Sinodo: presentato l’elenco finale delle Proposizioni

Le Proposizioni
Uno degli aspetti più importanti del Sinodo, indicato dal cardinale Wuerl, è stato il “forte senso di unità” che ha contraddistinto i lavori. Dall’elenco finale delle Proposizioni, che è il frutto di queste tre settimane, emerge una direttiva “di missione e d’impegno” per portare la fede di Cristo “in un mondo così laicizzato e complesso”.
Il documento si riassume nell’esortazione di Gesù: “Tu sarai il mio testimone” e nella sua struttura risponde a tre interrogativi: cos’è l’evangelizzazione, dove si realizza e chi devono essere gli evangelizzatori. La risposta a quest’ultima domanda è che “ogni credente può approfondire la propria fede”, quindi – osserva il cardinale – protagonisti dell’evangelizzazione “siamo tutti noi: famiglie, giovani, religiosi”. “L’evangelizzazione è una missione permanente per la Chiesa – prosegue il porporato – , non un programma ma un modo di vedere il mondo intorno a noi, invitando le persone a far parte del Vangelo”.
Monsignor Carré ha precisato che “l’ordine delle Proposizioni non è importante”, confidando poi che “tutti i temi sono stati votati al 90-95% di approvazione”. L’arcivescovo Michalik ha invece evidenziato che “la nuova evangelizzazione è un tema fiume, che tocca tutti i campi dell’esistenza umana”. Motivazione del Sinodo è stato l’invito di Cristo “Andate e predicate il Vangelo”, e dagli interventi di tutti i Padri, che hanno condotto “un’analisi coraggiosa della situazione nella quale viviamo”, è emersa “la preoccupazione di essere fedeli al Signore Gesù”, ha sostenuto il presule polacco.
I temi discussi in conferenza stampa
L’attenzione dei relatori, sollecitati dalle domande dei giornalisti, si è quindi soffermata su alcuni temi in particolare. Ad esempio sull’opportunità della costituzione di una commissione di leader della Chiesa, per rispondere alle sfide poste alla libertà religiosa (Proposizione 16).
Monsignor Carré ha poi spiegato che il Sinodo “non vuole e non può dare risposte specifiche a una regione del mondo piuttosto che a un’altra. Ciascuno di noi è rappresentante di una parte del mondo, ma non possiamo concentrarci su una parte soltanto”.
Al numero 51 si parla delle giovani generazioni. Secondo l’arcivescovo Carré “occorre anzitutto arrivare ai giovani, che sono poi i primi testimoni verso i coetanei”. Con loro “bisogna avere il coraggio di essere molto chiari, direi radicali – aggiunge monsignor Michalik –. Però il radicalismo cristiano non esiste senza l’amore, la comprensione, la pazienza”. Non si deve “imporre”, ma stabilire un “contatto umano”, che renderà “più aperto il campo dell’evangelizzazione”.
Il cardinale Wuerl ha quindi accennato ai gruppi di giovani accorsi a Roma per mostrare il loro sostegno al Sinodo. “Sono moltissimi e cercano qualcosa che abbia sostanza, la spiritualità, e sono molto aperti al Vangelo, a quello che la Chiesa vuol dire”.
Il Relatore Generale ha constatato come sia apparsa molto chiara al Sinodo la necessità del dialogo che la Chiesa deve intrattenere con gli intellettuali, gli scienziati, il mondo accademico, rilevando che questa si rispecchia nelle Proposizioni.
Ragionando infine sulla Via Pulchritudinis, di cui si parla al punto 20, il cardinale americano ha suggerito che “la bellezza del Vangelo dev’essere tradotta” anche con l’ausilio degli odierni strumenti tecnologici, insistendo sulla “capacità di utilizzare la musica, la letteratura, l’arte per risvegliare il popolo alla bellezza”.