Il Papa: i paesi di antica tradizione cristiana sono terra di missione fin da prima del Concilio

Condividi su...

A mezzogiorno, come sempre, Benedetto XVI ha guidato la preghiera mariana dell’ Angelus dalla finestra del suo studio in Piazza San Pietro. Una ulteriore occasione per ricordare i temi del Sinodo nel quale per “tre settimane ci siamo confrontati sulla realtà della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana: tutta la Chiesa era rappresentata e, dunque, coinvolta in questo impegno, che non mancherà di dare i suoi frutti, con la grazia del Signore. Prima di tutto però il Sinodo è sempre un momento forte di comunione ecclesiale, e per questo desidero insieme con tutti voi ringraziare Dio, che ancora una volta ci ha fatto sperimentare la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com’è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze.”

Un’occasione, ha ricordato il Papa per celebrare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e l’inizio dell’Anno della fede. Ripensare al Concilio “ci ha aiutato a riconoscere che la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ‘50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, «terra di missione». Così è emersa l’esigenza di un annuncio rinnovato del Vangelo nelle società secolarizzate, nella duplice certezza che, da una parte, è solo Lui, Gesù Cristo, la vera novità che risponde alle attese dell’uomo di ogni epoca, e dall’altra, che il suo messaggio chiede di essere trasmesso in modo adeguato nei mutati contesti sociali e culturali.”

Ora il lavoro del Papa, dopo il dibattuto del Sinodo, è “ordinare ed elaborare, per offrire a tutta la Chiesa una sintesi organica e indicazioni coerenti.” E aggiunge: “ Fin da ora possiamo dire che da questo Sinodo esce rafforzato l’impegno per il rinnovamento spirituale della Chiesa stessa, per poter rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato; e questo rinnovamento verrà dalla riscoperta di Gesù Cristo, della sua verità e della sua grazia, del suo «volto», così umano e insieme così divino, sul quale risplende il mistero trascendente di Dio.”

Il Papa ha chiesto preghiera e solidarietà per le popolazioni di Cuba, Haiti, Giamaica e Bahamas dove “nei giorni scorsi un devastante uragano, che si è abbattuto con particolare violenza e ha causato vari morti e ingenti danni, costringendo numerose persone a lasciare le proprie case. Desidero assicurare la mia vicinanza e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale, mentre invito tutti alla preghiera e alla solidarietà, per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati.”

Un pensiero particolare il Papa lo ha avuto anche per le popolazioni della Calabria colpite dal terremoto nei giorni scorsi, che fortunatamente non  ha causato vittime.

151.11.48.50