che verrà firmata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati della Cabina di Regia tenutasi oggi (Fonte SkyTG24).

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