Il Papa: uomo mondo e fede le tre parole per affrontare l’ateismo pratico

Benedetto XVI nella sua riflessione ha spiegato come la conoscenza di Dio sia sempre iniziativa di Dio che “precede sempre ogni iniziativa dell’uomo e, anche nel cammino verso di Lui, è Lui per primo che ci illumina, ci orienta e ci guida, rispettando sempre la nostra libertà. Ed è sempre Lui che ci fa entrare nella sua intimità, rivelandosi e donandoci la grazia per poter accogliere questa rivelazione nella fede.” Eppure ci sono delle vie che aprono il cuore dell’ uomo. C’è però il rischio “di essere abbagliati dai luccichii della mondanità, che ci rendono meno capaci di percorrere tali vie o di leggere tali segni.” Ma Dio non si stanca di cercarci. “E’ questa una certezza- ha detto il Papa- che ci deve accompagnare ogni giorno, anche se certe mentalità diffuse rendono più difficile alla Chiesa e al cristiano comunicare la gioia del Vangelo ad ogni creatura e condurre tutti all’incontro con Gesù, unico Salvatore del mondo.”
Molte le prove, ma è la missione della “Chiesa e ogni credente deve viverla gioiosamente, sentendola come propria, attraverso un’esistenza animata veramente dalla fede, segnata dalla carità, dal servizio a Dio e agli altri, e capace di irradiare speranza. Questa missione splende soprattutto nella santità a cui tutti siamo chiamati.” E anche quando la fede è rifiutata, contestata e poco compresa. Un tempo in Europa “in una società ritenuta cristiana, la fede era l’ambiente in cui ci si muoveva; il riferimento e l’adesione a Dio erano, per la maggioranza della gente, parte della vita quotidiana. Piuttosto era colui che non credeva a dover giustificare la propria incredulità”, ma oggi la situazione è cambiata.
Benedetto ricorda la enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio, e le forme sottili di ateismo pratico. Illuminismo e secolarizzazione, una ipotetica “autonomia dell’uomo” fino all’ ateismo «pratico» dei nostri tempi “nel quale non si negano le verità della fede o i riti religiosi, ma semplicemente si ritengono irrilevanti per l’esistenza quotidiana, staccati dalla vita, inutili.” Si vive come se Dio non esistesse, il che “porta all’indifferenza verso la fede e la questione di Dio.”
Si cancella e si oscura la dimensione verticale dell’uomo “e proprio questo riduzionismo è una delle cause fondamentali dei totalitarismi che hanno avuto conseguenze tragiche nel secolo scorso, come pure della crisi di valori che vediamo nella realtà attuale. Oscurando il riferimento a Dio, si è oscurato anche l’orizzonte etico, per lasciare spazio al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà, che invece di essere liberante finisce per legare l’uomo a degli idoli.” Il Papa indica ancora una volta un testo del Concilio Vaticano II, la Gaudium et spes : «La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da Lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e non si affida al suo Creatore».
Le risposte allora in quelle tre parole: mondo, uomo, fede che grazie a Sant’Agostino che “il Cristianesimo, prima che una morale o un’etica, è l’avvenimento dell’amore, è l’accogliere la persona di Gesù. Per questo, il cristiano e le comunità cristiane devono anzitutto guardare e far guardare a Cristo, vera Via che conduce a Dio.”