Numeri ufficiali Covid-19 del 5 novembre 2020. Medici Piemonte: lockdown era inevitabile. Studenti, commercianti, ristoratori contribuiranno a salvare delle vite

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Primi segnali di rallentamento della crescita dell’epidemia, purtroppo non dell’epidemia. Una differenza sostanziale: i numeri non calano, solo crescono meno velocemente. La dinamica è molto preoccupante, così i contagi continueranno ad aumentare. Il trend attende conferma nei prossimi giorni, ma non esime da ulteriori misure: non rischiamo più di veder saltare il sistema sanitario in due-tre settimane, ma in quattro-cinque. Abbiamo solo guadagnato un po’ di tempo. Il vero obiettivo è ridurre il contagio (quindi vedere il segno “meno” davanti ai numeri) non la sua crescita: unico modo per controllare l’epidemia. Una crescita continua, per quanto più lenta, diverrebbe comunque insostenibile: solo, un po’ più tardi (Fonte Lab24/Il Sole 24 Ore).

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 5 novembre 2020

In isolamento domiciliare: 446.701 (+27.874) (+6,66%)
Ricoverati con sintomi: 23.256 (+1.140) (+5,15%)
In terapia intensiva: 2.391 (+99) (+4,32%)
Deceduti: 40.192 (+428) (+1,08%)

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 155 (+1)
Il valore è al livello tra il 21 e 20 marzo 2020 (dal 30 settembre).
Lo ripetiamo per l’ennesima volta: non siamo in una fantomatica “seconda ondata”, ma siamo alla presa con una recrudescenza di quella che è sempre la “prima ondata”.

Ieri sera, 4 novembre 2020 Marco Travaglio nella trasmissione “7 e mezzo” ospite da Lilli Gruber citava testualmente “la media settimanale dei decessi“, parlando di affidabilità dei numeri (che ricordiamo sono persone che ci hanno lasciato).
Ci fa piacere che finalmente qualcuno cita un modello matematico attendibile sul quale basare una strategia di contenimento del virus. Finalmente si guarda ad una “media”, in questo caso “settimanale” citata da Travaglio, al quale facciamo presente che da tempo esiste una media giornaliera molto affidabile, la nostra (che abbiamo chiamato sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia), calcolata già in tempi non sospetti – dal 21 febbraio 2020, da 259 giorni QUI – alla quale ci si potrebbe strategicamente affidare per mettere in campo le contromisure adeguate.
Se si fosse guardato all’andamento di questa prima ondata attraverso il nostro “sistema tutor”, non si sarebbe perso altro tempo per colorare le regioni e chiudere quelle più a rischio. Purtroppo il tempo perso non torna indietro e le persone che ci hanno lasciato per l’incapacità del #brancodibalordi che ci “governa” e del Cts, non c’è le ridarà nessuno, de #ilvirusringrazia

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione

Primi segnali di rallentamento della crescita dell’epidemia, purtroppo non dell’epidemia. Una differenza sostanziale: i numeri non calano, solo crescono meno velocemente. La dinamica è molto preoccupante, così i contagi continueranno ad aumentare.
Prendiamo come esempio la Lombardia, Regione con più casi e inserita in zona rossa (elaborazioni su dati ufficiali della stessa Regione e dell’Iss). 1) Crescita dei nuovi casi: dal +119,0% della settimana 17-23 ottobre (22.516 positivi) si è passati al +91,7% di quella 24-30 ottobre (43.183 positivi). Nella settimana epidemiologica in corso dopo 5 giorni rilevati (31 ottobre – 4 novembre) i nuovi casi sono 37.366. La media giornaliera (limitata dal calo dei 2 giorni post weekend e non ancora compensata dagli ultimi 2 giorni “pieni”) è finora di 7.437: +20,5% sui 6.169 della settimana precedente. 2) Tempo di raddoppio dei posti in terapia intensiva: dai 6 giorni del periodo 20-26 ottobre si è passati a 9 giorni (26 ottobre – 4 novembre).
La Lombardia alla data del 4 novembre occupava per pazienti Covid il 49% delle t.i. disponibili (ma altre sono attivabili) ponendosi al quarto posto tra le Regioni oltre la soglia critica del 30%: prima la P.A. di Bolzano (60%), seguita da Valle d’Aosta (55%), Umbria (49%), Lombardia (49%) e Campania (42%). 3) Tempo di raddoppio dei posti letto: dinamica identica a quella delle terapie intensive. Dai 6 giorni del periodo 20-26 ottobre si è passati ai 9 di quello 26 ottobre – 4 novembre. Valori analoghi a livello nazionale: la crescita dei nuovi casi negli ultimi 5 giorni (28.542 di media giornaliera, 31 ottobre – 4 novembre) è del 22,7% contro il +91,8% della settimana precedente.
Il trend attende conferma nei prossimi giorni, ma non esime da ulteriori misure: non rischiamo più di veder saltare il sistema sanitario in due-tre settimane, ma in quattro-cinque. Abbiamo solo guadagnato un po’ di tempo. Il vero obiettivo è ridurre il contagio (quindi vedere il segno “meno” davanti ai numeri) non la sua crescita: unico modo per controllare l’epidemia. Una crescita continua, per quanto più lenta, diverrebbe comunque insostenibile: solo, un po’ più tardi (Fonte Lab24/Il Sole 24 Ore).

