La Caritas di Gerusalemme lavora per la pace con la speranza

Continua l’escalation di violenza tra Israele e la Striscia di Gaza da quando, mercoledì 14 scorso, giorno dell’assassinio di Ahmed el Jabaari, capo delle operazioni militari di Hamas, circa 70 abitanti di Gaza sono stati uccisi nel bombardamento, tra cui molti civili, tra i quali bambini. E nella parrocchia latina della Sacra Famiglia di Nazaret, padre Paolo De Santo e le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, hanno dedicato una giornata di preghiera per la giustizia e la pace. Secondo le notizie del Patriarcato Latino di Gerusalemme, sede della parrocchia, i membri della famiglia religiosa del Verbo Incarnato, come le suore di Madre Teresa, stanno bene; ed i loro ospiti, bambini disabili, sono stati trasferiti in locali più sicuri, protetti dal rumore di bombe e missili, in modo che non possano essere presi dal panico. Le suore della Famiglia religiosa del Verbo Incarnato hanno precisato: “Il nostro Istituto è presente nella Striscia di Gaza ininterrottamente da quasi quattro anni, ma la nostra missione è iniziata qui circa otto anni fa. I nostri sacerdoti servono la parrocchia, che è la sola nella Striscia di Gaza, uno dei sacerdoti è direttore di due scuole che il Patriarcato Latino di Gerusalemme a Gaza”. La collaborazione con i sacerdoti religiosi nei ministeri con i bambini, i giovani e le famiglie cristiane, e sono utilizzati anche nella sacrestia della parrocchia aiutando la liturgia della Chiesa della Sacra Famiglia.
La responsabile dell’Istituto ha fornito questa testimonianza della loro presenza a Gaza: “Molti cristiani ci chiamano per telefono per chiederci come faremo, se abbiamo bisogno di qualcosa, mettendosi a disposizione. E anche amici, conoscenti e membri del corpo diplomatico. Ringraziamo tutti per il loro vicino e chiedere le loro preghiere. Mentre la parrocchia si trova in una zona sensibile, per la grazia di Dio, stiamo bene. Le nostre case, come i sacerdoti dei religiosi si trovano nella zona della parrocchia e la scuola, e sono quindi uno dei luoghi più sicuri. Sicurezza del luogo è dovuta al fatto che è un luogo ben noto a tutti. Un luogo dove la violenza, qualunque sia la sua natura, non capita di essere un luogo in cui educare alla pace e dove farlo funzionare…. Il nostro desiderio è quello di stare vicino a tante persone, così tanti civili, che stanno innocentemente subendo le conseguenze di questa situazione, in particolare i nostri cristiani. La nostra missione è quella di accompagnare e di dire parole di conforto e di speranza. Vogliamo aiutarli a pregare Dio, insegnare il perdono e il valore della sofferenza vissuta con Cristo. Nostro Signore Gesù Cristo, Principe della Pace accoglie le preghiere che salgono da Gaza… Ciò che sembra impossibile agli uomini, non è impossibile a Dio. Possa Egli toccherà il cuore di tutti in modo che un giorno, non troppo lontano, ci auguriamo, tutti i popoli della Terra Santa possano vivere come fratelli”.
E Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini ha ricordato che la striscia di Gaza da molti anni “vive sotto il peso di un embargo assurdo, che rende inumana l’esistenza quotidiana di un milione e mezzo di persone, fomentando sentimenti di ostilità permanente nei confronti di Israele. La comunità internazionale rimane indifferente, e si risveglia dal torpore solo davanti a escalation come quella in atto in questi giorni”. Ed ha rilanciato il recente appello con cui più di 100 leader cristiani della Terra Santa hanno chiesto alla comunità internazionale, ed all’Europa, di sostenere il riconoscimento dello Stato palestinese come membro a pieno titolo dell’Onu, con la qualifica di Osservatore permanente: “Non riesco a capire in che modo tale richiesta possa essere presentata come un’iniziativa contro la pace. Anche le Chiese devono assumersi le proprie responsabilità, affinché la Terra Santa non diventi una terra di guerra”. Anche la direttrice della Caritas di Gerusalemme, Claudette Habesch, ha lanciato un appello per aiuti immediati: “C’è urgente bisogno di aiuti. Sono necessari medicinali, ci sono feriti da curare e case da ricostruire. Caritas Gerusalemme continua a lavorare perché ci sia comprensione e dialogo.
Siamo sicuri che la giustizia porterà la pace e la pace porterà la riconciliazione. Il nostro è un lavoro quotidiano di accompagnamento delle persone che soffrono per dare loro speranza. Dare speranza è già un modo di lavorare per la pace”. A Ramallah vi sono molti anziani abbandonati a causa della crescente emigrazione dei cristiani verso l’Occidente, per lo più in USA, Canada, Australia. Queste persone riescono a sopravvivere grazie agli aiuti della Caritas, che chiamano familiarmente ‘la nostra casa’. C’è poi l’ampio capitolo del microcredito, con progetti in molte zone, anche in Cisgiordania. Il microcredito aiuta tante persone a recuperare dignità e prospettive di futuro. A Gaza infine la Caritas continua a portare avanti un progetto di sostegno psicosociale a bambini traumatizzati, è attivo un centro sanitario con tutte le specializzazioni, i laboratori di analisi e una clinica mobile che raggiunge periodicamente i diversi villaggi.
Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: ‘Terra Santa’. Sono possibili anche offerte anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119; Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474; Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113.