Maurizio Valenzi, disegni e dipinti a Palazzo Valentini a Roma

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Fino al 28 novembre a Palazzo Valentini, la sede dell’amminstrazione della Provincia di Roma  in via IV novembre, si visita – senza biglietto – la mostra Maurizio Valenzi. Arte e Politica curata dallo storico dell’arte Claudio Strinati e promossa dalla Fondazione Valenzi di Napoli. Maurizio Valenzi, scomparso a quasi cento anni d’età nel 2009, è stato parlamentare italiano ed europeo del PCI, ma soprattutto sindaco a Napoli dal 1975 al 1983 all’epoca dei “cento campanili rossi” e delle prime giunte di sinistra nelle principali città italiane. La mostra, consentendo un attraversamento del Novecento italiano, mette a distanza critica l’intensa esperienza politica di Valenzi e ci fa entrare nella sua peculiare personalità di artista.

Al di là delle categorie e delle appartenenze, la mostra (visitata anche dal Presidente Napolitano) ci aiuta a focalizzare un punto decisivo: ogni artista ha una personalità specifica e quindi anche le sue opere richiedono una forma di accesso e di fruizione particolare. Di qui la domanda: dove ci conducono le opere di Valenzi ? quale è il suo luogo nella vicenda dell’arte figurativa italiana ? Come suggerisce Strinati – nel bel catalogo della mostra stampato da ARTEM a Napoli – la pratica dell’arte ha accompagnato Valenzi per tutta la vita, prima e dopo la politica e la sua opera ci rivela, meglio di ogni altra cosa, quale sia stata la sua percezione affettiva degli eventi e delle persone fra le quali è vissuto. La mostra espone in eguale misura sia disegni che dipinti.

Il disegnare era la forma di scrittura di Valenzi: il suo annotare e riflettere sull’esperienza. I dipinti sono un passo oltre: il momento del confronto con altri artisti (Emilio Notte, Paolo Ricci, Sebastian Matta ma anche Modigliani, Picasso, Guttuso …) e l’elaborazione di un messaggio più completo e complesso, certamente influenzato dalla cultura artistica degli anni ’30, ma anche aperto alle sollecitazioni estetiche dei vari periodi.

Maurizio Valenzi, nato e formatosi a Tunisi e vissuto poi a Napoli, ha attraversato – tra arte e politica – un arco cronologico che va dagli anni ’20 agli anni ’80 del Novecento con le sue suggestioni sia culturali che sociali e politiche. Per questo, il discorso artistico di Valenzi non è omogeneo: lo è di più nei disegni e di meno in pittura, dove sperimenta stili diversi sulla base dell’oggetto (ritratto, paesaggio, natura morta …) e dell’epoca (gli anni del colonialismo, gli anni ’50, gli anni ’70 …). Nei ritratti pittorici, oltre agli affetti familiari, vengono in evidenza le figure del pittore Emilio Notte, del critico e pittore Paolo Ricci e del grande architetto napoletano Luigi Cosenza. Nei disegni e nelle grafiche si trovano l’icona di Eduardo De Filippo insieme – fra le altre – alle stringate fisionomie di Ingrao, Berlinguer, Andreotti, Craxi.

Nel disegno Valenzi non è mai linearmente satirico – come i vignettisti dei giornali – ma è piuttosto narrativo e introspettivo, quasi che un suo disegno preludesse all’amplificazione pittorica. In sintesi, la mostra lascia nel visitatore una traccia interessante perché, accanto alla percezione del talento individuale, fa cogliere un vivace spirito di ricerca e di perfezionamento linguistico.

 

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