Francesco e il Papa per iniziare l’anno universitario: il pellegrinaggio degli studenti romani

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Leuzzi  ha incoraggiato i ragazzi a non demordere di fronte alle difficoltà che possono insorgere durante il cammino universitario e a non cedere di fronte a false prospettive di grandi ideali, perché solo Dio è la reale essenza della vita. ”Ricordiamoci sempre – ha continuato- che non dobbiamo perdere tempo e rimandare a domani l’incontro con il Signore, il mio oggi deve diventare l’oggi di Dio, perché solo Cristo insieme al Padre da fondamento concreto alla mia esistenza”. E i ragazzi dopo la celebrazione hanno invaso pacificamente la cittadina umbra per visitare il Sacro Convento e tutti quei luoghi dove risuonano ancora i passi di San Francesco e Santa Chiara. “Francesco e Chiara, sono modelli di vita veramente importanti per noi giovani –racconta Giulia che insieme al suo gruppo di amici dell’ Università europea partecipa per la prima volta al pellegrinaggio – Il coraggio di San Francesco nel seguire la sua vocazione, nonostante avesse uno stile di vita diverso da quello che poi ha dovuto seguire secondo la chiamata di Gesù, e Chiara che dopo pochi anni ha fatto la scelta di abbracciare anche lei la povertà e affidarsi completamente a Dio: questi sono stati atti di coraggio che noi giovani dobbiamo in qualche modo emulare!”

“Questo pellegrinaggio – spiega Paolo anche lui studente dell’ Università Europea – rappresenta per noi una bella occasione per fermarsi durante l’anno, e conoscere gli studenti non solo dell’università che frequentiamo, ma anche di tutti gli altri atenei. Inoltre, io penso che vedere tanti ragazzi della stessa età che si ritrovano per pregare è davvero bello e da speranza!” E per questi ragazzi il pellegrinaggio è stato la prima tappa con cui hanno iniziato il loro cammino nell’anno della fede. “Di solito l’università – dice Manuela matricola alla facoltà di Giurisprudenza presso l’ università la Sapienza – è un momento in cui ci si allontana dalla propria casa, in cui se siamo abituati a un certo ambiente, quello della nostra parrocchia con gli amici di sempre, trovarsi di colpo a vivere a Roma, dove tutto ci è estraneo ci fa sentire soli e dispersi. Io credo che questo Anno della Fede per la mia vita non è un caso perché è un richiamo a concentrarmi, a non perdermi durante il mio percorso di studi, e a trovare una parrocchia dove poter continuare il mio cammino di fede”.

Ma quali sono i proposti degli universitari per quest’anno che si apprestano a vivere? “E’ un impegno prima di tutto personale – racconta Luigi che la prossima estate si laureerà in Lettere all’ università di Tor Vergata – ad esempio essere più fedeli nella preghiera, per quanto mi riguarda. Poi, anche nella testimonianza, perché la fede è una cosa che si trasmette, si condivide e si riceve, quindi essere più pronti a testimoniare!” La giornata è stata conclusa da una fiaccolata partita dal piazzale della Basilica inferiore, e presieduta dal vescovo Enrico dal Covolo rettore della pontificia università Lateranense. “A me pare – ha spiegato – che questi ragazzi siano desiderosi di recuperare valori profondi, cioè la spiritualità, la preghiera, l’amore del Signore Gesù Cristo, come assoluto bene della loro vita, e sono proprio quelle cose che la cultura circostante ormai non dà più a loro. Momenti come questi, di intensa spiritualità, scendono nel loro cuore ed è chiaro che veramente e finalmente, raggiungono quella gioia tanto ricercata.  Un gruppo così notevole di giovani che si trovano insieme e che sono felici può darci una speranza di futuro nuovo”.

 

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