Medici Piemonte: “Peggio di marzo, lockdown inevitabile”
“La notizia di un nuovo lockdown è la risposta a quanto avevamo chiesto. Non per questo siamo felici, ma non si poteva non fare”. Lo afferma in una nota Anaao Assomed Piemonte, l’associazione dei medici e dei dirigenti nazionali piemontesi, che nei giorni scorsi aveva chiesto al governo l’istituzione della zona rossa. “Gli studenti, i commercianti, i ristoratori devono sapere che con questo sacrificio contribuiranno a salvare delle vite – sottolinea l’Anaao Assomed -. Noi medici ce la metteremo tutta per fare lo stesso, ma avevamo avvertito: mai più come a marzo. Invece: peggio di marzo”.

“Si possono fare tante dispute politiche, chiusure, aoerture, ristori, manifestazioni, negazionismi, e chi più ne ha più ne metta. Ma ricordatevi che il covid è una brutta malattia da evitare – se si può – o da combattere. Saluti dall’ospedale di Lodi” (Roberto Ponti).

Rezza: “Tendenza all’aumento, virus corre e va frenato”
I 34.505 nuovi casi di oggi, 4mila più di ieri e record di sempre, “non sono un buon segnale. I tamponi sono un po’ aumentati ma l’aumento c’è. Abbiamo un numero di tamponi positivi piuttosto elevato, superiamo abbondantemente il 10%, non è un indicatore buono. E purtroppo anche avvicinarsi ai 500 decessi non è una buona notizia. Insomma è una situazione che dopo che nei giorni scorsi sembrava essersi stabilizzata sembra ancora con una chiara tendenza in aumento. Mi sembra che globalmente ancora il virus corra. Frenarlo è necessario”. Lo ha detto il Direttore Generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, illustrando i dati di oggi al punto stampa al ministero sull’analisi dei dati della cabina di regia regionale.

Brusaferro: “Analisi rischio non dà voti”
“L’analisi del rischio guarda il trend non è uno strumento che dà i voti e non è una valutazione” su Regione o Province ma è uno strumento “per capire dove siamo, come evolve la situazione e dove si sta andando. È un processo automatico con regole rigide molto definite”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa convocata oggi sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia per illustrare gli indicatori che hanno portato all’ordinanza di ieri sulle Regioni divise in tre colori in base alla scala di rischio.

Rezza: Campania ‘gialla’? Molti casi ma stabilizzata
“La Campania in fascia gialla? Ha molti casi ma ha un Rt molto più basso per esempio di Lombardia o Calabria. Perche’ evidentemente la trasmissione è molto aumentata nelle scorse settimane ma adesso si e’ in qualche modo stabilizzata, per cui c’e’ un Rt non particolarmente elevata. Evidentemente le ordinanze regionali possono avere avuto un certo effetto sulla trasmissione”. Lo ha detto il Direttore Generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, intervenendo al punto stampa al ministero sull’analisi dei dati della cabina di regia regionale.

