Processo Sciarpelletti: non c’era grande amicizia con Gabriele. La seconda udienza per ascoltare i testimoni sabato prossimo

La giustizia vaticana non ha fretta e a fronte di chi prevedeva un processo di una sola udienza il procedimento a carico di Claudio Sciarpelletti, informatico della Segreteria di stato vaticana, prevede già un secondo appuntamento. Sabato 10 novembre infatti nel Tribunale dello Stato della Città del Vaticano i cinque testimoni del processo e lo stesso Sciarpelletti saranno interrogati ed ascoltati. L’imputazione è semplice: favoreggiamento. Più difficile definire correttamente di cosa si tratta. Su questo nella mattina di lunedì 5 novembre hanno dibattuto a lungo l’avvocato della difesa Gianluca Benedetti e il Promotore di giustizia Nicola Picardi.
Le eccezioni di Benedetti erano tutte volte a dimostrare che tra Sciarpelletti e Gabriele non c’era una “grande amicizia”. Molte sono state accolte dal Tribunale, ma ne sono state respinte in particolare due: la acquisizione di e-mail e telefonate tra i due che avrebbero dimostrato la poca confidenza, e la possibilità di interrogare i testi sul rifiuto di Gabriele di farsi cambiare l’obsoleto computer di servizio da parte di Sciarpelletti. Il dibattimento è stato svolto con maestria dagli avvocati che hanno anche offerto ampie spiegazioni giurisprudenziali su come il reato di favoreggiamento sia da intendere alla luce dei diversi codici. Poche le notizie di rilievo giornalistiche trapelate sulla base della memoria difensiva dell’avvocato, ma di un certo interesse è sapere che a “mettere in mezzo” Sciarpelletti è stata una “informativa anonima” forse di un officiale della Segreteria di Stato.
Sono anche riemersi i nomi di Luca Catano e Enzo Vangeli come coinvolti in qualche modo nel passaggio di mani della famigerata busta con timbro della Sezione informazione della Segreteria di Stato che è stata trovata nella scrivania dell’ ufficio di Claudio Sciarpelletti. In aula questa mattina Claudio Sciarpelletti si è presentato puntualissimo, in giacca e cravatta e piuttosto teso. Un saluto con lo sguardo lo ha rivolto a Paolo Gabriele che è arrivato accompagnato dai gendarmi e con la sua solita imperturbabilità. Anche monsignor Carlo Maria Polvani era in aula con una vistosa fasciatura al polso destro dovuta ad una brutta caduta qualche giorno fa.
Decisamente più tranquilla la atmosfera anche per quello che riguarda i controlli di sicurezza che sono assicurati dalla Gendarmeria. Tra i presenti in aula, tra il pubblico, anche Cristiana Arru avvocato di Paolo Gabriele e la madre di monsignor Polvani. Vedremo se negli interrogatori emergeranno i nomi che nella istruttoria sono indicati con sigle e se prima o poi si riuscirà a capire da chi è partita la informativa che ha messo Sciarpelletti tra gli imputati in questa parte di indagine. C’è sempre da ricordare, infatti, che le indagini procedono per arrivare a tutta la verità sulla vicenda dei documenti vaticano riservati che sono stati trafugati e pubblicati.