Numeri ufficiali Covid-19 del 2 novembre 2020. Gli anziani rappresentano la memoria di un popolo e quindi il nemico per coloro che vogliono cancellare la memoria del passato

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Condivido la riflessione dell’amico e collega Renato Farina in riferimento all’inqualificabile frase del Governatore della Liguria Toti sugli anziani (“Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”): “L’espressione eufemistica, cioè ipocrita, è stata una sberla carogna sulla faccia di chi ha pagato le tasse tutta la vita per poi essere considerato «non indispensabile» come una rozza spompata da consegnare allo scortichino. Scarti, ruderi, cippi gloriosi da chincaglieria. Pensionati, che orrore, muriamoli! Così almeno non intasano gli ospedali”. Vogliono rinchiudere i vecchi nell’armadio. Toti (“non sono indispensabili per l’economia”) e tanti altri propongono di tenere in casa gli anziani per evitare che si ammalino. Puzza di razzismo anagrafico. Sindaci e governatori propongono di vietare di uscire di casa a chi ha più di 70 anni, ormai considerato un peso da eliminare.

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi lunedì 2 novembre 2020

In isolamento domiciliare: 374.650 (+17.362) (+4,86%)
Ricoverati con sintomi: 19.840 (+938) (+4,96%)
In terapia intensiva: 2.022 (+83) (+4,28%)
Deceduti: 39.059 (+233) (+0,60%)

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 153 (-)
Il valore è al livello tra il 21 e 20 marzo 2020 (dal 30 settembre).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione

Dopo la notizia di una leggera flessione dell’indice Rt, in particolare in Lombardia, molti si sono detti contrari a nuove restrizioni in presenza di questo segnale. Fissiamo tre punti fermi. Primo: in questo momento ci sono 11 Regioni e Province autonome con Rt superiore a 1.5. Secondo: con Rt superiore a 1.0 l’epidemia si espande. Terzo: non è solo l’Rt che porta a decidere restrizioni e allentamenti; ci sono altri 20 parametri indicati dall’Iss, per esempio il tasso di occupazione delle terapie intensive.
Restando all’Rt, un esempio pratico vale più di mille parole: in Francia (dati ufficiali del governo francese) dove la situazione è più critica di quella italiana, l’indice Rt tra inizio giugno e fine ottobre ha toccato quota 1.5 una sola volta, il 20 agosto. Il 15 agosto (Rt 1.44 in fase di crescita) i nuovi casi (3.310) superavano per la prima volta dopo mesi quota 3.000. Lasciamo passare le ormai note due settimane: il 30 agosto (Rt 1.39, in calo dal picco di 1.5 del 20 agosto) i nuovi casi erano 5.413. La discesa dell’Rt francese sarebbe proseguita fino a fine settembre, portandosi nei giorni 29 e 29 esattamente a quota 1.0. Nel frattempo era stato toccato un massimo di 16.096 nuovi casi (24 settembre) e al 30 settembre i contagi registrati erano12.845.
Dopo il 30 settembre l’indice Rt ha ripreso a salire con un nuovo picco di 1.44 nei giorni 20, 21 e 22 ottobre: data alla quale i nuovi casi giornalieri erano 41.622. Dal 23 ottobre il valore di Rt è tornato a scendere (ultimo dato disponibile 1.33 il 27 ottobre) senza impedire di avere un picco di 52.010 nuovi casi (25 ottobre) e dati stabilmente oltre i 30.000 negli ultimi sei giorni. L’Rt sopra quota 1.0 ha comunque lasciato correre il virus senza freni.
Una piccola discesa di questo valore, per quanto benvenuta, non giustifica quindi alcun ritardo nelle misure di mitigazione: l’obiettivo non è zero contagi (ormai illusorio) ma spingere l’Rt sotto quota 1.0 per innestare la retromarcia rispetto alla dinamica attuale. Poi, tornato sotto controllo, il contagio dovrà essere gestito in modo molto più accurato di quanto fatto nei mesi scorsi. In attesa del vaccino per tutti (Fonte Lab24/Il Sole 24 Ore).

Medici di base: senza Usca manca cura malati Covid-19 a casa

“Gli ospedali scoppiano, i medici di famiglia sono al collasso. La sorveglianza sanitaria dei pazienti Covid-19 a casa la stiamo facendo noi, ma se serve un’ecografia per controllare la polmonite, le Usca (Unità di continuità assistenziale) non ci sono. Non si sa dove e come siano state istituite e quando ci sono non comunicano con noi. La politica si faccia un esame di coscienza”. A lanciare l’allarme sono i medici di famiglia della Federazione nazionale medici di medicina generale (Fimmg) e del Sindacato medici italiani (Smi) (Fonte SkyTG24).

“Anziani non indispensabili”

Dopo la frase inqualificabile di Giovanni Toti su Twitter («Anziani non indispensabili»), la bufera social, poi a frittata fatta le scuse («Non volevo offendere»), con una toppa peggiore del buco, il caso non è archiviato.