A Napoli chiude temporaneamente lo storico Caffè Gambrinus: “Mancanza di socialità”. “Troppe spese”
A Napoli è stata confermata la chiusura dello storico Caffè Gambrinus, come fu annunciato già ieri, giorno della firma del nuovo Dpcm. Nonostante l’inserimento della Campania nella zona gialla, il locale di piazza del Plebiscito chiude a causa dei costi da sostenere per tenere aperto. “Il locale è grande e le spese sono tante. Con l’aumento dei contagi – spiega Massimiliano Rosati, tra i titolari del bar – la gente non entra e non si siede ai tavolini, nonostante lo stesso prezzo al banco e al tavolo. Abbiamo sempre puntato sulla socialità – sottolinea – e la gente ora è restia a fermarsi. Pesa tanto anche l’assenza dei turisti” (Fonte SkyTG24).

Preghiera per il Cardinale Gualtiero Bassetti

Il Cardinale Gualtiero Bassetti (Popolano di Marradi, 7 aprile 1942), dal 16 luglio 2009 Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e dal 24 maggio 2017 Presidente della Conferenza Episcopale Italiana è in terapia intensiva per Covid-19.
Partito la preghiera per lui in tutti i monasteri e chiese italiani. Il 3 novembre è stata officiata una preghiera speciale nella cappella della Madonna del Conforto della Cattedrale di Arezzo, dall’Arcivescovo Riccardo Fontana, per il Cardinale Bassetti. Molto legato ad Arezzo dove è stato vescovo per dieci anni dal 1998 al 2008, Bassetti è da sempre devoto alla Madonna del Conforto. La preghiera è stata trasmessa da tutte le emittenti televisive aretine. «Preghiamo perché il nostro amato cardinale e nostro vescovo per anni possa tornare ad elargire la sua sapienza», ha detto l’Arcivescovo Fontana.
«Ma è mai possibile che i cervelloni della comunicazione vaticana non si siano ancora attivati per far fare al Papa, primate d’Italia, una preghiera, un messaggio, un tweet per il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti in terapia intensiva a causa del coronavirus?» (F.A.G.).
E questo era un post Facebook di un vaticanista amico, che certamente non può essere etichettato come “anti-bergogliano” (ammettendo che non si sa neanche cosa dovrebbe significare, diciamo, non affetto da anti-bergoglismo).
Una domanda pertinente, che si aggiunge alle esternazioni su Nice e Artsakh, il silenzio su Berlino…
L’ennesima prova del disastro comunicativo istituzionale della Santa Sede (perché di questo si tratta, non dell’Agus Vaticanus, una collina oltre un fiume, una città enclave di uno città, uno stato sovrano enclave di una repubblica), documentando lo stato comatoso che stiamo rilevando da tempo.
„Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, e se so di che cosa ti occupi saprò che cosa puoi diventare“, disse Johann Wolfgang von Goethe e sostituendo “con chi vai” con “chi ti scegli come collaboratori” la frase calza a pennello.
Postscriptum
1. «Assemblea generale della Cei rinviata a data da destinarsi. Era stata già rimandata da maggio. Si sarebbe dovuta tenere a Roma dal 16 al 19 novembre prossimi» (F.A.G.).
2. Dire misericordia e fratellanza è dire tutto (ma un fare per tutti).
Il Papa certamente prega in privato, come tutto noi, ma lui è il Papa, appunto e quindi noi fedeli Cattolici Romani aspettiamo dal nostro Pastore Supremo quella preghiera anche espressa in pubblico, come fa talvolte in altre occasioni (ovviamente non può farlo per tutte le istanze e per tutti i fratelli, ma Bassetti è comunque il Capo dei vescovi italiani…).
3. Questa mattina ho acceso la consueta candela davanti alla Sacra Icona della Madonna della Tenerezza, con la preghiera per le mie intenzioni, oggi in particolare per il fratello Gualtiero Bassetti, la cui anima eterna affidiamo alla cura amorevole di Gesù, mentre gli operatori sanitari curano al meglio suo corpo terreno.

Foto di copertina: Lockdown Navigli Milano.

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