Il ritorno dei chierici, l’ultimo libro di Gianfranco Svidercoschi

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Il libro attraversa la storia della Chiesa e del clericalismo con la sapienza di chi vive dal di dentro la quotidiana sofferenza dei confusi. Gianfranco Svidercoschi da voce a tutto quel popolo di battezzati che non riesce a trovare il bandolo della matassa tra la lettura dei giornali e le parole del Papa, dei vescovi, del parroco. L’esame della situazione attuale è cruda, a volte spietata. Da una parte una Curia, una gerarchia “cattiva” e lontana che si interessa solo di se stessa, e dall’altra un popolo che “ignora” le basi del cristianesimo e tanto più i documenti del concilio. E l’evento conciliare mal letto, non capito, non applicato. Si certo, nella maggior parte dei casi le “conquiste” conciliari sono applicate e vissute senza strepito e per questo le si apprezzano poco. Ma è pur vero che la Chiesa guarda avanti.

Ma quale Chiesa? Ecco uno dei punti principali del libro è proprio questo: ci sono due Chiese che si confrontano. Ma la linea di separazione non è banalmente tra gerarchia e popolo. No, è dentro la stessa gerarchia che Svidercoschi vede la separazione. Una Chiesa “clericale” e “allergica ai cambiamenti” e dall’altra la Chiesa del Concilio (sinceramente considerato un po’ troppo come “età dell’oro”) che è stata soffocata. I temi sono tanti e affascinanti. Gli interrogativi che l’autore propone sono quelli che la gente pone nelle parrocchie e per la strada. Ma la domanda è: che cosa fa il “Popolo di Dio” per contrastare il clericalismo, il carrierismo e quella “allergia” al nuovo e al profetico?

Svidercoschi al termine del libro fa una proposta concreta: riprendere in mano i documenti del Concilio. Si riparte da lì, certo. Ma come fa la maggioranza dei battezzati a leggere la Lumen Gentium o la Gaudium et spes se non conosce nemmeno il Vangelo? Nell’epoca del “pensiero debole” la crisi si riversa anche nella Chiesa. E allora la domanda è: i cristiani che sono figli di una società defraudata del pensiero come possono iniziare il loro “riscatto” per tornare ad essere lievito nella società? Le “riforme” proposte nella parte finale sono soprattutto un recupero di alcune istanze proposte nell’immediato post concilio.

Il libro di Gianfranco Svidercoschi muove le leve del pensiero, mette a fuoco i punti dolenti con un amaro realismo che però rischia di cadere nel pessimismo.

“La Chiesa siamo noi” infondo non è solo uno slogan, è una verità profonda che va imparata giorno per giorno, con fatica, ma con gioia.

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