La musica liturgica voli alto. Il Papa incontra l’Associazione Italiana Santa Cecilia
C’è un rapporto tra canto sacro e nuova evangelizzazione. Ed è per questo che la musica liturgica deve tendere “sempre più in alto, per lodare degnamente il Signore e per mostrare come la Chiesa sia il luogo in cui la bellezza è di casa”. Benedetto XVI riceve in udienza i membri dell’Associazione Italiana Santa Cecilia. E sottolinea l’importanza della musica nella vita della Chiesa. Non poteva essere altrimenti, per il Papa che ha sempre avuto particolare attenzione e cura per la liturgia e che ama profondamente la musica.
Sono cinquant’anni dal Concilio Vaticano II. E in quel Concilo, nella costituzione sulla liturgia, si trattò anche della musica sacra. Parte da lì, Benedetto XVI, per sottolineare come la “musica può favorire la fede e cooperare alla nuova evangelizzazione”.
Il Papa torna ai padri della Chiesa, e ricorda che alla loro conversione contribuì “certamente in modo rilevante l’ascolto del canto dei salmi e degli anni, nelle liturgie presiedute da Sant’Ambrogio”. Il vescovo Ambrogio aveva talento musicale, e lo mise a servizio della fede. E gli inni ambrosiani propiziano anche una conversione “eccellente”, quella di Agostino. “L’esperienza degli inni ambrosiani – dice il Papa – fu talmente forte che Agostino li portò impressi nella memoria e li citò spesso nelle sue opere”. Non cerca, Agostino, il piacere sensibile. Riconosce però che la musica e il canto ben fatti possono aiutare e ad accogliere la Parola di Dio e provare commozione. E lo dice anche la Sacrosanctum Concilium che “il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne”. Il Papa si rivolge ai membri dell’Associazione Italian Santa Cecilia: “Vorrei ringraziarvi per il prezioso servizio che prestate: la musica che eseguite non è solo un accessorio o un abbellimento alla liturgia, ma è essa stessa liturgia”.
La musica sacra ha anche un ruolo importante nella nuova evangelizzazione. “Anche nei Paesi di più antica evangelizzazione, come l’Italia – dice il Papa – la musica sacra può avere e di fatto ha un compito rilevante, per favorire la riscoperta di Dio, un rinnovato accostamento al messaggio cristiano e ai misteri della fede”. Ricorda, il Papa, l’esperienza di Paul Claudel, che si convertì ascoltando il canto del Magnificat, ma anche quanti, meno famosi, che sono stati “nuovamente attirati verso Dio dalla musica liturgica”. Per questo, il Papa chiede agli accademici di impegnarsi per migliorare, di non aver timore a guardare indietro alla grande tradizione musicale della Chiesa, e di tenere in considerazione che la partecipazione attiva del Popolo Dio alla liturgia “non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica liturgica”.