Il problema di Toti non è l’italiano né i suoi collaboratori, ma l’asservimento alla logica dei padroni
di Andrea Puccio
Faro di Roma, 2 novembre 2020

Ma davvero il messaggio apparso sull’account di Twitter del governatore della Liguria Giovanni Toti in cui definiva gli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del paese” è stato un errore di un suo collaboratore?
Il messaggio apparso ieri su Twitter ha provocato una serie infinita di critiche al governatore Toti che oggi si scusa e dà la colpa ad un suo poco attento collaboratore, ma forse nasconde altri retroscena e in particolare l’asservimento di certa politica alla logica dell’economia, ovvero ai desiderata dei padroni, della Confindustria, tanto per capirsi.
L’intento del governatore sarebbe stato quello di tutelare una fascia di persone che, data la loro età, risultano più fragili in caso di contagio dal virus. Quindi propone, come altri governatori, di limitarne le uscite segregandoli in casa. Riferisce a tale proposito che ieri nella sua regione su 25 decessi 22 erano anziani. Soluzione del tutto discutibile in quanto la struttura sociale delle nostre famiglie è decisamente diversa da quella, ad esempio, dei paesi del nord Europa dove i giovani molto presto lasciano le famiglie.
Non serve rinchiudere un anziano in casa se poi chi vive con lui deve uscire per andare a lavoro con il rischio di rincasare contagiato e diffondere il virus ai componenti della famiglia che spesso sono appunto genitori anziani o nonni. Inoltre che colpa ne hanno le persone anziane se lo stato non è stato capace di pianificare una strategia che ci avesse potuto preservare dalla seconda ondata del virus, tra l’altro ampiamente prevista dagli esperti?
Volendo poi essere maliziosi si potrebbe affermare che il governatore Toti ha gettato la maschera senza accorgersene. Definire gli anziani come persone non indispensabili allo sforzo produttivo del paese è lo specchio di una retorica tipica del capitalismo che vede nel lavoro della persona il mezzo per creare ricchezza.
Non è una novità che le persone anziane per una certa filosofia mercantilistica dell’economia siano un peso e quindi non più necessari alla produzione di capitale. Gli anziani non lavorano e quindi non producono ricchezza, sono un peso in quanto ricevono una pensione che grava sulle tasche di chi lavora, acquistano molti meno prodotti che i giovani, si ammalano più spesso ed usano i servizi sanitari molto di più che le nuove generazioni. Insomma non ci dobbiamo stupire più di tanto per le esternazioni di Toti, in ultima analisi ha tradotto un po’ beceramente ed in modo inappropriato un concetto che sta nel sangue della destra reazionaria che appoggia le politiche liberiste e da un valore economico ad ogni cosa.
È chiaro a tutti che se lo stato non è in grado di assicurare un adeguato sistema sanitario aumentando il personale o aumentando i posti letto nelle terapie intensive sia più facile e semplice rinchiudere in casa chi risulta essere il maggior frequentatore di quei servizi che al momento, come sei mesi fa, risultano essere carenti, ovvero gli anziani.
Una volta gli anziani rappresentavano la memoria di un popolo ma oggi sembra proprio che siano un peso anche perché è bene non avere memoria del passato.

