Magnificat: tutte le generazioni ti chiameranno beata
La Chiesa da sempre ha cantato e per sempre canterà la Beata Vergine Maria.
Lei, la “tympanistria nostra”, come la definisce Sant’Agostino. Lei, la “modulatrice di soavi armonie”, come la dipinge San Bernardo. Lei, la “sapientissima sovrana maestra di musica”, come la descrive Suor Isabella, compositrice del XVI secolo.
Prima delle acclamazioni umane, è la Santissima Trinità che canta meraviglie di Lei. Per bocca dell’Angelo Gabriele, il Padre la saluta: Ave, piena di grazia, il Signore è con te. Invasa dallo Spirito Santo, Elisabetta proclama una benedizione e una beatitudine: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! E poi: Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore. Il Figlio Gesù dichiarerà beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la custodiscono. La Madre sua è la Beata per eccellenza perché è Colei che ascolta e custodisce il Verbo con ineffabile amore.
Sin dagli inizi del cristianesimo, anche il popolo di Dio è esploso per inneggiare alla Madre di Dio. Ogni Santuario ha il suo repertorio mariano originale, così come ogni congregazione possiede il suo innario. La Vergine Madre è sempre cantata dal popolo di Dio come persona viva e materna, glorificata in cielo e invocata dai suoi figli sulla terra.
La presenza di Maria nella musica, la stessa che si riscontra nelle arti figurative e nella letteratura, è presenza costante, umile, grandiosa.
Nel Magnificat, anche Lei, profetizzando, canta se stessa come capolavoro di Dio:
“ D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Il “Credo” della fede viva e profonda; L’ “ Ecce” della disponibilità umile e fiduciosa; il “ Fiat” dell’accettazione piena, responsabile ed entusiasta fanno sgorgare dal cuore della Vergine Madre il canto della gioia, della lode, del rendimento di grazie. Adorando, celebra il suo Signore nella sua bontà, nella sua potenza, nella sua misericordia che Lei stessa sperimenta.
Nel “Fiat” e nell’“Ecce” Maria esprime nel canto il sovrano dono della grazia, la sua libertà di fronte a Dio, per Dio. La connotazione principale dell’accettazione di Maria non è espressa da un “tu devi” avanzato dal Padre, ma da un “io voglio” pronunziato da Maria che celebra la grazia come consonanza e consenso alla volontà di Dio. Qui si svela e si rivela la fecondità dell’amore.
L’inizio del Magnificat è un luminoso, abbagliante e trepidante inno d’Offertorio. E’ canto di lode perfetta in sintonia con lo spirito del “Padre nostro” e delle “Beatitudini”. E’ inno di rendimento di grazie in cui Maria attende, senza pretese, nella speranza d’amore; attribuisce a Dio tutto ciò che avviene, appoggiandosi totalmente a Lui nella fiducia più piena.
Nella prima strofa Maria esplode in un grido d’incontenibile gioia e guarda se stessa come capolavoro di Dio. E’ la “serva” ricolmata di grazia. E’ la Vergine umile che diventa Madre di Dio.
L’“anima mia”, il “mio spirito”, cioè, tutto il mio essere “magnifica” ed “esulta”, rende grande e gioisce in modo straripante. Nel magnificare il Signore e nell’esultare in Dio, suo Salvatore, Maria ci insegna a lodare nel canto e ad amare con tutto il proprio essere Dio, per quello che è in sé: Signore! e per quello che è per noi: Salvatore!
Il Magnificat rivela l’inserimento della Madre di Dio all’interno della propria vocazione. Maria rimane sulla linea spirituale dei “poveri di Jahve” e ne compie le tre caratteristiche: pone lo sguardo sulla propria bassezza; contempla i prodigi di Dio su di Lei, sperimenta, ammirata, la propria beatitudine. Maria appartiene alla bassezza dei poveri, per questo Dio l’ha esalta, per ciò si proclama ed è proclamata beata. La Madre del Signore diventa così il simbolo del terreno fecondo sul quale Dio riversa il suo amore, opera le sue scelte, celebra le sue meravigliose vittorie.
Nella seconda strofa Maria canta i tre attributi fondamentali di Dio: L’Onnipotenza, la Santità, la Misericordia. Dio usa la sua onnipotenza per compiere “grandi cose”: Creazione e Redenzione. Dio Onnipotente, il cui nome è Santo! Santità è perfezione assoluta d’Amore, è Bellezza infinita trasfigurante. Dio manifesta la sua Santità onnipotente donando la sua Misericordia.
Nell’opera della redenzione Maria è la Donna scelta dal Padre per realizzare il nuovo inizio del mondo. Lei diventa il luogo privilegiato dell’avvento di Dio nella carne umana. Ecco perché canta “ d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Beata perché, come “Madre del Signore” sperimenta le meraviglie di Dio in Lei che vive, da orante, il mistero delle origini della Chiesa, della quale è pienamente Madre.
Beata perché, come “Serva del Signore” contempla le grandi cose che si compiono in Lei, e Lei le celebra col canto di lode e di rendimento di grazie.
Stupore, fede, profezia: ecco i segni dell’Amore accolto e vissuto che diventa Amore glorificato. La glorificazione di Maria è l’ultima delle “grandi cose” che Dio ha compiuto in Lei e compirà anche in noi. L’Assunta è segno e primizia della nostra glorificazione. E’ pegno di ciò che tutta la Chiesa è chiamata a divenire.
Contempliamo e veneriamo la “Benedetta” e la “Beata” che, dopo il suo Fiat, ci mostra ancora il Figlio suo glorioso e ci dice:
“Venite e ascoltate Lui,
contemplate Lui,
mangiate e bevete di Lui,
unitevi per sempre a Lui”
e in Lui, ogni amore dell’uomo diventa Incarnazione e Comunione.