Pirateria, sfruttamento e lontananza i mali della vita in mare: se ne parla in Vaticano

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Le sfide dell’apostolato del mare vanno dalla lontananza dalla famiglia al dramma dell’, “l’abbandono delle navi, con i loro equipaggi, in porti stranieri senza cibo e senza risorse, misure sempre più restrittive che impediscono ai marittimi di scendere a terra, abusi e sfruttamento.” c’è poi il fenomeno della pirateria, “che causa traumi psicologici a lungo termine non solamente al marittimo, ma anche alla sua famiglia”.

Il primo giorno del congresso sarà dedicato alla nuova evangelizzazione e in particolare i partecipanti rifletteranno sulla proclamazione del Vangelo ad un numero crescente di marittimi appartenenti ai riti orientali della Chiesa cattolica e ai cristiani ortodossi e di altra denominazione, senza dimenticare l’assistenza ai marittimi che fanno scalo nei porti dei Paesi musulmani.

Si parlerà della industria marittima, dei pescatori, e una giornata intera è dedicata alla pirateria “un crimi spesso difficile da affrontare, dove preoccupano soprattutto l’incremento delle violenza nella gestione degli ostaggi, il prolungamento della detenzione e la capacità di resistenza nella gestione complessiva dei sequestri”.

Uno spazio specifico anche per il mondo delle crociere. Il Congresso affronterà anche il tema dell’invio in missione, focalizzandosi sulla “collaborazione ecumenica con altre denominazioni cristiane in moltissimi porti del mondo, senza trascurare, là dove ciò è possibile, anche una certa cooperazione interreligiosa”.

Fonte: VIS

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