I vecchi nell’armadio
di Renato Farina
Libero, 2 dicembre 2020

Divieto di uscire di casa per chi ha compiuto settant’anni. Salvo, s’intende, che si indossi l’abito di legno della cassa da morto, purché – ovvio – sia ben sigillata. La proposta è stata formulata al governo e al comitato tecnico dai sindaci e presidenti di Regione. Forse è per questo che Sergio Mattarella è corso ieri nel Bresciano, per godersi un’ora d’aria prima di essere sepolto vivo sotto gli arazzi del Quirinale.
Sono stati – suggeriscono le indiscrezioni – i sindaci e i presidenti di Regione, capitanati da Giovanni Toti, governatore della Liguria a fornire questa proposta al governo, dimostrando così che il brevetto dell’idiozia non è un’esclusiva di Conte & Associati. Insomma vogliono chiudere gli anziani nell’armadio, e magari buttando via la chiave, per evitare che si creino manipoli di Brigate grigie pronte a seminare il terrore con la loro presenza malsana nelle famose movida della terza età.
Non stiamo inventando niente. Sono apparsi addirittura piccoli saggi apologetici di questa reclusione razziale. Come si sa, in guerra si deporta nei campi di concentramento chi ha sangue nelle vene o ascendenze culturali che lo facciano ritenere quinta colonna del nemico. Si vede che i vecchi sono ritenuti amici del giaguaro, che si fingono parenti o addirittura amorevoli nonnetti, ma in realtà ordiscono la rovina dei giovani. I turchi deportarono gli armeni, Stalin lo fece con i tedeschi del Volga, naturalmente «per proteggerli dal linciaggio». Lo fecero anche gli americani con i giapponesi dopo Pearl Harbor.
La stiamo buttando sul grottesco, ma non è che la cosa faccia ridere. Non sono idee bizzarre. Sono l’esplicitazione magari goffa di sentimenti sempre più pervasivi. Il decremento demografico e l’aumento dell’aspettativa di vita ha spinto economisti e futurologi a considerare l’aumento percentuale di donne e uomini ultra sessantacinquenni come la crescita di un cancro. Noi italiani siamo secondi dopo i giapponesi in questa graduatoria. Mentre però a Tokyo e Osaka gli anziani sono oggetto di reverenza, ed infatti si tengono in famiglia e nelle eventuali case di riposo sono trattati come anime e corpi preziosi, da noi appena si può li si sbatte via, meglio se infilati in strutture a basso costo e alti maltrattamenti.
La deplorevole trovata, ci spiace ma preferiamo la verità all’adulazione, è stata teorizzata da un governatore che stimiamo assai. Qualche volta Omero dorme. E ad Hamilton slitta la frizione. Succede che Toti (52 anni), reinterpretando in chiave Covid-19 “Arsenico e vecchi merletti” ha diffuso questo tweet: «Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid-19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate». L’espressione eufemistica, cioè ipocrita, è stata una sberla carogna sulla faccia di chi ha pagato le tasse tutta la vita per poi essere considerato «non indispensabile» come una rozza spompata da consegnare allo scortichino. Scarti, ruderi, cippi gloriosi da chincaglieria. Pensionati, che orrore, muriamoli! Così almeno non intasano gli ospedali. Non era meglio allargare i reparti Covid-19?
A febbraio c’era stata la proposta di selezionarli ai primi sintomi all’ingresso del pronto soccorso. Di non assegnar loro un respiratore per riservarlo a uno meno anziano in arrivo sulla prossima ambulanza. Lo si è fatto, eccome. Finché la faccenda è stata stroncata in quanto criminale dai giuristi: un abominio incostituzionale. Per altri più semplicemente una prova di decadenza azteca della civiltà. Certo, un signore di pelo bianco può, in assenza di alternative, decidere liberamente di scambiare il proprio salvagente con un malato di quarant’anni. Essere consegnato alla morte per legge o per regolamento onde privilegiare un altro, è tutt’altra faccenda: è un sacrificio umano alla Dea della Giovinezza. O – se si vuole – una tentata strage di Stato. Stavolta ci si limita alla detenzione.
Toti ha chiesto «scusa se ho offeso qualcuno» e ha spiegato di essere stato mal compreso, gli crediamo. Ma non si accorge che la Costituzione non consente simili discriminazioni per religione, colore della pelle e dei capelli (bianchi)? Non esistono arresti domiciliari per il reato di senilità.  In realtà alcuni scienziati avevano proposto un altro tipo di apartheid. Stabilire bus, vagoni, ristoranti e bar per i bianchi (i giovani) e altri per i negri (70enni e oltre). Senza mescolanze: essendo i primi tendenzialmente asintomatici, possono permettersi di ammalarsi con tanti begli assembramenti e su tram per acciughe, i fuori casta invece vanno messi al riparo dalle scorrerie anti-vecchi del ku-klux-klan. Dimenticando che peraltro già ci sono le mense degli ospizi per le «persone non indispensabili». A proposito: gli eminenti professori, su base statistica, hanno spiegato che sarebbe meglio anticipare la segregazione ai 50enni. Se così fosse, ciao Toti, stai fresco anche tu.
Alt! Un conto è il diritto ad essere serviti: con la spesa a domicilio e il tampone in casa. E fin qui applaudiamo. Altra questione è incarcerarli «per il loro bene». Pensate siano una massa di rimbambiti che vagano come fantasmi per farsi contagiare e passare il Covid-19 al prossimo?
L’intenzione di Toti e dei vari governatori e sindaci siamo certi sia quella di dare in ostaggio a Conte e ai virologi i vecchi così da evitare il lockdown per tutti. Il male minore, insomma. Il classico fare i froci con il culo dei vecchi. Prima almeno chiedetegli se gradiscono tutta questa goduria.

Salvini: prevedere fasce orarie riservate a over 70

“Chiudo con una proposta: riserviamo agli over ’70  degli orari per l’utilizzo dei trasporti pubblici, per la spesa, per i tamponi. Aiutiamoli a vivere in sicurezza senza chiudere in casa 60 milioni di italiani”. Lo ha detto Matteo Salvini durante le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni del premier al Senato. “I nostri genitori e i nostri nonni sono un patrimonio non del passato ma del presente e del futuro. Io vi inviterei, colleghi del governo, a ricordarvi degli anziani e dei nonni non solo quando vi serve politicamente ma quando dovete occuparvi dei loro diritti e di quelli dei portatori di handicap” ha aggiunto (Fonte SkyTG24).

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