Il Papa: la criminalità si combatte con l’impegno di tutta la società

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Per contrastare la criminalità servono strumenti legislativi adatti. Il Papa ha ricevuto i partecipanti All‘81ma Assemblea generale dell’ Iterpol che si è svolta a Roma durante la settimana. Una occasione per ricordare che in un’epoca di aumento della violenza e delle violazioni del diritto e della legalità, la funzione dell’Interpol “riveste notevole importanza in vista della realizzazione del bene comune, perché la società giusta esige anche l’ordine e il rispetto delle norme per una pacifica e serena convivenza civile.” La violenza nel mondo contemporaneo si manifesta in modo nuovo: “Alla fine della cosiddetta guerra fredda tra i due blocchi occidentale e orientale, sono nate grandi speranze, specialmente dove una forma di violenza politica istituzionalizzata è stata fermata da movimenti pacifici che rivendicavano la libertà dei popoli. Tuttavia, sebbene alcune forme di violenza sembrino diminuire, specialmente il numero di conflitti militari, ce ne sono altre che si sviluppano, come la violenza criminale, responsabile ogni anno della maggioranza dei decessi di morte violenta nel mondo. Oggi, questo fenomeno è così pericoloso che costituisce un grave fattore di destabilizzazione delle società e, talvolta, mette a dura prova la stessa supremazia dello Stato.”

Una delle forme più brutali è il terrorismo che “semina odio, morte, desiderio di vendetta.” Un fenomeno che “si è trasformato in una rete oscura di complicità politiche, utilizzando anche sofisticati mezzi tecnici, ingenti risorse finanziarie ed elaborando progetti su vasta scala.” C’è poi la criminalità organizzata con “la tratta delle persone – una forma moderna di schiavitù –, i traffici di beni o di sostanze, quali la droga, le armi, le merci contraffatte, giungendo anche al traffico di farmaci, utilizzati in gran parte dai poveri, che uccidono invece di curare.” Sono le cause delle tragedie del XX secolo, delitti che “ infrangono le barriere morali progressivamente erette dalla civiltà e ripropongono una forma di barbarie che nega l’uomo e la sua dignità.” La violenza è sempre inaccettabile, ricorda il Papa, “perché ferisce profondamente la dignità umana e costituisce un’offesa all’intera umanità.” E per questo la lotta alla violenza deve arginare il crimine e a difendere la società, ma anche mirare “al ravvedimento e alla correzione del criminale, che rimane sempre persona umana, soggetto di diritti inalienabili e come tale non va escluso dalla società, ma recuperato.”

Ecco perchè, ha spiegato il Papa, “ la collaborazione internazionale contro la criminalità non può esaurirsi soltanto in operazioni di polizia.” Per sconfiggere la criminalità “occorre prestare speciale attenzione ai fattori di esclusione sociale e di indigenza che persistono nella popolazione e che costituiscono un veicolo di violenza e di odio. È necessario anche un particolare impegno sul piano politico e pedagogico per risolvere i problemi che possono alimentare la violenza e per favorire le condizioni affinché essa non nasca e non si sviluppi.” Un impegno che devono assumersi “le famiglie, le agenzie educative tra cui la scuola e le realtà religiose, i mezzi di comunicazione sociale e tutti i singoli cittadini. Ciascuno ha la sua specifica parte di responsabilità per un futuro di giustizia e di pace.” Il Papa ha ringraziato l’Interpol per il sostegno che “offre alla Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, specialmente in occasione dei miei Viaggi internazionali.”

Il Vaticano è nell’ Interpol dal 2008 e in questa assemblea è intervenuto con un discorso del “ministro degli esteri” il segretario ai rapporto con gli stati Mamberti e con il comandante della Gendarmeria Giani che ha ricordato come proteggere dai furti il patrimonio artistico religioso sia una necessità culturale assoluta. “Solo se saremo pienamente consapevoli che una sconfitta, anche se su un fronte limitato nello spazio e nel tempo, ci costerebbe un pezzo del nostro passato – ha affermato Giani – comprenderemo fino in fondo quanto la nostra unione sia effettivamente la nostra forza”. Giani ha spiegato come nella prevenzione dei furti, punti molto “su quel valore aggiunto che è il fattore umano nella consapevolezza che non c’è dispositivo elettronico o nuova tecnologia per quanto precisi e sofisticati, che abbiano la facoltà di percezione di una persona”.

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